Il 23 agosto 1927, in un penitenziario di Boston, viene eseguita una condanna a morte che racconta molti aspetti dei “ruggenti anni Venti” americani. Sulla sedia elettrica finiscono il trentaseienne pugliese Nicola Sacco e il trentanovenne piemontese Bartolomeo Vanzetti. Sono due dei tantissimi italiani che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, hanno attraversato l’Atlantico per sfuggire dalla fame e costruirsi un futuro.

Sacco e Vanzetti: dall’Italia agli Stati Uniti

Sacco e Vanzetti diventano uomini facendo mestieri umilissimi, ma non accettano lo sfruttamento, né vogliono arruolarsi nell’esercito statunitense per la Grande Guerra. Aderiscono al movimento anarchico e lottano per i diritti di tutti. In quegli anni, la loro vita è difficile, perché la società americana è attraversata da forti tensioni.

Il benessere economico cresce a un ritmo sostenuto, ma le basi dello sviluppo sono tutt’altro che solide e le disuguaglianze rimangono in gran parte irrisolte. Se i più poveri tra i bianchi si lamentano o si arrabbiano per le loro condizioni di vita, c’è sempre qualcuno pronto a dare la colpa agli “altri”. Specialmente se gli “altri” hanno la pelle nera o vengono da lontano.

È la situazione perfetta per il consolidamento del razzismo sistemico. Non vengono colpiti soltanto gli afroamericani (segregati negli Stati meridionali e discriminati nel resto del Paese), ma anche gli immigrati asiatici e mediterranei.

Gli italiani provenienti dal Meridione, come Nicola Sacco, subiscono varie forme di discriminazioni da parte dei “nativisti”, ovvero dagli statunitensi bianchi, anglo-sassoni e protestanti. Questi si sentono gli unici veri artefici dello Stato e ne rivendicano il controllo esclusivo.

“La nascita della nazione”, con l’indipendenza e la conquista del West, diventa il mito di fondazione degli Stati Uniti, che rimuovono dalla propria storia i crimini nei confronti delle vere popolazioni native americane.

Capri espiatori

Così, all’inizio degli anni Venti, Sacco e Vanzetti diventano bersagli perfetti per gli americani che vogliono fermare l’immigrazione e lo sviluppo dei diritti. Sono italiani, quindi stranieri della peggior specie, e sono pure “sovversivi”, pronti a battersi per i diritti degli ultimi. In casi del genere, molto spesso, basta un pretesto per far scattare il meccanismo della punizione o della repressione.

Il 15 aprile 1920 un contabile e una guardia giurata vengono uccisi durante una rapina. Sacco e Vanzetti non c’entrano, ma vengono prima accusati e poi condannati a morte, anche se uno dei veri responsabili li scagiona con la sua testimonianza. “Nick and Bart” pagano per tutti coloro che, nell’America degli anni Venti, contestano l’odio nei confronti del “diverso” e le enormi differenze tra ricchi e poveri.

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