Domenica 16 febbraio a Fiorano modenese in piazza Ciro Menotti si terranno le celebrazioni del 75° anniversario dei caduti del 15 febbraio 1945. La cerimonia è particolarmente sentita dalla comunità fioranese, che nel cuore del suo centro storico conserva i segni tangibili di quell’eccidio. Sul lato nord di piazza Menotti, nel Giardino della memoria e della pace, si trova infatti un monumento ai caduti particolarmente significativo, costituito dal muro contro il quale le cinque vittime furono fucilate.
Proprio lì, al termine delle celebrazioni liturgiche, si terrà la posa della corona, con accompagnamento della Banda Flos Frugi e alla presenza dei familiari delle vittime. Seguiranno, alle 10.40, il saluto del sindaco Francesco Tosi e l’intervento di Serena Lenzotti di Arci Modena, che introdurrà il nostro evento. Si tratterà di una camminata con narrazione storica che partirà da quel muro per tornarvi un paio d’ore dopo. Conosci la storia?
Il “muro” di Fiorano modenese in piazza Ciro Menotti
Nella notte dell’11 febbraio 1945 un gruppo di partigiani del battaglione di Giovanni Gibellini “Manù” entra a Fiorano Modenese per eliminare una spia. L’individuo in questione, però, non si fa trovare. Così i volontari della Resistenza tornano sui loro passi. Quando giungono nei pressi della (vecchia) caserma dei Carabinieri, lungo l’attuale via Gramsci, s’imbattono in due militari tedeschi. I soldati mettono mano alle armi, quindi i partigiani devono sparare. Un militare rimane ucciso e l’altro viene fatto prigioniero.
I nazisti fanno venire a Fiorano cinque partigiani, catturati nelle settimane precedenti e tenuti in arresto nelle carceri di Modena. Li vogliono impiccare in piazza Menotti, ma arriva un colpo di scena: si profila una sorta di “scambio di prigionieri”. Il parroco, don Papazzoni, fa da mediatore tra i nazisti e i partigiani del battaglione di Manù. I primi potrebbero rimandare a Modena gli ostaggi in cambio della liberazione del militare tedesco.
Le trattative proseguono per un paio di giorni, in un’alternanza di paure e di speranze. Tuttavia l’epilogo arriva nella sera del 15 febbraio. I cinque ostaggi vengono legati al muro della Casa del fascio e proprio lì sono fucilati. Le vittime sono Raimondo Dalla Costa (20 anni), Giuseppe Malaguti (42 anni, con moglie e tre figli), Riccò Rubes (19 anni), Filippo Bedini (25 anni), Tauro Gherardini (23 anni, con moglie e due figli).
Dalla Liberazione alla ricostruzione
Di lì a poco più di due mesi Fiorano modenese viene liberata. La festa è grande, ma il percorso per la ricostruzione del paese non è semplice. Non si tratta solo di ricostruirlo fisicamente: 20 anni di dittatura e ancor più anni di violenze lasciano il segno. Il nuovo sindaco è l’ebreo Vittorio Guastalla, scampato alla persecuzione nazi-fascista con la fuga in Svizzera, ma costretto a fare i conti con la distruzione della sua stessa casa.
Mentre i lavoratori attendono che le industrie di Fiorano e Sassuolo ripartano e riprendano a produrre a pieno ritmo, si decide di dare sollievo alla disoccupazione con lavori pubblici straordinari. I braccianti, gli operai e i birocciai sono impiegati, tra le altre cose, anche nella sistemazione di piazza Menotti, che ha il problema di riempirsi d’acqua quando piove. Si lavora quindi per alzarla di livello, utilizzando le macerie degli edifici distrutti dai bombardamenti. Si decide inoltre una nuova destinazione d’uso per l’edificio che la chiude sul lato nord: dopo la Liberazione, nell’ormai ex Casa del fascio si insediano l’Anpi, i partiti comunista e socialista, la cooperativa di consumo… Quello che era uno degli edifici simbolo del regime, diventa Casa del popolo. La voglia di un rinnovamento è tanta e il fermento contagia tutti, uomini e donne. Tra queste anche Giuseppina:
Mi dicevano: “ma dove vai, che c’hai due bambini!” Ma io mi sentivo qualcosa addosso… mi si era aperto il cervello, avevo capito che bisognava stare tutti uniti. Quando si soffre, e si vede l’ingiustizia, e dei buoni a nulla che prendono in mano le cose… l’esperienza insegna.
Dal dopoguerra ai giorni nostri
Il fermento non è solo politico, c’è anche tanta voglia di ballare e di festeggiare la libertà ritrovata! I documenti ci raccontano che nell’immediato dopoguerra reduci, ex partigiani e il Fronte della gioventù utilizzano la Casa del popolo per le riunioni, i balli e le feste de l’Unità, finché nel 1954 non viene sgomberata per effetto delle legge Scelba. L’edificio conosce così altre destinazioni, tra cui quelle – che molti ricordano – di scuola e biblioteca.
Quando negli anni ’70 arriva il tempo della demolizione, si decide di conservare un pezzo di muro laterale, quel muro che ancora portava e porta ben visibili i segni del 15 febbraio 1945: i fori dei proiettili e i ganci con i quali furono legate le vittime. Sul muro si leggono inoltre i nomi dei Caduti e si possono vedere le loro fotografie.
Dal muro del’eccidio partiremo per la nostra narrazione storica a tappe nel centro storico di Fiorano.
Senti che storia a Fiorano: narrazione storica itinerante con i bambini delle primarie
La nostra camminata, dal titolo Senti che storia a Fiorano, è un evento aperto alla cittadinanza e del quale non siamo gli unici protagonisti. Anzi: le nostre narrazioni si alterneranno alle letture di testimonianze e articoli della Costituzione ad opera dei bambini di sei classi quinte delle scuole primarie fioranesi. Le classi hanno infatti aderito per questo anno scolastico al progetto di qualificazione scolastica Dai margini alla storia. Cittadini responsabili, proposto da Arci Modena, in collaborazione con Anpi e sostenuto per il terzo anno consecutivo dal Comune di Fiorano Modenese. Si tratta di un’attività didattica, dal taglio storico, volta alla promozione della convivenza civica e dei principi di cittadinanza costituzionali, con l’obiettivo di sviluppare elementi di consapevolezza civica negli alunni e nella cittadinanza.
La camminata è quindi anche il coronamento del percorso che abbiamo fatto insieme e ha l’obiettivo di condividere con la cittadinanza gli obiettivi raggiunti dagli studenti. Durante le 6 tappe ripercorreremo infatti gli anni che vanno dalle leggi razziali del 1938 all’immediato dopoguerra. Racconteremo vicende fioranesi per cercare le radici dei temi fondamentali espressi successivamente nella Carta costituzionale.
Ogni anno questo progetto ci ha regalato molte soddisfazioni e volta dopo volta abbiamo visto crescere la partecipazione delle famiglie e di piccoli e grandi cittadini. Rispetto al percorso dello scorso anno, quest’anno faremo due tappe in più, mentre anche gli studenti faranno più letture. Insomma, che tu abbia già partecipato o meno, questa non è un’edizione da perdere! Ti aspettiamo.
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