Il Novecento italiano è intrecciato alla storia del ciclismo. Non è soltanto una questione di sport, ma un vero e proprio fatto sociale: la bicicletta ha avuto ruoli rilevanti nelle vicende del Paese e anche le competizioni ciclistiche hanno scandito le principali tappe della sua storia. Proprio questo è l’oggetto del racconto-spettacolo La Repubblica del Giro. Il ciclismo nella storia italiana, con narrazioni di Daniel Degli Esposti e letture di Federico Benuzzi.

L’evento si terrà a Castelfranco Emilia nella serata di mercoledì 1° giugno, alla vigilia della festa della Repubblica. È l’ultimo appuntamento del programma culturale Quando lo sport fa la storia, organizzato dalla Città di Castelfranco Emilia con la nostra collaborazione.

Storia del ciclismo. Gino Bartali e Fausto Coppi nel 1940

Storia del ciclismo. Gino Bartali e Fausto Coppi nel 1940

Storia del ciclismo in Italia: una piccola anteprima

Nell’Italia di inizio Novecento, il ciclismo è lo sport popolare per eccellenza. La bicicletta non è soltanto un mezzo di trasporto, ma porta in sé anche desideri di progresso e di emancipazione. Le prime corse nascono perché le aziende vogliono mettere in vetrina i loro prodotti e, quando attraversano le città, chiamano a raccolta folle di curiosi.

In quegli anni, per molte persone delle classi popolari, pedalare è al tempo stesso una necessità quotidiana e un atto sovversivo. Alla fine della Prima guerra mondiale, quando le campagne e le fabbriche vivono le proteste del “Biennio Rosso”, i ciclisti si muovono per mantenere i contatti tra gli scioperanti. Non a caso, negli anni Venti, il fascismo guarda con una certa diffidenza alla bicicletta, giudicandola potenzialmente pericolosa per la diffusione di idee ribelli.

Il Giro d’Italia, tuttavia, fa troppo comodo per essere trascurato. La corsa offre l’opportunità di affermare “l’italianità” delle terre di confine e di esaltare i sentimenti patriottici. E poi, più passano gli anni, più cresce l’affetto del pubblico. La passione popolare diventa talmente forte da sopravvivere anche alle devastazioni della Seconda guerra mondiale. Così, in piena ricostruzione, il giornale comunista «L’Unità» saluta la rinascita della competizione ciclistica più attesa.

Uscendo dall’inverno dell’ultima guerra il Giro è atteso sulle strade della penisola come la rondine che annuncia la tanto lungamente agognata primavera dello sport. È un grande abbraccio che si protende dal nord al sud e che dal sud sarà restituito al nord […]. Segno che scorre della linfa organizzativa in questo nostro vecchio tronco, ferito, ma non abbattuto. Segno che lo sport è un fatto vitale della nazione.
Lo sport ha gettato subito le grucce. Oggi cammina già spedito sulle vie d’Italia. Le folle attendono al passaggio gli atleti, come per un appuntamento d’amore atteso da tanto tempo. Non è una iperbole parlare d’amore quando passano i girini.

Cominciano gli anni di Coppi e Bartali, atleti-simbolo di un’Italia che cerca di rinascere nell’atmosfera della guerra fredda.

La Repubblica del Giro: il racconto-spettacolo

Per scoprire tante vicende legate alla storia del ciclismo in Italia, ti aspettiamo al racconto-spettacolo La Repubblica del Giro. L’evento si terrà mercoledì 1° giugno alle ore 21 presso la Biblioteca comunale Lea Garofalo, in piazza della Liberazione 5 a Castelfranco Emilia.

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