Nel 2018 ho curato una mostra sulla Grande Guerra nel Comune di Valsamoggia. Si è trattato di un vero progetto di Public History, premiato con un meritatissimo primo posto anche dalla graduatoria approvata dalla Giunta regionale nell’ambito della Legge n. 3 “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”. Non solo infatti è rientrato tra i vincitori, ma addirittura è arrivato primo!

Il progetto di 1914-1918 Volti e parole

Il percorso che ha portato alla mostra 1914-1918 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia è cominciato nel 2016, quando il Teatro delle Temperie ha lanciato il progetto scene di guerra – teatri di pace. Le attività hanno permesso di recuperare dalle soffitte delle famiglie coinvolte oggetti, documenti, lettere, immagini, fotografie e testimonianze sul periodo della Prima guerra mondiale.

Nel 2018, per il centesimo anniversario della fine del conflitto, un network formato da Comune di Valsamoggia, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, Museo Civico del Risorgimento di Bologna, Associazione Emilia Romagna al Fronte, ANPI e Associazione Nazionale Alpini ha deciso di realizzare una mostra sulla Grande Guerra a partire dal materiale recuperato.

Mostra sulla Grande Guerra - Soldati in marcia nelle campagne tra Bazzano e Monteveglio, mentre ritornano da un'esercitazione militare a Montebudello. Cartolina, famiglia Clemente Contri - Contadini nella Prima guerra mondiale

Soldati in marcia nelle campagne tra Bazzano e Monteveglio, mentre ritornano da un’esercitazione militare a Montebudello. Cartolina, famiglia Clemente Contri

La mostra sulla Grande Guerra

Nell’autunno 2017 la Fondazione Rocca dei Bentivoglio mi ha proposto di costruire una narrazione storica con i risultati delle ricerche tra le raccolte familiari. Ho accettato la sfida con entusiasmo, forte dell’esperienza maturata nel progetto Le casse ritrovate.

Ho suddiviso i materiali per temi con l’obiettivo di ripercorrere le tappe essenziali dell’esperienza di guerra: dalla partenza alla trincea, dalla paura di finire male al conforto di ricevere la posta, dal cibo al sonno.

La grafica delle cartoline mi permette di analizzare i meccanismi della propaganda, mentre i testi delle corrispondenze mostrano come i soldati raccontano la loro guerra. E poi ospedali, campi di prigionia, cimiteri: il conflitto aggredisce i corpi e travolge la normalità, imponendo nuove abitudini. Fino a plasmare un equilibrio talmente instabile da innescare tensioni, scontri e ascese di regimi totalitari.

Il lavoro dell’archivista Aurelia Casagrande ha permesso di far emergere documenti ufficiali del 1914-1918, dai quali abbiamo potuto vedere l’approccio delle autorità locali di fronte al conflitto.

Per collegare la Grande Guerra al presente, ci siamo infine rivolti a Cefa – Il seme della solidarietà – Onlus, che ci propone di sondare le vicende della Libia. La narrazione si è dunque dilatata all’indietro, raggiungendo la guerra italo-turca del 1911-1912, e proiettata in avanti, fino ai drammi dei nostri giorni. Alla stesura dei pannelli sugli scenari attuali della Libia ha lavorato la professoressa e giornalista Michela Mercuri.

Per maggiori dettagli sulla mostra, puoi leggere questo post.

Gli approfondimenti sulle esperienze dei contadini nella Grande Guerra

Quando la Fondazione Rocca dei Bentivoglio mi ha chiesto di curare la mostra 1914-1918 volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia, ho colto con gioia l’occasione di approfondire i vissuti delle comunità. Le memorie familiari mi hanno aperto una prospettiva inedita sul quotidiano dei contadini nella Prima guerra mondiale.

Dai poderi al fronte, dal lavoro alla battaglia emergevano tante storie di vita da ricostruire e raccontare. Per comprendere a fondo le esperienze vissute nelle campagne durante la Grande Guerra, era tuttavia necessario mettere in discussione le cose che crediamo di sapere da sempre. Non è vero, ad esempio, che al fronte andarono solo i contadini. Anche gli operai furono coinvolti in massa e nei reparti di prima linea ricevettero gli ordini dagli ufficiali di complemento. Proprio i membri di quest’ultima categoria, in gran parte studenti e giovani professionisti, pagarono in percentuale il prezzo più alto in termini di vite umane.

Insieme alla Fondazione Rocca dei Bentivoglio abbiamo dunque deciso di raccontare le vicende dei contadini nella Grande Guerra all’Ecomuseo della collina e del vino di Castello di Serravalle. Il percorso della mostra 1914-1918 tirare la cinghia si lega così alla ricostruzione della vita e del lavoro nella società rurale.

Per maggiori dettagli su questa sezione della mostra, puoi leggere questo post.

Visitatori durante l'inaugurazione di "Tirare la cinghia" - mostra sulla Grande Guerra

Visitatori durante l’inaugurazione di “Tirare la cinghia”

Il progetto didattico sul cibo nella Grande Guerra

La mostra 1914-1918 Tirare la cinghia è stata uno stimolo ad approfondire alcuni aspetti della vita quotidiana al tempo della Grande Guerra. Uno dei temi più significativi è stato il rapporto tra militari, civili e cibo.

Gli studi storici dimostrano che vinse la guerra chi ebbe più cibo. L’Intesa bloccò i mari e soffocò gli imperi centrali, costringendo i tedeschi e gli austro-ungarici a patire la fame. Se si analizzano i flussi alimentari, è più semplice comprendere le dinamiche del conflitto. Anche in una scuola professionale, dove la storia non è certo la materia più amata e studiata.

Manifesto della propaganda britannica che invita le donne a non sprecare il pane per vanificare gli attacchi dei sottomarini tedeschi.

Per coinvolgere gli studenti, ho proposto loro immagini e testimonianze sul cibo nella Prima guerra mondiale. Le parole dei soldati partiti dalla valle del Samoggia hanno accorciato le distanze con il passato, mentre le fotografie della propaganda ci hanno permesso di riflettere su quanto di vero c’è in uno scatto ufficiale.

Leggere il conflitto attraverso la prospettiva dell’alimentazione ci ha permesso di arricchire le conoscenze sulle società europee ai tempi della mobilitazione generale. Il confronto tra lo scenario italiano e i contesti degli altri Paesi è stato infatti fondamentale per valutare l’importanza delle calorie nell’economia degli scontri militari.

Al termine del percorso gli studenti hanno preparato la cena a tema Di necessità virtù. La cucina ai tempi della Grande Guerra. I commensali hanno gustato ricette pensate per soddisfare i palati della classe media anche nei periodi di maggiori ristrettezze.

Per maggiori dettagli sulle attività didattiche legate alla mostra, puoi leggere questo post.

Applausi per studenti e docenti dell’Istituto Scappi che hanno realizzato la cena a tema

Il trekking storico a Bazzano

Per valorizzare ulteriormente il progetto 1914-1918 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia, la Fondazione Rocca dei Bentivoglio mi ha commissionato un trekking storico a Bazzano.

Saldare il lavoro svolto per costruire la mostra sulla Prima guerra mondiale al tessuto urbano mi è sembrata fin da subito una bella idea. L’esperienza maturata nella scrittura del saggio Radici di futuro mi ha inoltre permesso di agganciare le storie ai luoghi in cui sono accadute, raccontandole attraverso la potenza dei simboli.

A Bazzano alcuni angoli portano ancora i segni dei tanti cambiamenti occorsi nel Novecento. Camminare insieme ad altre persone, ascoltando le narrazioni di uno storico, aiuta a scoprirli e a capirli, condividendo la passione per la storia.

Per maggiori dettagli sul trekking storico, puoi leggere questo post.

Il trekking storico a Bazzano

Paola Gemelli ha raccontato con immagini e parole le impressioni suscitate dal ciclo di eventi legati alla mostra 1914-1918 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia in questo post.

Daniel Degli Esposti

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