Venerdì 4 novembre a Crespellano (Valsamoggia) ci sarà un appuntamento tra storia e narrativa. A 104 anni esatti dall’annuncio dell’armistizio che pose fine all’intervento italiano nella Prima guerra mondiale, scopriremo il romanzo storico Di guerra e di noi, che prende le mosse proprio in quegli anni così difficili. L’autore del libro, Marcello Dòmini, dialogherà con Daniel Degli Esposti per ripercorrere le contraddizioni innescate dal primo conflitto mondiale e rimaste aperte fino al 1945.

L’evento si terrà alle 18:30 presso la sala di Palazzo Garagnani, in via Marconi 47 a Crespellano (Valsamoggia). L’ingresso sarà libero e gratuito. L’iniziativa è inserita nel programma delle celebrazioni organizzate dal Comune di Valsamoggia in occasione del 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Di guerra e di noi: un romanzo immerso nel Novecento bolognese

Il romanzo storico Di guerra e di noi racconta le vicende di due fratelli, Ricciotti e Candido Chiusoli, nati nella campagna bolognese di inizio Novecento. I protagonisti non sono storicamente esistiti, ma si muovono nel contesto storico della loro epoca, ricostruito dall’autore in modo vivido e accurato. È proprio la Grande Guerra, ad esempio, a innescare un cambiamento profondo nelle loro vite, scatenando il meccanismo di una storia avvincente.

Ricciotti e Candido affrontano esperienze diverse, ma rimangono sempre uniti e non perdono i legami con la realtà in cui sono cresciuti. Diventando adulti, devono fare i conti con la vita nella città di Bologna, ma anche con l’Italia degli anni Venti e degli anni Trenta. Cosa significa essere giovani negli anni in cui il fascismo cresce con violenza e con radicalità? E come si possono assorbire i cambiamenti imposti da un regime sempre più schiacciato sulla propaganda? E poi, che cosa accade quando una nuova guerra, ancora più “totale”, sconvolge la città?

Nelle pagine del romanzo, Marcello Dòmini condensa le risposte a queste domande in un viaggio narrativo che ci fa immergere nella vita bolognese di quegli anni così complessi. Mentre le vicende di Ricciotti e Candido ci coinvolgono emotivamente, spingendoci sempre verso la pagina successiva, l’andamento della storia ci insegna a interrogarci sul corso degli eventi e sulla natura umana. Perché, in fondo, anche se la storia non si ripete mai uguale a sé stessa, i meccanismi che hanno favorito l’ascesa del fascismo sono stati generati da esseri umani come noi. Per questo, anche oggi, è importante osservarli e riconoscerli.

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