Sabato 21 ottobre ti aspettiamo sulle splendide colline di Levizzano Rangone per una nuova passeggiata storica. Cammineremo tra i vigneti arrossati dall’autunno, immergendoci in un paesaggio dolce e affascinante. Per contrasto, andremo alla scoperta delle esperienze militari dei contadini nella Grande Guerra, seguendo le tracce di chi fu costretto a partire per i fronti. Faremo, però, emergere anche ciò che vissero le famiglie dei soldati, rimaste a casa e costrette a barcamenarsi tra le difficoltà del quotidiano. Conoscere i vissuti delle donne e dei bambini è fondamentale per comprendere pienamente cosa fu la Grande Guerra, l’evento che ha contribuito più di tutti a plasmare il Novecento.

Uno dei panorami che vedremo nella passeggiata storica sulle esperienze dei contadini nella Grande Guerra

Uno dei panorami che vedremo nella passeggiata storica sulle esperienze dei contadini nella Grande Guerra

Contadini nella Grande Guerra

In Italia la Prima guerra mondiale mobilita milioni di contadini, costretti ad arruolarsi e a partire per i fronti del conflitto. Anche dalle colline di Levizzano partono decine di giovani: molti di loro sono mezzadri e braccianti agricoli, poco scolarizzati e molto adatti alle fatiche della fanteria. Il Regio Esercito li recluta in massa, ritenendo che i lavori dei campi possano essere svolti dai loro familiari. Le licenze agricole sono ridotte allo stretto indispensabile, affinché le semine e i raccolti non siano compromessi dalla carenza di braccia.

Tra i maschi restano a casa soltanto i capi delle grandi famiglie patriarcali, giudicati troppo vecchi per combattere, e i ragazzini. Condurre un podere senza gli uomini in età di leva non è affatto semplice: le operazioni più faticose gravano sui corpi delle donne e degli anziani, mentre i bambini sono chiamati a contribuire nelle attività più leggere.

Per i giovani, la chiamata alle armi segna un momento di svolta: i soldati non sanno cosa li attende e si ritrovano catapultati in uno scenario caotico. Nei reparti militari conoscono altri uomini, in tutto simili a loro, ma provenienti da altre zone d’Italia. Comunicare è molto difficile, perché nessuno parla abitualmente l’italiano: nelle campagne dominano i dialetti, relegando la lingua nazionale ai mesi della scuola elementare e agli atti ufficiali.

Quando scrivono alle famiglie, i combattenti non vogliono spaventare i loro cari, quindi non raccontano i pericoli. Nelle chiacchierate tra commilitoni, invece, l’incertezza sul futuro stimola la fantasia: i luoghi comuni germogliano e contribuiscono a diffondere le notizie false. Marc Bloch afferma che nei momenti della prova “si crede facilmente a ciò a cui si ha bisogno di credere”: alcuni soldati prestano fiducia a “radio scarpa”, ovvero al passaparola dei miti più diffusi nelle caserme; altri invece si aggrappano alla fede, colorandola di formule, ritualità e superstizioni.

Una delle lettere scritte dal soldato modenese Medardo Venturelli alla fidanzata Maria Borelli.

Passeggiata a Levizzano: come partecipare

Per partecipare alla passeggiata, occorre iscriversi entro sabato 21 ottobre alle 12 e pagare una quota di partecipazione, da versare alla partenza: 10€ a persona, 5€ per ragazze e ragazzi sotto i 12 anni, gratuito per bambine e bambini sotto i 6 anni. Anche i cani sono i benvenuti!

La passeggiata verrà realizzata solo se si raggiungerà un numero minimo di partecipanti. Perciò, dopo aver effettuato la prenotazione, riceverai conferma solo nel momento in cui verrà raggiunto il numero minimo di iscritti.

Il ritrovo è fissato per sabato 21 ottobre alle ore 14:30 nel parcheggio di Piazza Giovanni Paolo II a Levizzano Rangone. La partenza è prevista per le ore 15. L’evento dura 2 ore e mezza, comprese le soste per le narrazioni storiche.

Il percorso si sviluppa su terreni misti e presenta leggeri saliscendi, per cui è semplicemente raccomandata l’abitudine a camminare. Consigliamo di indossare scarpe comode e di portare con sé una scorta d’acqua.

Qui sotto trovi il modulo per l’iscrizione alla passeggiata.

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