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Come sa chi ci segue, adoriamo raccontare la storia sui luoghi dove gli eventi sono accaduti. Nelle scorse settimane la quarantena ci ha chiuso tutti in casa, ma i luoghi… hanno continuato a chiamarci! In particolare, nei giorni scorsi sono tornata virtualmente a Maranello e più precisamente all’Auditorium Enzo Ferrari. In questo viaggio virtuale, però, ho viaggiato anche nel tempo (potere della storia e della memoria) ed eccomi catapultata nel 1927, di fronte a quella che allora era la Casa del fascio, appena costruita.

Com’è successo e cosa c’entra la quarantena?

Come saprai, con le misure restrittive varate dal governo tra marzo e maggio 2020 per arginare il coronavirus, è stata disposta la sospensione di eventi cinematografici, teatrali, eventi e spettacoli di qualsiasi natura. Molti operatori hanno quindi intensificato la loro attività su canali social e siti web, allo scopo di non perdere il contatto con il proprio pubblico e continuare a offrire contenuti culturali. Tra di loro anche ATER Fondazione, il Circuito multidisciplinare dell’Emilia Romagna, che insieme ai teatri gestiti e ad alcuni teatri soci,  ha proposto di costruire uno storytelling di memoria condivisa col proprio pubblico, invitando spettatori, attori, operatori e tecnici a inviare ricordi, storie, ritualità, incontri, visioni raccolte o ispirate ai piccoli teatri regionali. Nasce così il progetto #teatridivicinanza.

Quando me ne hanno parlato (c’è lo zampino di Veronica Caggia, che ringrazio), mi è sembrata subito un’idea molto interessante e stimolante. Tanto che ho deciso di dare il mio contributo. A Maranello ho lavorato per molti anni, quando mi occupavo di turismo. Conoscevo quindi un po’ la storia del territorio e dei beni architettonici di maggior rilievo, quale è appunto l’Auditorium Enzo Ferrari. Inaugurato nel 1999 con la ristrutturazione dell’ex Cinema Eden, l’edificio dell’Auditorium fu però costruito nel 1927, come Casa del Fascio, per diventare poi nel secondo dopoguerra Casa del Popolo. È insomma davvero uno di quei luoghi che piacciono a noi, con tante storie da raccontare! Non lo pensiamo solo noi: considera che nel 2017 la Film Commission della Regione Emilia-Romagna ha inserito l’Auditorium tra i luoghi di particolare interesse ad uso di cineasti e film-maker per le riprese di scene e ambientazioni.

Casa del fascio, casa del popolo, poi cinema: i primi 30 anni dell’Auditorium di Maranello

Le ricerche presso l’Archivio di Stato di Modena ci hanno permesso di conoscerne meglio la storia. Mi riferisco alla sua nascita come Casa del fascio, quindi come luogo di propaganda e di consolidamento del consenso al regime, e ai suoi primi 30 anni circa, con particolare attenzione a quel periodo della nostra storia che vide la ricostruzione morale e democratica del Paese dopo le devastazioni del Ventennio e della Seconda guerra mondiale. Questo edificio è stato così la tappa imprescindibile di diversi nostri trekking, da quelli in occasione dell’8 settembre a quelli destinati ai più piccoli nell’ambito del progetto didattico di Arci Modena.

Molte altre Case del fascio hanno avuto una seconda vita come Case del Popolo. È accaduto, per limitarsi a due esempi dei dintorni, a quelle di Sassuolo e di Fiorano. Nel tempo però questi due edifici hanno subito una sorte diversa da quello di Maranello. Dopo essere stati sede di indimenticabili balere (Sassuolo) o di preziose biblioteche (Fiorano), sono stati demoliti o abbandonati. Il rischio di certe nostalgie è sempre presente e i recuperi architettonici non sono mai facili. Credo però che edifici del genere abbiano un notevole potenziale, se non altro nell’offrire ai Public Historian in particolare un aggancio concreto per assolvere il compito professionale “di ricordare ai loro concittadini ciò che loro vogliono dimenticare”, come scrisse Eric J. Hobsbawm.

Ecco il mio contributo video per il progetto #teatridivicinanza, buona visione!

 

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