Le elezioni politiche del 1948 sono un punto di riferimento per ogni discorso storico sul secondo dopoguerra italiano. Diversi studiosi hanno preso in esame le tensioni e le fratture del contesto nazionale, che abbiamo raccontato nella seconda parte di questo post. Tuttavia, nel corso delle ricerche per la mostra 1948 Italia al bivio, ci siamo resi conto che sarebbe stato importante inquadrare lo scontro politico della campagna elettorale da una prospettiva locale. Le questioni storiche si capiscono meglio se le si osserva “da vicino” e in una scala ridotta, senza perdere mai di vista i contesti più ampi.
Il progetto 1948 Italia al bivio
In occasione della mostra 1948 Italia al bivio, la Biblioteca Poletti e l’Archivio storico del Comune di Modena hanno organizzato un nutrito cartellone di iniziative. Gli obiettivi erano ambiziosi: in primo luogo, raccontare le elezioni politiche del 1948 con linguaggi adatti anche a persone non appassionate di storia; poi, non meno importante, ricostruire ciò che accadde nella città e nella provincia di Modena.
Come professionisti della Public History, oltre ad aver collaborato all’allestimento della mostra, siamo stati coinvolti per realizzare una serie di attività da inserire nel cartellone Storia in pubblico. Per raggiungere l’obiettivo, come sempre, siamo partiti dalla ricerca storica. L’abbiamo affrontata con il rigore della scienza, ma al tempo stesso con l’idea di parlare a un pubblico non specialistico.
Oltre ai materiali del fondo di Umberto Tonini, conservato presso la Biblioteca Poletti, abbiamo cercato altri punti di vista sulla città. Per recuperare la prospettiva delle istituzioni centrali, abbiamo attinto al fondo di Gabinetto di Prefettura dell’Archivio di Stato di Modena; poi abbiamo rivolto l’attenzione all’emeroteca della Biblioteca Estense, dove abbiamo trovato le voci della stampa. Abbiamo così accumulato i “mattoni” necessari per ricostruire la storia delle elezioni politiche del 1948 a Modena.
Per quanto riguarda la restituzione al pubblico, tutto è cominciato con i laboratori Vero o fake?, realizzati durante il FestivalFilosofia 2018. Le attività sono poi proseguite nel fine settimana di Energie diffuse, a metà ottobre, con la proposta di un trekking urbano per le vie della città e di visite guidate. I riscontri ricevuti dal pubblico ci hanno stimolato a proseguire con entusiasmo il percorso di Public History fino alla conferenza-spettacolo I colori della verità, andata in scena sabato 15 dicembre 2018.
I colori della verità: le elezioni politiche del 1948 a Modena
Che cosa vissero i modenesi durante le elezioni politiche del 1948? Quali temi incendiarono i comizi? Di cosa si parlava nelle conversazioni all’ombra della Ghirlandina? Con quali parole ci si confrontava?
Queste domande sono state di stimolo e d’ispirazione per la sceneggiatura della conferenza-spettacolo. Per vivacizzare la narrazione storica, abbiamo inserito diversi interventi dell’attore Federico Benuzzi. La sua collaborazione è stata preziosa, poiché ha aggiunto una notevole carica emotiva alla ricostruzione degli eventi. Far sentire le voci della storia aiuta a recuperare almeno in parte l’atmosfera del passato. Per favorire l’immersione negli scenari del 1948, abbiamo creato anche una sceneggiatura virtuale, che ha accompagnato il pubblico attraverso le principali tappe della campagna elettorale.
Ripercorriamo allora, in sintesi, alcune tappe della conferenza-spettacolo, per chi se la fosse persa, ma anche per chi volesse recuperarne alcuni dettagli…
La campagna elettorale più sentita della storia italiana
Nella seconda metà del 1947, secondo il ministro dell’Interno Mario Scelba, Modena non è una città come tante altre. La gerarchia sociale di inizio Novecento è in pieno subbuglio: i mezzadri si mobilitano contro gli agrari e i braccianti si affiancano con gli “scioperi a rovescio”. Anche gli operai riescono spesso a imporsi sugli industriali, realizzando il sogno di lavorare in una “fabbrica democratica”.
Eppure, alle porte dell’inverno, la fame e il freddo sono incubi comuni. Su una popolazione provinciale di circa 480.000 abitanti, i disoccupati sono oltre 40.000. Una massa problematica, almeno agli occhi del prefetto, che deve preservare gli equilibri sociali e l’ordine pubblico…
In uno scenario del genere, l’avvio della campagna elettorale inasprisce ulteriormente le tensioni sociali. Divampano così nuovi scontri, che seguono una falsariga già avviata da oltre trent’anni. È ormai piuttosto condivisa, infatti, l’idea che l’epoca delle guerre mondiali possa essere considerata come un trentennio di “guerra civile europea”.
Voci dal passato…
Lo scontro politico si accende in una città tappezzata di manifesti e coperta di scritte. Ma cosa ne pensano tutti quei modenesi che non si lasciano catturare dalle passioni politiche? Alla vigilia del voto la Gazzetta di Modena finge di entrare nella mente di un cittadino “impolitico”, distante da ogni tipo di militanza. Nostalgica del “quieto vivere”, la redazione del quotidiano si schiera con decisione contro il Fronte democratico popolare di socialisti e comunisti. Eppure, alla vigilia di una tornata elettorale che ha i toni drammatici della “crociata”, la Gazzetta si concede un pizzico d’ironia…
Facciamo due chiacchiere per distendere i nervi, prima che cominci il gran derby. Se Dio vuole, hanno finito di urlare e di insultarsi. Io credo che se fosse durata un giorno di più sarei impazzito. Ora per un giorno o due e sperabile che si possa stare tranquilli. Dopo non si sa. Per il momento tutto tace, e pur tutto qui parla. Sì, i muri continuano a insultarsi l’un l’altro… ma io ringrazio l’Altissimo, che nei suoi imperscrutabili disegni ha voluto che io non fossi proprietario di case e di muri, perché se io vedessi un mio pezzo di parete, magari ripulito e rimesso a nuovo con sangue e sudore, lacrimare catrame, colori e colla, calce e minto, per non parlare dei manifesti che almeno si staccano da soli, sento che commetterei qualche sproposito.
I partiti non sanno che ogni “VOTATE”, ogni “MORTE”, ogni “ABBASSO”, ogni “EVVIVA” pennellato sui muri suscita la vendetta dei proprietari di case attraverso un voto contrario. Ma è possibile che a nessuno sia venuto in mente, con le centinaia di quintali di farina sciupati per fare la colla, di preparare invece montagne di frittelle?
… e dal presente: il concorso letterario Modena 1948
Per recuperare l’eredità che le elezioni politiche del 1948 hanno lasciato alla città e alla collettività, abbiamo attinto anche ai testi finalisti del concorso letterario Modena 1948, organizzato dall’Associazione editori modenesi. Ecco qui una piccola “chicca”, tratta dal racconto di Alberto Pellegrino I migliori anni della nostra vita.
Com’era Modena alla vigilia del voto? Mi ricordo che il Portico del Collegio, colpito da una bomba nell’angolo lato Bologna, era ancora da restaurare, così come era da ricostruire il mercato bestiame; allora era collocato dove adesso c’è l’Istituto Tecnico Barozzi. Le corriere sostavano nel Largo S. Agostino; le persone anziane, ospitate nell’ex Albergo dei Poveri estense diventato casa di riposo, normalmente si sedevano sui gradini dell’ingresso della Chiesa e guardavano i passanti. E le sale dei cinema erano strapiene.
Mi chiedevo: cos’era il piccì? Corassori e Roncagli che erano stati rivoluzionari di professione finiti nelle carceri fasciste e partigiani, la lotta per la riforma agraria, Togliatti, o il mito dell’URSS? Cos’era la diccì? I partigiani Gorrieri e Paganelli, la promessa della terra in proprietà, le preghiere in chiesa per sostenere il voto anticomunista o il piano Marshall e l’America? Alla fine mi convinsi che l’Italia il 18 aprile era a un bivio.
Anche la nostra narrazione si addensa inevitabilmente intorno all’immagine del “bivio”, creata dai Comitati civici per ridurre le elezioni politiche del 1948 a una scelta tra religione e ateismo. Anche a Modena la propaganda cattolica si rivela molto efficace, stimolando parecchi indecisi a recarsi alle urne. Così in tutta la provincia la DC strappa il 32% dei voti, guadagnando circa sette punti percentuali rispetto alle elezioni del 1946. Il Fronte democratico popolare si ferma invece al 56%: socialisti e comunisti confermano dunque di avere la maggioranza assoluta dei consensi, ma si sentono delusi, poiché il 2 giugno 1946 avevano raggiunto complessivamente il 70% dei voti.
I prossimi appuntamenti con il “bivio” del 1948
Dopo la conferenza-spettacolo I colori della verità, il cartellone culturale Storia in pubblico prosegue con altri eventi di Public History. Sabato 26 gennaio 2019, dalle ore 17, Chiara Ottaviano e William Gambetta terranno la conferenza Manifesti e dintorni. Mobilitazione e rivoluzione dal ’48 al ’68 in Italia. Per l’occasione la mostra 1948 Italia al bivio osserverà un’apertura straordinaria dalle 15 alle 19.
Sabato 9 febbraio, invece, proporremo il trekking storico Per le strade della verità, che si concluderà con una visita guidata alla mostra, aperta dalle 15 alle 19. La partecipazione a questo evento è gratuita, ma su prenotazione: le iscrizioni sono aperte e i primi partecipanti si sono già assicurati il posto.
Per info e prenotazioni, contattare la Biblioteca Poletti:
tel. 059 2033372,
e-mail biblioteca.poletti@comune.modena.it.
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