Il 20 maggio 1970 entra in vigore lo Statuto dei Lavoratori. È un momento fondamentale nella storia della Repubblica italiana. Gli storici della Confederazione generale del lavoro affermano infatti che, grazie a quella legge, “la Costituzione entra in fabbrica”. Lo Statuto riconosce la libertà e la dignità di chi lavora, assicurandogli la possibilità di formarsi e la tutela dai licenziamenti indiscriminati. Consente inoltre ai sindacati di svolgere attività nei luoghi e negli orari di impiego, battendosi per i diritti di tutti.

A 50 anni da quel giorno, CGIL Modena – Distretto di Vignola ci ha chiesto di ricordare le lotte con cui le lavoratrici, i lavoratori e i sindacati hanno ottenuto il riconoscimento dei diritti costituzionali. Ci siamo dunque concentrati sulla realtà di un territorio caratterizzato da un’agricoltura dinamica, ma anche da una forte vocazione commerciale. Senza dimenticare la presenza della Società italiana prodotti esplodenti (SIPE) di Spilamberto, una fabbrica capace di attirare manodopera da un bacino molto ampio.

È stato un compito stimolante, che ci ha portato ad approfondire alcuni problemi che hanno caratterizzato gli anni dal dopoguerra al 1970. È possibile riconvertire la SIPE dalla produzione di guerra a quella di pace? Perché la terra non appartiene a chi la lavora? Quali energie “nascoste” e discriminate consentono al distretto di Vignola di primeggiare nel mercato della frutta? Che piega prende l’Autunno caldo nella valle del Panaro?

Lottare per mestiere. Storie di lavoro nel distretto di Vignola: 1945-1970

Queste e altre domande ci hanno orientato nella ricerca storica. Il risultato è il videoracconto in quattro episodi Lottare per mestiere. Storie di lavoro nel distretto di Vignola: 1945-1970. I video ti permetteranno di immergerti nell’atmosfera dell’epoca: ascolterai alcune testimonianze di chi c’era, interpretate dall’attrice Cristina Ravazzini. Sentirai anche la musica che accompagnava tante persone nella vita quotidiana. Potrai inoltre vedere fotografie e immagini storiche, per le quali ringraziamo il Gruppo di documentazione vignolese Mezaluna – Mario Menabue, Liliana Albertini, Dunnia Berveglieri e Fausto Simonini.

Una fabbrica esplosiva 

Lavorare alla SIPE è l’ambizione di tanti, ma si tratta di un impiego pericoloso e privo di tante tutele, che diventeranno “normali” solo molto tempo dopo. Il paternalismo aziendale rende però ogni cosa più sopportabile, anche se qualcuno non rinuncia a lottare per i propri diritti.

Terra non guerra

Nella seconda metà degli anni Quaranta i mezzadri del vignolese si sentono finalmente padroni del loro destino. La Resistenza ha dato loro la consapevolezza di poter conquistare la libertà e pretendere la giustizia. Anche la legge sarà dalla loro parte?

Vi manderemo a chiamare

Quasi tutte le famiglie di Vignola hanno avuto almeno una volta a che fare con la produzione, la lavorazione o il commercio della “frutta rossa”. Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta circa 2.000 donne lavorano come cernitrici. Forti del loro numero, pur tra non poche difficoltà, riescono via via a migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro.

Ora si sciopera! Dall’Autunno caldo allo Statuto dei Lavoratori

Il 1969 è un anno “caldo” anche nella valle del Panaro. La vertenza al cementificio Segni di Savignano apre la stagione della lotta, che prosegue con il sostegno ai lavoratori della FIAT Trattori. Cosa succede, però, quando a Piazza Fontana divampa la “strategia della tensione”? Come si arriva all’approvazione dello Statuto dei Lavoratori? E che cosa succede dopo?

Conosci la nostra Newsletter?

Per restare aggiornati su tutte le nostre iniziative, è possibile iscriversi alla nostra Newsletter settimanale, in questa pagina.

Spargi la voce!

Conosci una persona interessata? Invia questo contenuto!