Il 9 maggio 1978 le Brigate Rosse comunicano che nel bagagliaio di una Renault 4, posteggiata in via Caetani, si trova il corpo senza vita di Aldo Moro. La notizia si diffonde rapidamente, generando reazioni contrastanti. Nella società si affiancano incredulità e sgomento, esaltazione e paura, rabbia e sconforto. Sono in tanti a pensare che la storia del terrorismo in Italia abbia raggiunto un punto di non ritorno. Di lì a qualche anno il “caso Moro” diventerà il simbolo degli “anni di piombo”. Nel 2007, il 9 maggio entrerà anche nel calendario civile della Repubblica Italiana come Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale.

Storia del terrorismo in Italia: 9 maggio 1978: il corpo di Aldo Moro nel bagagliaio della Renault 4 in via Michelangelo Caetani

9 maggio 1978: il corpo di Aldo Moro nel bagagliaio della Renault 4 in via Michelangelo Caetani

Al di là del “caso Moro”…

La foto del cadavere di Aldo Moro è tanto emblematica e potente da generare cortocircuiti interpretativi. Di primo acchito sembra quasi che le Brigate Rosse usino l’auto-simbolo dei collettivi della sinistra extra-parlamentare come carro funebre del “compromesso storico”. Una metafora potente e suggestiva, ma un po’ fuorviante. Si può davvero raccontare la storia del terrorismo in Italia limitandosi a quell’immagine e a quella vicenda? Cedere al fascino di quell’accostamento significa appiattire nell’eternità dello scatto fotografico 15 anni di tensioni e contrasti. Guardando soltanto il “caso Moro”, si rischia di smarrire il senso di un’epoca complessa e contraddittoria, determinante per capire l’Italia degli anni Duemila.

Già il 9 maggio 1978, “catturati” dal clamore di via Caetani, gli italiani non si accorgono di ciò che accade nelle campagne di Cinisi. Mentre le Brigate Rosse uccidono Aldo Moro, la mafia fa saltare in aria il giornalista Giuseppe “Peppino” Impastato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani. Il boss Gaetano Badalamenti non tollera che il fondatore di Radio Aut dissacri e attacchi Cosa Nostra attraverso l’etere. Il tritolo distrugge e fa sparire il corpo di un uomo che si è opposto alle cosche. Nella concitazione di quel giorno c’è un’altra vittima, la verità: i media, le forze dell’ordine e la magistratura dicono che Impastato è morto per errore, mentre cercava di piazzare una carica di esplosivo. Alla madre Felicia serviranno anni di battaglie per far emergere le dinamiche di quella vicenda.

Peppino Impastato impegnato in un comizio. Storia del terrorismo in Italia

Peppino Impastato impegnato in un comizio

Il desiderio di approfondire

Quando ho visto per la prima volta Corpo di Stato, uno spettacolo teatrale di Marco Baliani, ho riscoperto l’intreccio tra le sorti di Aldo Moro e Peppino Impastato. L’emozione del teatro ha lasciato spazio al desiderio di approfondire ulteriormente il contesto degli anni Settanta. Studiando la storia del terrorismo in Italia, ho ripensato alle curiosità del mio percorso scolastico: quante vicende sono rimaste “chiuse nel libro” perché fuori dal programma! Per riempire i vuoti della didattica, mi sono serviti gli anni dell’università e le letture del tempo libero: per citare le principali, L’eco del boato di Mirco Dondi, Le ragioni di un decennio di Giovanni De Luna, Il paese mancato di Guido Crainz, Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi di Paul Ginsborg.

Per passare dai rimpianti studenteschi ai propositi di lavoro, servono le tecniche e le prospettive della Public History. Perché non costruire una proposta didattica sulla storia del terrorismo in Italia? La “missione” è difficile, perché le necessità didattiche impediscono alla maggior parte delle classi quinte superiori di superare gli anni Cinquanta. Eppure, quando gli interessi convergono, c’è spazio per una soluzione condivisa.

Storia del terrorismo in Italia. Poster a colori del 1909-1910 che rappresenta un attentato nelle strade di Varsavia, attribuendone la responsabilità a una terrorista. Quest'immagine ha permesso di riflettere sulle modalità di rappresentazione del terrorismo nell'Europa di inizio del Novecento.

Poster a colori del 1909-1910 che rappresenta un attentato nelle strade di Varsavia, attribuendone la responsabilità a una terrorista. Quest’immagine ha permesso di riflettere sulle modalità di rappresentazione del terrorismo nell’Europa di inizio del Novecento

Dopo una lunga fase di ideazione e “messa a punto”, il progetto La forza della paura, incentrato sulla storia del terrorismo in Italia, è diventato realtà nell’anno scolastico 2017/2018. Hanno partecipato alle attività quattro classi quinte dell’Istituto d’istruzione superiore “Agostino Paradisi” di Vignola (MO). Una settantina di studenti dell’Istituto tecnico commerciale, incuriositi dall’eccentricità del tema e dall’approccio della Public History.

Un progetto didattico sulla storia del terrorismo in Italia

Il lavoro è stato impegnativo e stimolante. Oltre al passaggio dalla “strategia della tensione” agli “anni di piombo”, abbiamo approfondito le storie e le memorie del terrorismo locale nel Novecento. Le strategie repressive dei fascismi e le esperienze armate della Resistenza sono emerse dalle ricerche per il mio ultimo saggio (Lottare per scegliere).

Ripercorrendo la storia del terrorismo in Italia, mi sono reso conto che è possibile trasmettere la complessità ai ragazzi senza respingerli. D’altra parte le vicende sono troppo cariche di significati per lasciare indifferenti.

Storia del terrorismo in Italia. Milano, piazza Fontana. L'interno della sede della Banca nazionale dell'Agricoltura dopo l'esplosione della bomba il 12 dicembre 1969

Milano, piazza Fontana. L’interno della sede della Banca nazionale dell’Agricoltura dopo l’esplosione della bomba il 12 dicembre 1969

La “strategia della tensione”, ad esempio, catalizza parecchie attenzioni. Normalmente le vicende accadute tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta lasciano un alone confuso nella memoria collettiva. A colpire l’immaginario non sono le bombe nelle piazze o sui treni, ma gli agguati delle Brigate Rosse, portati a termine dopo la “svolta” del 1974. Tra coloro che non hanno una formazione storica, pochi si rendono davvero conto degli intrecci tra eversione neofascista, servizi segreti deviati e manipolazione dell’informazione all’alba degli “anni di piombo”.

Perché fino alla strage di Piazza della Loggia è stato possibile attribuire la paternità delle bombe agli anarchici? Una domanda indispensabile, alla quale abbiamo cercato di rispondere nel corso delle attività didattiche. Ricostruire le dinamiche degli eventi e le vicende giudiziarie non serve soltanto a conoscere la storia del terrorismo in Italia, ma aiuta anche a comprendere i pericoli provocati dalle distorsioni mediatiche.

Il viaggio a Bologna

Nel viaggio a Bologna abbiamo visitato luoghi che raccontano la storia del terrorismo in Italia. Tra le varie tappe spicca quella alla stazione ferroviaria, che porta ancora le memorie della strage avvenuta il 2 agosto 1980. Alle 10:25 di quel mattino d’estate una bomba piazzata da tre neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari devastò la sala d’attesa, uccidendo 85 persone e ferendone 230.

Storia del terrorismo in Italia. Alla stazione ferroviaria di Bologna l'orologio che si affaccia sui fabbricati distrutti dall'esplosione del 2 agosto 1980 continua a segnare le 10:25

Alla stazione ferroviaria di Bologna l’orologio che si affaccia sui fabbricati distrutti dall’esplosione del 2 agosto 1980 continua a segnare le 10:25

Abbiamo concluso il viaggio con una visita al Museo per la memoria di Ustica, costruito per ricordare l’abbattimento del volo Itavia Bologna-Palermo, avvenuto nella serata del 27 giugno 1980. Intorno al relitto dell’aereo DC9 l’arte di Christian Boltanski attiva meccanismi di curiosità. L’incontro con Daria Bonfietti ci ha poi permesso di comprendere l’importanza delle battaglie per l’accertamento della verità giudiziaria attraverso l’esperienza della testimone, che perse un fratello nella tragedia di Ustica.

Un’esperienza di didattica… e Public History

Giunti ormai al termine del progetto (e dell’anno scolastico), è tempo di un primo bilancio. Attendendo i feedback dei docenti e delle classi, c’è spazio per una prima soddisfazione. Diversi studenti hanno deciso di approfondire la storia del terrorismo in Italia come traccia per l’esame di maturità. Il tema ha permesso loro di tracciare un collegamento tra lo studio della storia e l’interpretazione del presente. Un bel risultato, che si pone in linea con gli obiettivi della Public History. Quando la ricerca risponde alle domande dell’Oggi innescando nuove domande, la missione educativa della didattica può dirsi compiuta!

Storia del terrorismo in Italia. Un momento delle attività svolte in classe: brain storming sulla parola "terrorismo".

Un momento delle attività svolte in classe: brain storming sulla parola “terrorismo”

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