È l’alba di giovedì 20 luglio 1944. La fascia pedemontana del fiume Secchia è in fermento, poiché i nazisti e i fascisti sono impegnati a contenere l’impatto della Resistenza a nord della zona libera di Montefiorino. Le truppe tedesche rivolgono l’artiglieria verso la rocca di Castellarano e cominciano a sparare. Per la comunità del paese inizia la giornata più drammatica della Seconda guerra mondiale. Ore di paura e fuoco, destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva.
Sabato 20 luglio 2019, nel 75° anniversario del rastrellamento nazista, il Comune di Castellarano organizza la camminata storico-narrativa Castellarano brucia. L’evento è realizzato in collaborazione con il Centro studi storici castellaranesi e con la partecipazione di ANPI Castellarano.
La partenza sarà alle ore 20.30 presso la Chiesa di Santa Croce (via Roma), aperta eccezionalmente e visitabile per l’occasione. La camminata durerà circa due ore e si svolgerà nel centro storico di Castellarano. Al termine del percorso sarà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti.
Camminata nel borgo e ai piedi della rocca di Castellarano
La camminata storico-narrativa ruota intorno agli eventi del 20 luglio 1944. Il rastrellamento e l’incendio della rocca di Castellarano sono traumi tuttora presenti nelle memorie familiari di diverse persone. Per comprendere storicamente quelle vicende, è utile inquadrarle in una prospettiva più ampia. Partiremo dunque dalla dittatura fascista per arrivare a raccontare come l’Italia sprofondò nella guerra totale del 1940-1945.
Esploreremo insieme alcuni luoghi significativi per la storia di Castellarano tra la fine della Grande Guerra e la ricostruzione successiva al secondo conflitto mondiale. Nelle tappe narrative racconteremo alcuni episodi, fondamentali per comprendere le cause o gli effetti di ciò che accadde il 20 luglio 1944.
Un intervento attoriale di Luciana Ravazzini darà inoltre voce alle memorie dei protagonisti e dei testimoni. Concluderemo questo piccolo “viaggio nel tempo” proiettandoci nel secondo dopoguerra, per capire come fu possibile uscire da un conflitto che aveva devastato i paesi e le comunità, le vite e gli animi.
Aspettando il 20 luglio, ecco una piccola anteprima per te!
Castellarano tra la primavera e l’estate del 1944
Nella tarda primavera del 1944 Castellarano vive una situazione particolare. Alla luce del giorno i fascisti e i nazisti hanno il controllo formale su tutto il territorio comunale. Di notte, però, i partigiani agiscono quasi sempre indisturbati. Tanti giovani risalgono il corso del Secchia fino a Cerredolo, dove vengono inseriti nelle formazioni della Resistenza. I battaglioni dei “ribelli” crescono di numero e si preparano a vivere un’estate molto intensa.
La grande svolta arriva tra il 17 e il 18 giugno, quando le formazioni modenesi e reggiane conquistano la rocca di Montefiorino e avviano l’esperienza della zona libera. La strada che collega la pianura reggiana al passo delle Radici diventa così la direttrice di nuovi attacchi. I partigiani disturbano le forze occupanti e si attivano per far saltare i ponti, ma nel frattempo cercano di mantenere buoni rapporti con le comunità. La missione è difficile, poiché i nazisti e i fascisti non esitano a colpire i civili per mantenere l’ordine pubblico.
I fatti di luglio
Nella seconda metà di giugno i militi fascisti della Guardia nazionale repubblicana abbandonano il presidio di Castellarano. Pochi giorni dopo, i nazisti decidono di vendicare l’attacco partigiano a una pattuglia di militari, avvenuto in una casa colonica del territorio comunale. Il 1° luglio un plotone di cinquanta soldati tedeschi irrompe nel paese per un rastrellamento. Molti cercano la salvezza nella fuga, ma al termine della giornata si contano 2 morti, 15 fermati e 6 case distrutte tra il borgo e le campagne.
Dopo la metà del mese, diversi abitanti ritornano nelle loro case, poiché il peggio sembra ormai passato. Tuttavia il 20 luglio il reparto della Wehrmacht di stanza a Sassuolo effettua un nuovo rastrellamento a Castellarano per vendicare le azioni partigiane organizzate in quell’area. L’artiglieria comincia a sparare poco dopo le 5 del mattino, poi i soldati entrano nel borgo e lo passano al setaccio. Vanno casa per casa, fanno uscire gli abitanti e li concentrano nella piazza del Municipio. Alla fine, molto spesso, appiccano il fuoco.
Ai piedi del palazzo comunale molti temono di finire davanti a una mitragliatrice. Quando le donne vengono separate dagli uomini, il peggio sembra pronto ad accadere. La strage, però, non si consuma: le vittime della giornata sono due e non vengono uccise nella piazza del Municipio. I nazisti portano via 107 persone, conducendole nel Palazzo ducale di Sassuolo: da lì alcuni saranno rilasciati, altri verranno impiegati nel rafforzamento del fronte e altri ancora finiranno al lavoro in Germania.
La sera del 20 luglio, però, la rocca di Castellarano e il borgo del castello mostrano uno scenario desolante. Le fiamme hanno distrutto o danneggiato una settantina di case e quasi cento famiglie non hanno un tetto dove dormire. Si apre il periodo più difficile della storia del paese. Un’epoca di dolore e solidarietà, di cinghie tirate e maniche rimboccate. Una storia da riscoprire insieme nella camminata Castellarano brucia.
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