Settembre non poteva cominciare meglio! Dopo il trekking urbano del 9 a Maranello, domenica 24 racconteremo storie di solidarietà e accoglienza in una delle modalità che preferiamo, ovvero pedalando con tappe nei luoghi dove le storie sono nate. Si tratterà di una colazione itinerante nella storia, della quale però non sarebbe giusto prendersi tutto il merito…

Ma partiamo dall’inizio!

Una storia personale

Mi sono sempre piaciute le storie, che fossero favole, storie a fumetti, storie inventate sul momento… chiedevo continuamente di ascoltarne una (ascoltarne, sì, perché per motivi vari sono cresciuta senza tv). Da piccolissima non vedevo l’ora di imparare a leggere, per non dipendere da nessuno e “avere” una storia tutte le volte che lo volessi. Pensate che mi piacevano così tanto che, quando ero molto piccola, le disegnavo. Disegnavo a puntate, insomma! 🙂 Poi, per la gioia e la fortuna di tutti, ho imparato a leggere. Non ho più smesso. Ricordo che facevo le scuole medie ed ero una forte lettrice, tanto che un giorno andai nella mia libreria di fiducia, la Incontri di Sassuolo, e… in un primo momento non trovai nulla da leggere! La libreria era molto ben fornita, ma io avevo esaurito tutto quello che era adatto alla mia età. E così… passai prima del tempo alla sezione “adulti” (no, non capivo tutto e sì, da più grande ho riletto molte cose). Fu per me naturale, quindi, scegliere poi di frequentare il liceo Classico e, dopo, iscrivermi a Lettere…

Vabbeh, mi direte, ma cosa c’entrano la storia della tua vita e il tuo c.v., con l’argomento di questo post?

LibriAMO in bici

La mia passione per i libri e per le storie c’entra e c’entra molto, anche se in effetti sarei potuta partire anche dal mio amore per la bicicletta (quello che un paio di settimane fa mi ha fatto fare oltre 100 km in mountain bike, per intenderci). Sarei in ogni caso arrivata a parlarvi di LibriAMO in bici, un’iniziativa che Librarsi (l’associazione dei volontari delle biblioteche) propone dal 2015. Si tratta di un giro in bicicletta tra alcune delle biblioteche del Sistema Interbibliotecario dei Comuni di Sassuolo, Fiorano, Formigine, Maranello, Prignano sulla Secchia, Montefiorino e Frassinoro. Un percorso ad anello su piste ciclabili, non competitivo, con tante soste e che impegna per una giornata intera. Mi è sempre sembrata una bellissima idea per stare insieme e condividere tra appassionati l’amore per la lettura, i libri e i luoghi che li conservano e mettono a disposizione di tutti. Ma credo che anche chi ha semplicemente voglia di fare qualcosa di diverso possa trovare validi motivi per partecipare a un’iniziativa simile.

LibriAMO in bici mi piace perché “apre delle finestre”. E cambiare un po’ l’aria non fa mai male! Anzi, penso ce ne sia proprio bisogno. Aprire un libro e andare su due ruote hanno in comune proprio questo, che permettono di affacciarsi al mondo da punti di vista diversi. Ad esempio quello di chi, per un giorno, guarda al mondo dal sellino di una bicicletta invece che dal finestrino di un’auto. E vi assicuro che, col vento in faccia, un ritmo diverso, strade differenti, si vedono e capiscono cose che altrimenti non si colgono. Lo stesso succede guardando alle cose dal punto di vista di un autore o un personaggio. E’ come vivere un’altra vita, per un po’. Quando si chiude un libro, si è diventati sempre un po’ più ricchi.

L’edizione 2016 di LibriAMO in bici, nelle tappe all’ospedale di Sassuolo e alla biblioteca Bla di Fiorano.

Potete quindi immaginare con quale gratitudine ed entusiasmo ho accolto, insieme a Daniel, l’invito di Cristina Ravazzini a contribuire all’edizione 2017 di LibriAMO in bici!

Con Cristina, che è l’organizzatrice dell’evento, abbiamo concordato di portare tre contributi dei nostri, tre contributi da storici, insomma tre storie dalla Storia! Voglio dire che lungo il percorso racconteremo fatti storici nati in alcuni luoghi tappa del percorso e “trovati” tra le carte custodite nelle biblioteche del Sistema. Li racconteremo proprio lì, nei luoghi dove i fatti si sono svolti, per sentire più vicine storie che risalgono anche a 100 anni fa.

Non lo faremo da soli, perché questa nostra modalità di portare la storia in pubblico…

Noi la chiamiamo Public History!

Per chi non sa cosa sia la Public History, ve lo raccontiamo in questa pagina.  Qui però mi preme dire che, per essere proprio precisi, su questa nuova disciplina è ancora aperto il dibattito per una definizione chiara e univoca. C’è chi la intende in un senso più largo (che qualcuno definisce “popular history”), comprendendo al suo interno vari prodotti di divulgazione della storia. E c’è chi la intende in un senso più “stretto”, pensando soprattutto a pratiche di comunicazione che coinvolgano il pubblico in modo attivo.

storie di solidarietà dall'archivio storico sassolese

Daniel durante il lavoro di ricerca nell’archivio storico comunale di Sassuolo

Noi la intendiamo in questo secondo senso. Il primo pubblico che abbiamo coinvolto è quello dei volontari delle biblioteche, che avranno un ruolo attivo anche nelle tre tappe narrative, poiché toccherà a loro leggere alcune delle carte che sono servite a ricostruire i fatti storici che racconteremo. Si tratta di carte di natura diversa: testi trovati nelle biblioteche, ovvero libri di carattere storico, e documenti che abbiamo consultato grazie a ricerche fatte negli archivi storici. A volte biblioteche e archivi storici coincidono, ovvero libri e documenti sono conservati nello stesso posto… lo sapevate? In queste nostre biblioteche ci sono anche libri di cui siamo noi gli autori e che sono il risultato di nostre ricerche storiche, sia d’archivio che di storia orale! Così come speriamo ci saranno i prossimi che scriveremo e che sono frutto delle ricerche di questi mesi… (daremo qualche anticipazione durante la pedalata…)

Il resto del pubblico che coinvolgeremo siete voi, che speriamo di avere con noi per addentrarci insieme in vicende del passato che ancora ci riguardano… e sono meno lontane di quel che sembrano. Per spalancare quelle famose finestre e provare a capire la complessità del passato. Cercando di sviluppare un pensiero critico che ci aiuti a distinguere meglio anche nel presente.

Storie di solidarietà ieri e oggi

storie di solidarietà

Nel mese che vede susseguirsi gli appuntamenti di Sassuolo solidale 2017, anche il nostro contributo avrà come tema la solidarietà. Quella dei sassolesi, come quella dei cittadini degli altri comuni su cui insiste il Sistema Interbibliotecario. E non solo: partiremo da fatti locali per guardare alla storia in un contesto più ampio, partiremo dal passato per riflettere sul presente. Quando, come, perché e nei confronti di chi la cittadinanza scelse di essere solidale? La solidarietà viene messa da parte nei periodi di maggiore crisi o pericolo? In quei momenti si guarda solo a sé stessi? O si divide quel poco che si ha e si rischia in prima persona per gli altri? E chi sono questi altri? Fuorilegge, profughi, clandestini, italiani, stranieri? Cosa fa sentire gli uomini legati gli uni agli altri? Il nemico comune, la rabbia, un ideale, un sogno per il futuro? Cosa si guadagna a essere solidali? Passato il pericolo, passato il bisogno, cosa resta?

Proprio nei giorni successivi all’8 settembre, ma di 74 anni fa, i sassolesi sono fra i primi nella provincia di Modena ad attivarsi per offrire sostegno e aiuto ai soldati sbandati in conseguenza all’armistizio. Il pericolo che corrono è quello di cadere nelle mani dai tedeschi, per i quali ora gli italiani sono dei traditori. Alcuni di quelli alloggiati a Palazzo Ducale riescono a fuggire usando i sotterranei del palazzo o calandosi dalle finestre che danno sul parco. Non sono gli unici che scappano: ci sono  anche i soldati stranieri in fuga dai campi di prigionia fascisti…

Più di un anno dopo, mentre i partigiani si rassegnano a passare un altro inverno alla macchia, la comunità di Magreta si mobilita per salvare e nutrire i suoi figli, che il fascismo ha fatto diventare clandestini.

A guardarci bene, però, queste storie sembrano avere origine nell’autunno del 1917, quando la rotta di Caporetto dà il via a una “invasione”. Famiglie e bestie, genti e valigie, sventurati di ogni sorta si riversano nelle città dell’Emilia. Sono italiani, sono profughi.

Scappano dalla guerra.

Appuntamento il 24 settembre a Sassuolo

Se vi ho incuriosito, se avete voglia di vivere quest’esperienza con noi e, come dice il pieghevole dell’iniziativa, avete “voglia di conoscere in modo nuovo”, ci vedremo la mattina del 24 settembre a Sassuolo (inizialmente l’iniziativa era prevista per il 10, ma il maltempo ha consigliato di spostarla). Il ritrovo per le iscrizioni è previsto alle ore 8 davanti alla biblioteca Cionini, in viale Rocca. Partiremo alle 8.30, col fresco! In caso di pioggia l’iniziativa sarà rimandata al 24 settembre, domenica nella quale quest’anno si tiene la “Giornata della cittadinanza solidale” istituita dalla Regione Emilia Romagna nel 2014.

Per ulteriori informazioni, potete scaricare il pieghevole e la locandina dell’evento (ricordate: la data giusta è quella del 24 settembre!), dove trovate anche i contatti nel caso abbiate bisogno di sapere altro.

 

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