Anselmo ha sedici anni, quando la Grande Guerra lo caccia di casa. Nel 1917, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, tanti ragazzi come lui diventano “profughi di Caporetto”. La fuga da Udine è precipitosa: per i civili non c’è neppure una meta precisa. Prima Verona, poi Parma e infine Modena, il luogo dove coltiva la speranza di ritornare. Laura, invece, è tornata da Venezia nella sua Reggio Emilia, ma il treno non l’ha riportata a casa. Le bombe cadute su Venezia le scoppiano nella mente ogni notte, “spingendola” all’ospedale psichiatrico San Lazzaro.

Le loro storie di vita, insieme a tante altre, offrono chiavi di lettura per capire che cosa accadde nelle province emiliane e romagnole durante la Prima guerra mondiale. Ne racconterò alcune sabato 3 novembre alle ore 21 al Teatro del Tempio di Modena, nell’history telling In fuga dalla Grande Guerra. Storie di profughi e cittadini emiliano-romagnoli nel conflitto totale. Saliranno insieme a me sul palco gli attori Federico Benuzzi, Lorenzo Costantini e Giovanni Galli, che presteranno voci e corpi ai profughi di Caporetto.

Profughi di Caporetto. Truppe austriache mentre tentano di attraversare il Tagliamento. Decine di migliaia di civili sono da poco fuggiti dal nord-est

Truppe austriache mentre tentano di attraversare il Tagliamento. Decine di migliaia di civili sono da poco fuggiti dal nord-est

Profughi di Caporetto… e non solo

Quanti profughi di Caporetto sono arrivati in Emilia e in Romagna nell’autunno del 1917? Sono rimasti tutti fino alla fine della guerra? Andavano d’accordo con i cittadini locali? Quando hanno avuto la possibilità di fare ritorno nelle loro terre?

Sono domande profonde e “pesanti”, che mi accompagnano da quasi due anni. Da quando collaboro al progetto regionale Grande Guerra Emilia-Romagna. Tra orizzonte regionale e nazionale, mi occupo di ricostruire le esperienze vissute dai profughi di Caporetto nelle province emiliane e romagnole. Storie di famiglie in fuga e individui allo sbando. Vite di donne e vecchi, invalidi e bambini, così lontani da noi, eppure tanto vicini al presente.

Poco meno di un anno fa, nel mio intervento al convegno L’anno di svolta e il fronte interno. Il 1917 fra orizzonte regionale e nazionale, ho ricostruito le tappe dell’accoglienza ai civili in fuga dalla guerra: dai primi arrivi dei trentini ai civili di Gorizia, fino all’arrivo in massa dei profughi di Caporetto. Se ti interessa approfondire queste vicende, qui puoi trovare un resoconto più dettagliato.

Profughi di Caporetto. Casa distrutta sul fronte del Trentino.

Casa semidistrutta sul fronte del Trentino

Dalla ricerca storica all’history telling

Ogni volta che parlo delle mie ricerche sui profughi di Caporetto, mi accorgo di quanto arrivano a toccare nodi cruciali della convivenza nelle società. Questioni di interesse non soltanto storico, ma più estesamente “umano”, poiché riguardano le vite e le scelte di persone poste di fronte a realtà tremende. Si può davvero pensare di comprendere un trauma del passato, senza capire come l’hanno vissuto i suoi protagonisti attivi e passivi? Io credo di no…

Le storie dei profughi di Caporetto sembrano fatte apposta per indurci a riflettere sull’impatto che i grandi eventi hanno sulla vita delle persone, ma anche sui margini di scelta che si aprono dinanzi a ciascun individuo. Vicende come queste mi sono sembrate fin da subito perfette per coinvolgere non solo gli storici, ma anche i “non addetti ai lavori”.

Si apre dunque una nuova sfida di Public History: trasformare la ricerca storica in un history telling. Un’occasione da non perdere per chi, come me, ha il desiderio e l’ambizione di fare la storia insieme alle persone, condividendo con il pubblico il metodo e le conoscenze.

Profughi di Caporetto. Udine nel novembre 1917

Udine nel novembre 1917

Appuntamento sabato 3 novembre a Modena

In fuga dalla Grande Guerra. Storie di profughi e cittadini emiliano-romagnoli nel conflitto totale andrà in scena sabato 3 novembre alle ore 21 al Teatro del Tempio di Modena (Viale Caduti in Guerra, 196). La partecipazione all’evento è libera e gratuita.

L’iniziativa è organizzata dagli Istituti storici dell’Emilia Romagna in rete e promossa dal Comitato permanente per le celebrazioni del Comune di Modena con il sostegno della Regione Emilia Romagna.

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