Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, ti aspettiamo a Maranello per una narrazione storica che ci proietterà nel secondo dopoguerra. Daniel Degli Esposti racconterà l’esodo istriano, fiumano e dalmata e le uccisioni correlate alle foibe, inquadrandole nella complessa vicenda del confine orientale. Filmati e immagini ti faranno calare nell’atmosfera dell’epoca, mentre il racconto spazierà tra l’Alto Adriatico e la via Emilia. Nuove ricerche d’archivio ci hanno, infatti, permesso di ricostruire le ripercussioni dell’esodo sulla provincia modenese.

La narrazione comincerà alle ore 17 nella sala eventi della Biblioteca Mabic. La partecipazione è libera e gratuita, senza necessità di prenotazione, grazie al sostegno del Comune di Maranello.

Giorno del Ricordo a Maranello: la difficile memoria del confine orientale

L’esodo delle circa 250.000 persone in fuga dall’Istria, da Fiume e dalle coste dalmate si inserisce in un’epoca di grandi migrazioni. Nel secondo dopoguerra milioni di persone sono infatti costrette ad abbandonare i loro spazi di vita per raggiungere altri luoghi. È, ad esempio, il caso dei circa 13 milioni di tedeschi residenti nei territori occupati dalla Wehrmacht tra il 1938 e il 1945. Le loro vicende, intrecciate alle occupazioni militari del periodo bellico e alle contrapposizioni ideologiche del dopoguerra, rappresentano una pagina di storia mai completamente “elaborata”. Una questione complessa, spesso liquidata con disprezzo o strumentalizzata dalle forze politiche.

Tornando al contesto del confine orientale, occorre inoltre analizzare le cause scatenanti le violenze del dopoguerra, valutando i “precedenti” fra italiani e slavi. Riflettere sulla tragedia delle uccisioni successive alla fine del conflitto è molto importante per comprendere ed elaborare gli effetti della violenza politica nella Jugoslavia di Tito. Occorre, tuttavia, anche considerare adeguatamente l’impatto provocato dalle azioni di occupazione e controllo bellico che il regime fascista ha dispiegato nella penisola balcanica. Se si trascurano questi fatti, diventa impossibile comprendere storicamente la difficoltà dei rapporti fra le comunità nelle regioni di confine.

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