In queste settimane così favorevoli alla lettura, continua la nostra rubrica di consigli relativi a libri di storia che troviamo particolarmente interessanti. Mentre scriviamo c’è un libro in vetta alle classifiche di vendita online: Perché Salvini merita fiducia, rispetto e ammirazione. Non è un libro di storia, ma per la sua particolarità, probabilmente entrerà nella storia. Se ancora non ne avete sentito parlare, sappiate solo che non è come sembra! 😉

Se per caso avete voglia di leggere qualcosa di più di qualche pagina bianca, abbiamo predisposto una lista di libri di storia, più esattamente di saggi storici, che abbiamo letto e che crediamo, nella gran parte dei casi, adatti anche a un pubblico non specialista. Come già per i consigli sulla narrativa storica, firmeremo ogni scheda in modo che sappiate da chi viene il consiglio. Per chi fosse interessato ai libri di storia scritti da noi, vi ricordiamo questa lista recente. Ed eccoci agli 8 libri che vale sicuramente la pena leggere (tutti acquistabili online).

8 libri di storia testati per te

La banalità del male di Hannah Arendt

Ritratto di Hannah Arendt con Mary McCarthy

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme non fa parte dei libri di storia tradizionali. È, però, uno di quei testi che aiuta ad aprire gli occhi su un evento rivelatore di alcuni meccanismi dell’animo umano. Hannah Arendt costruisce questo saggio a partire dalla propria esperienza come corrispondente del «New Yorker» durante il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann, coordinatore e responsabile dei trasporti di ebrei verso i campi di sterminio.

Questa vicenda, accaduta tra il 1961 e il 1962, è una tappa fondamentale del Novecento. Lo Stato d’Israele fa infatti propria la memoria della Shoah e contribuisce a rilanciarla in tutto l’Occidente. Arendt comprende pienamente la portata storica dell’evento, ma vuole mettere in evidenza un aspetto volutamente distorto dai mezzi di comunicazione israeliani, che dipingono Eichmann come l’incarnazione del Male assoluto nazista. Secondo lei, l’imputato rappresenta invece “la banalità del male”. È infatti un uomo che non pensa e non ha alcuna dimensione etica nella coscienza. Si limita, pertanto, a eseguire gli ordini superiori, senza curarsi dei loro effetti e della propria responsabilità personale.

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme è quindi un libro di storia che, a partire da una vicenda esemplare, invita a riflettere sull’agire umano e sulle sue conseguenze.

Daniel

Mussolini ha fatto anche cose buone di Francesco Filippi

Quante volte ho visto circolare sui social dei racconti menzogneri sul fascismo, apprezzati e condivisi da tantissime persone! Dall’invenzione delle pensioni alle bonifiche, dai treni in orario alla dittatura benevola, ce n’è proprio per tutti i gusti… Molti di questi contenuti, pur nella loro indiscutibile falsità, sono internamente coerenti e trasmettono così l’idea di avere una propria logica. Ci sarebbe bisogno di smontarli, ma spesso mancano il tempo e le energie. A questo scopo giunge in soccorso Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo.

Questo libro è il risultato di un’operazione culturale tanto azzeccata quanto necessaria. Francesco Filippi attinge alle proprie esperienze di storico e formatore per contrastare le principali narrazioni tossiche sul duce e sul regime fascista. Lo fa con la puntualità di un professionista che riflette sulla particolarità delle fake news storiche, ma anche con un linguaggio comprensibile a tutti e con uno stile brillante.

L’obiettivo di Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo non è tanto quello di convincere chi produce le bugie sul fascismo, ma di contribuire a rendere virali le narrazioni storicamente corrette.

Daniel

Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond

Si possono raccontare in un solo libro di storia le vicende dell’umanità negli ultimi 13.000 anni? Sembra un’impresa impossibile, ma Jared Diamond c’è riuscito con Armi, acciaio e malattie.

Normalmente il mestiere di storico aiuta ad analizzare e a ricostruire le vicende accadute in periodi molto più brevi. Per riuscire ad allargare l’orizzonte temporale, bisogna cambiare prospettiva e mescolare un po’ le carte. Si possono trarre ispirazioni, ad esempio, da discipline come l’antropologia e la paleontologia. Con un’operazione di questo tipo, si perdono i dettagli più minuti, ma si ricava una visione d’insieme sulla storia dell’umanità.

Questo grande quadro è indispensabile per capire davvero chi siamo, perché ci aiuta a riconoscere le continuità e a valutare la portata dei cambiamenti. Se vuoi saperne di più su Armi, acciaio e malattie, puoi leggere anche la mia recensione in questo post.

Daniel

Caporetto di Alessandro Barbero

Barbero in uno scatto di Alessio Jacona, Festival della Comunicazione, CC BY-SA 2.0

Alessandro Barbero non ha bisogno di presentazioni. È capace di trasmettere la complessità della storia con un racconto che fa sentire vivi i suoi protagonisti. Riesce inoltre a muoversi tra il Medioevo e l’età contemporanea con la competenza di chi conosce a fondo i meccanismi della storia. Così, quando è uscito il suo libro su Caporetto, mi sono subito incuriosito.

Nelle mie ricerche, mi sono imbattuto a più riprese in questa vicenda storica, decisiva per il Novecento italiano. Leggendo i saggi di Nicola Labanca e Mario Isnenghi, mi ero reso conto di quanto lavoro fosse già stato fatto per cercare di capire Caporetto, ma avevo anche capito che la vicenda rimaneva ancora un po’ sospesa tra la storia e il mito.

Forse anche per questo, a ridosso del centenario, Alessandro Barbero ha deciso di cimentarsi nella prova di raccontarla a modo suo. Caporetto è un libro di storia militare, ma nello stile dell’autore allarga magistralmente il campo, fino a illuminare i riflessi della guerra sulla vita quotidiana delle persone che ne vengono travolte. Se vuoi avere la sensazione di vivere quegli eventi, riflettendo poi “a ruota” sulle loro conseguenze, ti consiglio di immergerti nella lettura di Caporetto.

Daniel

Il secolo breve di Eric J. Hobsbawm

Hobsbawm in uno scatto di Rob Ward, CC BY 2.0

Se dovessi indicare un libro che mi ha plasmato come storico dell’età contemporanea, citerei sicuramente Il secolo breve 1914-1991. Non è l’unica opera di Eric J. Hobsbawm che ho prima preso in prestito dalla biblioteca e poi comprato, per averla sempre a disposizione. Ti confesso che ho fatto lo stesso con L’età degli imperi 1875-1914, ma anche con Nazioni e nazionalismi. Programma, mito, realtà. Sono, però, convinto che Il secolo breve sia un’opera ancora più imprescindibile delle altre.

Hobsbawm fornisce infatti una bussola per orientarsi nel Novecento, prendendo le mosse dalla Grande Guerra (1914) e fermandosi di fronte al crollo dell’Unione Sovietica (1991). Suddivide, poi, questo periodo in tre fasi: l’età della catastrofe (1914-1945), l’età dell’oro (1945-1973) e la frana (1973-1991).

Da storico, trovo incredibilmente affascinante il fatto che l’autore attraversi per intero la propria epoca, mettendo spesso a confronto i propri ricordi personali e le ricostruzioni degli studiosi. Questa operazione non serve solo a coinvolgere il lettore, ma gli insegna anche a mettere in dubbio la propria memoria.

Il secolo breve 1914-1991 è quindi un libro fondamentale per comprendere il mondo di oggi, che deriva dalle dinamiche globali del Novecento.

Daniel

Italiani brava gente? di Angelo Del Boca

Il mito degli “italiani brava gente” è una delle eredità più tossiche del nostro Novecento. Ce lo portiamo dietro da tempo, ma si è radicato in maniera sempre più decisa dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La Repubblica italiana aveva infatti bisogno di sganciarsi dalle tragedie del fascismo, quindi ha avuto buon gioco nel vestire i panni della “terra liberata” dagli Alleati e dalla Resistenza.

Così facendo, ha però passato un colpo di spugna sui crimini fascisti, che erano stati commessi da italiani. Molte di queste azioni sono state rimosse dalla coscienza nazionale, altre sono invece state distorte con racconti edificanti e apologetici. Queste narrazioni sono false e anche pericolose: non ci permettono di fare i conti con il nostro passato e ci lasciano stupiti di fronte al dilagare dell’odio nel presente.

Nel suo libro Italiani brava gente? lo storico Angelo Del Boca ripercorre le pagine buie della storia italiana dal 1861 al 1946. Con uno stile brillante, l’autore passa in rassegna la lotta al brigantaggio, le spedizioni coloniali in Africa, le politiche fasciste nei Balcani e le operazioni militari della Seconda guerra mondiale, culminanti nel collaborazionismo della Repubblica sociale italiana.

Italiani brava gente? è quindi un libro che invita a riflettere e a provare un po’ di sana indignazione.

Daniel

Apologia della storia o Mestiere di storico di Marc Bloch

Marc Bloch, autore di importanti libri di storia

Marc Bloch

Apologia della storia o Mestiere di storico di Bloch è un grande classico per chi è del mestiere, ma è interessante e godibile anche per gli appassionati di storia. Ci parla infatti, in fondo, della realtà umana ed è più che mai un libro figlio del suo tempo, rimasto incompiuto per la morte dell’autore, ebreo e partigiano, fucilato dai tedeschi il 16 giugno 1944.

Il saggio è, prima di tutto, una difesa della storia nei confronti di altri saperi e anche nei confronti di chi, magari credendo di fare gli interessi della storia, finisce invece per nuocerle. Ed ecco uno dei motivi per cui è utile leggere quest’opera oggi. Nel nostro presente si parla molto di storia, ma non sempre correttamente, a volte per un difetto di conoscenza, altre per volontà di strumentalizzazione. Sappiamo davvero cos’è la storia e cos’è il metodo storico? Cosa sono i fatti storici, che differenza c’è tra storia e memoria? Sappiamo che la storia è una scienza? Sappiamo come lavora uno storico, cosa significa fare ricerca, come valutare una testimonianza? Siamo in grado, quindi, di distinguere tra un vero libro di storia e un testo di natura diversa? Sappiamo come ci dobbiamo approcciare a una ricostruzione storica? Se ci possiamo fidare o su che basi possiamo confutarla? Ce lo siamo mai chiesti? Ci siamo mai fatti tutte queste domande o credevamo non ce ne fosse bisogno, che fosse semplice?

Apologia della storia o Mestiere di storico prova a fare chiarezza, a offrire strumenti, a regalare maggiore consapevolezza. Ed è anche molto di più. Da leggere, prima di ogni altro libro di storia.

Paola

Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr

In che rapporto stanno la storia e il presente? Lo storico può prevedere il futuro? La storia è progresso? Esiste una storia obiettiva? In che senso può esserlo? Qual è la funzione della storia? Il saggio Sei lezioni sulla storia di Carr (1961) prova a rispondere a queste importanti domande e ad altre ancora. Come per il saggio di Bloch, siamo di fronte a un classico, imprescindibile per chi si occupa di storia, ma che si fa leggere benissimo da un pubblico più vasto, stimolando moltissime riflessioni.

Se il titolo può spaventare (quello originale è What is History?), lo stile è però particolarmente piacevole e divulgativo, cosa non scontata nel panorama dei libri di storia. Pagina dopo pagina, Carr ci accompagna a cogliere la differenza tra passato e storia, la relazione tra la storia e le scienze, l’importanza di ricercare le cause (chiedersi “perché?”)… fino a porci domande su temi importanti per il nostro presente.

Sei lezioni sulla storia rimane oggi, come ogni buon classico, di profondo interesse, illuminante.

Paola

Quali sono i tuoi libri di storia preferiti?

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