Radici di futuro
Radici di futuro. Le Guerre Mondiali nella Valle del Samoggia attraverso i luoghi della memoria è un saggio storico che è un viaggio in cinque tappe fra storia e memoria della Resistenza a Bologna e provincia. Il libro visita i municipi del Comune di Valsamoggia: Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno.
Nell’era digitale le epigrafi del Novecento sbiadiscono sempre di più, levigate dal tempo: neppure gli sforzi degli ultimi testimoni possono risvegliare le loro voci di pietra. Per comprendere i loro messaggi c’è bisogno di uno sguardo storico, che legge lo scorrere del tempo nei cambiamenti dello spazio e non perde la complessità della memoria.
Ho provato a farlo in questo progetto editoriale promosso da Anpi Valsamoggia e Comune di Valsamoggia. L’editore è d.u.press, Bologna.
Qui sotto puoi vedere il book trailer…
Storia e memoria delle guerre mondiali in Valsamoggia
Molti luoghi simbolo del Novecento sono ormai profondamente mutati anche in Valsamoggia. Leggere nello spazio le tensioni fra storia e memoria sembra sempre più difficile. Mentre i paesaggi cambiano, i segni che preservano la memoria del passato perdono il senso delle proprie origini.
Decine di cippi, lapidi e monumenti giacciono inerti fra le piazze e le strade. La solitudine dei loro messaggi non simboleggia più la continuità delle vite perdute nel ricordo dei committenti. Proietta invece l’impotenza narrativa della pietra al cospetto del divenire. Le strutture costruite per eternare un frammento di passato si trasformano in buchi neri della coscienza storica. Gli ultimi curatori della memoria si sforzano per impedire che gli agenti atmosferici o il logorio del tempo facciano sgretolare le pietre o crepare i marmi.
In realtà, a uno sguardo attento, i riflessi della Prima guerra mondiale, le tensioni del Biennio Rosso, la violenta omologazione del Ventennio fascista e gli eventi del 1939-1945 traspaiono ancora. I luoghi dove sono accaduti gli eventi più significativi conservano i segni del proprio passato. Ecco, però, che si aprono domande urgenti. I cittadini conoscono le vicende che hanno indotto i loro nonni e i loro padri a innalzare moniti per il futuro? Le generazioni del XXI secolo hanno un’idea delle voragini belliche che si sono aperte nel Novecento? Le comunità riescono a leggere i problemi del presente senza limitarsi alle ombre dei campanili o all’istante in corso?
Radici di futuro è il mio tentativo di risposta a questi interrogativi. Come ogni libro scientifico, però, non è una soluzione a tutti i problemi di storia e memoria. Anzi, forse apre la strada ad altri punti interrogativi. Perché niente è più deleterio di una certezza identitaria sbandierata ai quattro venti.
Gli eventi
Pochi giorni prima della presentazione ho scritto un post per presentare il lavoro di ricerca su questo blog. Puoi leggerlo qui.
I bibliotecari di Valsamoggia mi hanno fatto un’intervista sui miei studi fra storia e memoria. Puoi trovarla qui.
Dopo il primo ciclo di presentazioni, ho raccontato gli stimoli e le soddisfazioni del traguardo in un secondo post. Puoi sfogliare ricordi e immagini qui.
L’11 giugno a Crespellano Radici di futuro ha imparato anche ad andare in bicicletta. Puoi leggere qui la presentazione e qui il resoconto della pedalata. L’evento è stato organizzato con Anpi, Centro sociale Bruno Pedrini e Gruppo Alpini.
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