Che cosa succede alla fine della Prima guerra mondiale? Come si esce da un conflitto che ha mobilitato migliaia di uomini, cambiando anche le vite delle donne e dei bambini? Chi può riportare la società all’atmosfera della pace, dopo le campagne propagandistiche contro i nemici esterni e interni? Quale ruolo avranno i militari, dopo che per mesi hanno esercitato ampi poteri su tutta la zona di guerra?
E poi, tra l’ Emilia e la Romagna, terre di prima retrovia, prendono forma le stesse dinamiche dell’Italia centrale, oppure si fa sentire la vicinanza del fronte? Che cosa resta nel 1918 delle strutture politiche e sociali nate prima del conflitto europeo? Quali risposte si alzano per fronteggiare le incognite di un’epoca priva di commesse belliche e poteri speciali?
Gli storici lo sanno: ogni ricerca parte da domande come queste, aperte e profonde. Interrogativi capaci di innescare percorsi d’indagine a livello globale, europeo e nazionale, ma anche di avviare studi di storia locale. Se analizzate con rigore e senza campanilismi, le realtà regionali, provinciali e comunali permettono di osservare in scala ridotta le dinamiche complessive, notando più distintamente le idee e le azioni dei soggetti coinvolti.
Un convegno di studi sulla fine della Prima guerra mondiale
Proprio dagli interrogativi precedenti (e da tanti altri) è partita l’ultima fase del progetto regionale “Grande Guerra Emilia-Romagna”, promosso dagli Istituti storici emiliano-romagnoli. Un’esperienza di ricerca a cui partecipo da due anni, ricavando stimoli e sollecitazioni anche nel campo della Public History.
A quasi un anno di distanza dal convegno di studi sulla svolta del 1917, e a pochi giorni dalla “prima” del mio history telling In fuga dalla Grande Guerra. Storie di profughi e cittadini emiliano-romagnoli nel conflitto totale, è il momento di una nuova sfida.
Venerdì 16 e sabato 17 novembre sarò a Forlì per il convegno di studi Dalla fine della guerra alla nascita del fascismo. Un punto di vista regionale sulla crisi del primo dopoguerra (1918-1920). Un appuntamento che coinvolgerà accademici, ricercatori e docenti, chiudendo quattro anni di ricerche e pubblicazioni sulla Prima guerra mondiale in Emilia-Romagna. Sarà un’occasione per conoscere meglio il passaggio dal conflitto al fascismo, prendendo in esame alcuni dei territori più pervasi prima dalle parole d’ordine rivoluzionarie e poi dalla violenza dello squadrismo.
I profughi tra società e soggettività: il problema del ritorno
Anche quest’anno il mio contributo riguarderà le vicende dei civili in fuga dal conflitto. Insieme ad Alessandra Mastrodonato e Domenico Vitale terrò una relazione intitolata I profughi tra società e soggettività: il problema del ritorno. Ricostruiremo le vicende degli “esuli di Caporetto” alla fine della Prima guerra mondiale. Lo faremo sulla base di ricerche svolte tra l’Archivio centrale dello Stato, i fondi documentari delle prefetture e di alcuni tra i principali comuni emiliano-romagnoli.
Come avviene il rientro dei profughi nel nord-est? Quando cominciano i preparativi per quel “contro-esodo” di massa? Il recupero di resoconti istituzionali, narrazioni della stampa e storie di vita ci permetterà di abbozzare una sintesi interpretativa, che poi perfezioneremo nella pubblicazione degli atti del convegno. Proporremo voci contraddistinte dallo “spirito del tempo” e spesso intrise di rabbia o di propaganda.
“Si cerchi per lo meno di non affrettare, di ritardare il ritorno delle donne che sono sole e con vari bambini. Questo non perché si dubiti della vittoria delle nostre armi, ma perché il nemico è sempre là vigile, pronto nuovamente e vigliaccamente a spaziare nello spazio, a colpire, ad aggiungere nuove vittime inutili ed innocenti come ha fatto alla fine dello scorso anno ed al principio di questo”.
(Pro Profughi. Bollettino del Patronato modenese | 31 agosto 1918
Le indagini svolte nell’ultimo anno completano un percorso avviato per il convegno del 2017. Da qualche settimana, peraltro, è disponibile una sintesi delle prime ricerche: si tratta del saggio In fuga dalla guerra. Le retrovie e il problema dei profughi, pubblicato da Pendragon all’interno del volume Grande guerra e fronte interno. La svolta del 1917 in Emilia-Romagna, a cura del professor Carlo De Maria.
Due giorni di storia a Forlì
Il convegno di studi Dalla fine della guerra alla nascita del fascismo. Un punto di vista regionale sulla crisi del primo dopoguerra (1918-1920) sarà un’occasione per approfondire tanti altri aspetti del periodo in oggetto. Al tavolo dei relatori si alterneranno studiosi dei movimenti politici e delle istituzioni municipali, di storia economica e sociale, delle questioni militari e delle dinamiche legate alla memoria.
I lavori si terranno a Palazzo Romagnoli (via Albicini, 12). La prima sessione è in programma venerdì 16 novembre dalle 9:30 alle 13, la seconda sessione seguirà dalle 15 alle 18:30, mentre la terza sessione è fissata per sabato 17 dalle 9:30 alle 13. A questo link puoi scaricare il programma dell’evento.
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