Ricordo ancora la prima volta che ho sentito parlare di Armi, acciaio e malattie. Ero all’università e stavo preparando l’esame di Geografia. Il titolo mi ha subito attratto magneticamente, ma quando ho letto il sottotitolo, sono rimasto un po’ perplesso. Diceva così: «Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni». In tutti i corsi, i docenti non facevano altro che ripeterci l’importanza della specializzazione storica. Come poteva un libro di poco superiore alle 300 pagine pretendere di raccontare 13.000 anni di storia?

Stavo per passare ad altro, ma per fortuna quel titolo ha continuato a battermi il dito sulla spalla. Armi, acciaio e malattie. Chissà dove andrà a parare, mi chiedevo. Jared Diamond, l’autore, non lo conoscevo ancora, ma il fatto che si occupasse di biogeografia mi sembrava intrigante. Così, sono entrato in biblioteca e ho preso in prestito quel libro.

Ricordo anche quando ho cominciato a leggerlo. Ero sul vecchio treno della ferrovia Vignola-Bologna, quello che andava ancora a gasolio, non esattamente il mezzo pubblico più comodo e silenzioso della mia vita. Eppure, di quel viaggio, oggi ricordo soltanto il susseguirsi delle parole, perché il libro parte così:

Tutti sappiamo che i popoli delle varie parti del mondo hanno avuto storie assai diverse. Nei 13.000 anni trascorsi dalla fine dell’ultima glaciazione, in alcuni casi sono sorte società industriali vere e proprie, in altri società agricole prive di cultura scritta, mentre in altri ancora ci si è fermati a tribù di cacciatori-raccoglitori dotate di soli utensili di pietra. Tali disuguaglianze hanno avuto un’importanza fondamentale nelle vicende del pianeta, per il semplice fatto che i popoli industrializzati in possesso di una cultura scritta hanno conquistato o sterminato tutti gli altri. Queste diversità sono la base più evidente dell’intera storia del mondo, ma le loro cause rimangono tutt’altro che chiare. Come si sono originate, dunque?

Armi, acciaio e malattie: tre chiavi per capire la storia dell’umanità

Mi sono bastate poche pagine per capire perché nel 1998 Armi, acciaio e malattie ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica. Jared Diamond scandisce le tappe che hanno segnato la storia dell’umanità a partire da un problema del presente. Nel nostro tempo, tante persone sono convinte che i popoli più “progrediti” siano anche “superiori” a quelli “primitivi”. Giustificano, così, ogni operazione finalizzata a prendere il controllo delle loro risorse. Ci sono, però, basi scientifiche per sostenere questa tesi, carica di presupposti razzisti?

Diamond non si limita a dire che la spiegazione razzista è sbagliata, perché non regge ad alcun esame scientifico. Nei capitoli di Armi, acciaio e malattie, riflette a fondo sulle ragioni che hanno portato l’Occidente europeo a dominare il mondo globale. Alle origini di questa storia si trovano variabili geografiche, ecologiche e territoriali, che hanno spinto i diversi gruppi umani a cercare soluzioni ai loro problemi.

Nel corso dei secoli, chi ha trovato le migliori risposte di adattamento all’ambiente si è affermato come vincitore, mentre altri hanno avuto la peggio. Come mai, però, a partire dal XVI secolo, le potenze europee riescono a mandare conquistatori in giro per il pianeta? E perché questi ultimi trovano il modo di affermarsi ai danni delle popolazioni “native”?

Espandersi con la guerra e grazie alla tecnica

Diamond mette in evidenza con notevole efficacia la violenza dei colonialismi europei. Le spedizioni di conquista sono favorite dall’utilizzo delle armi da fuoco. Nel confronto con i popoli delle Americhe, dell’Africa e dell’Oceania, gli “uomini bianchi” possono utilizzare strumenti di offesa nettamente più efficaci e mortali.

È quindi la capacità tecnica, condensata nella metafora dell’acciaio, a potenziare i popoli europei, che si rivelano assai determinati a sfruttarla. Nel corso dei secoli, anche le grandi civiltà dell’Asia sviluppano tecnologie avanzate, ma non le impiegano per mettere in atto viaggi di esplorazione e di conquista.

Quali sono le ragioni dietro a queste differenze di approccio tra i popoli? Se questa domanda ti incuriosisce, non ti resta che procurarti il libro. Ma c’è anche un’altra ragione per leggerlo, nei tempi incerti della Covid-19: qual è il ruolo delle malattie nella storia?

Le malattie come metodo di espansione

I conquistatori europei avrebbero potuto prendere il controllo di interi continenti con il solo utilizzo di “armi” e “acciaio”? Probabilmente no, ma avevano altri “alleati” formidabili: le malattie. Nel volgere di pochi decenni, il raffreddore, il vaiolo e altre patologie di origine europea sterminano infatti le popolazioni native, totalmente sprovviste di anticorpi per contrastare quei microbi.

Perché le malattie degli europei sono così micidiali per gli altri popoli? Da dove vengono e qual è stata la loro storia?

Jared Diamond ci introduce alla scoperta di concetti che, negli ultimi mesi, si sono ritagliati uno spazio sulla scena pubblica, restando però spesso oscuri. Uno di questi è la zoonosi, ovvero il passaggio di una malattia dagli animali all’uomo. Un altro è lo spillover, che costituisce il momento in cui l’agente patogeno si trasferisce da una specie all’altra. Comprendere questi concetti aiuta a capire i meccanismi delle pandemie, che sono spesso decisive per l’evoluzione storica delle civiltà umane.

Un libro da tenere con sé

Insomma, dopo aver completato la lettura, ho deciso che Armi, acciaio e malattie doveva restare nella mia libreria. Così, quando ho restituito la copia della biblioteca, me ne sono procurato una tutta per me e ho consigliato questo libro ai miei amici.

Tu hai letto Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni? Come l’hai trovato? Se non lo hai letto e ti interessa, ti segnalo che è acquistabile anche online, insieme ad altre opere di Jared Diamond:

  • Crisi. Come rinascono le nazioni
  • Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere
  • Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali?

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