Poco più di un anno fa, mentre il meccanismo narrativo dell’accadde oggi mi riportava ai sessant’anni della Guerra civile spagnola, mi sono imbattuto nel progetto radiofonico di Frequenze partigiane. Il merito è di Doriano Depietri, stakanovista della memoria, sempre pronto a escogitare nuovi modi per far conoscere la storia.

Si trattava di collegare la (ri)scoperta della Costituzione agli antifascisti italiani che lottarono in Spagna insieme al Fronte Popolare. Ci siamo messi al lavoro: sono nati un evento radiofonico e un opuscolo che girano ancora sul web e sugli scaffali di alcune biblioteche bolognesi.

Frequenze partigiane

Non era proprio il caso di fermarsi lì. I settant’anni della Carta andavano onorati fino in fondo. Nel 2017 Doriano e le sezioni ANPI di Valsamoggia hanno proseguito il cammino con un progetto didattico tra storia e diritto. Con il saggio Radici di futuro abbiamo poi messo ordine nelle memorie delle guerre mondiali, tracciando la strada verso il 2018. L’anno della ricorrenza tonda, quello che ci chiama a portare queste storie alla comunità di Valsamoggia. Quello che comincerà ufficialmente venerdì 12 gennaio all’ex rifugio antiaereo di Bazzano.

Un rifugio antiaereo?

Esatto. Proprio sotto la rupe dove sorge la Rocca dei Bentivoglio. Sembra impensabile, eppure sono trascorsi meno di 73 anni da quando le sirene dell’allarme aereo facevano tremare tutti. Bazzano come le periferie di Idlib, Crespellano come quelle di Sana’a, l’Emilia come una Siria o uno Yemen d’Europa. Migliaia di sfollati in tutti i paesi: la guerra entra nelle case, le spacca, lacera le famiglie.

Fra il 1944 e il 1945 sono in tanti a correre nei rifugi appena sentono ululare la sirena o ronzare gli aerei. E altrettanti che sottoterra non ci vogliono andare, per non fare la morte dei sorci. Perché non sempre i rifugi resistono agli urti. Quello di Bazzano, scavato nella roccia, tiene in vita tante persone negli ultimi mesi di guerra. Forse anche lì, come a Sassuolo e a Vignola, qualcuno si trasferisce stabilmente per settimane. Perché le bombe, se le senti fischiare, non sono petardi. Fanno paura.

Frequenze partigiane. La lapide dell'ex rifugio antiaereo di Bazzano.

La lapide dell’ex rifugio antiaereo di Bazzano

Ma come possiamo saperlo, noi che non lo abbiamo visto? Non capiremo mai fino in fondo quanto male facessero quei respiri sospesi, ma certe esperienze non serve viverle per comprendere che è meglio tenersele alla larga. Basterebbe studiarle fino a immergersi idealmente in quel clima, poi raccontarle a chi vive nel nostro mondo. A chi è nato dopo il Duemila. A chi non ha mai conosciuto l’odore della guerra.

Dal ricordo di Mario Anderlini

Venerdì 12 gennaio partiremo proprio dalle storie del rifugio antiaereo per raccontare i passi che ci hanno portato dalla Resistenza alla Costituzione. Lo faremo nel ricordo di Mario Anderlini, il bazzanese che più di tutti ha voluto percorrere questa strada. Un uomo che, dopo la guerra nei Balcani e la lotta partigiana, ha vissuto settant’anni di democrazia, arrivando a compierne cento. E che prima di lasciarci, un anno fa, ha chiesto alla storia di colmare i vuoti della memoria, perché le parole della Costituzione non fossero vane.

Frequenze partigiane. Il partigiano bazzanese Mario Anderlini, morto il 12 gennaio 2017 a cent'anni di età

Il partigiano bazzanese Mario Anderlini, morto il 12 gennaio 2017 a cent’anni di età

Per questo sarò insieme alle sezioni ANPI di Valsamoggia, ad accogliere le scuole secondarie di Bazzano al rifugio antiaereo, che sarà dedicato a Mario Anderlini. E a raccontare loro che cosa significava vivere al “tempo di guerra“, come abbiamo provato a fare lo scorso 24 settembre in uno spettacolo a Crespellano. Per capire, tutti insieme, che la Costituzione vive solo se la realizziamo nelle scelte di ogni giorno, a prescindere dal colore della nostra pelle e delle nostre idee.

Le ricerche svolte per Radici di futuro tracceranno il filo della narrazione storica, che sarà un ponte di conoscenza dal passato al presente. Perché le storie dei nostri luoghi ci servono a capire chi siamo e che cosa stiamo facendo.

…alle Frequenze Partigiane

Una mattina del genere basta e avanza come momento di Public History? Non del tutto. Perché le comunità stanno perdendo il contatto con le radici storiche della Costituzione. La distanza dal 1948 sta diventando troppo grande in rapporto alla vita di un uomo. La Carta parla di noi, ma con la lingua di un’altra epoca. C’è bisogno di una traduzione… allora chi può tentare l’impresa meglio di Frequenze Partigiane?

Frequenze partigiane

Il progetto di Radio Frequenza Appennino è un mix di storia, cultura popolare e passione civile. Si nutre di luoghi come il rifugio antiaereo e di vite come quella di Mario Anderlini. L’uomo che nel 1944, per levare i fascisti di dosso alla propria famiglia, fece stampare il proprio “santino” di partigiano caduto. E che riuscì a fuggire anche quando la Brigata Nera, arrestatolo, glielo trovò addosso.

A partire dalle 18,30 saremo in diretta dal rifugio con una puntata dedicata alle storie di vita quotidiana in Valsamoggia dalla Resistenza alla Costituzione. Lo faremo per recuperare al presente un luogo della storia e della memoria. Perché il rifugio antiaereo Mario Anderlini diventi uno spazio di conoscenza e di condivisione. E, soprattutto, di pace.

Frequenze partigiane

 

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