Questa volta è stato faticoso. Non c’entrano i kilometri percorsi (fattibili per tutti), né le condizioni meteo (siamo stati aiutati da un cielo a tratti velato). No, la sfida questa volta è venuta dal contesto: condurre una camminata con narrazione storica nel bel mezzo dei preparativi per una delle notti bianche più frequentate della provincia non è stato semplice. La sfida, però, si è convertita in opportunità nel momento in cui anche il caos, il rombo dei motori, il turbinio di rosso e giallo si sono trasformati in un elemento narrativo: non c’è stato bisogno di troppi effetti speciali per calare il pubblico nell’atmosfera che si respira a Maranello. Perché, se è vero che la Notte rossa viene una volta all’anno, è anche vero che nella città del Cavallino incrociare tute rosse, vetture fiammanti, appassionati e visitatori da ogni dove è esperienza quotidiana. 350.000 visitatori all’anno, quasi 1.000 al giorno, non passano inosservati. E la città, sabato scorso, un po’ parlava da sola e un po’ suscitava interrogativi ancora più pressanti, ai quali sono da una prospettiva storica si può rispondere.

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Come è successo che quello che negli anni ’40 era solo un piccolo paese agricolo è diventato così famoso nel mondo? Perché mai Enzo Ferrari, modenese di città, ha costruito proprio a Maranello la sua fabbrica? Com’è successo che gente abituata alla zappa e all’aratro ha applicato la propria manualità e ingegnosità alle vetture da corsa? Dove hanno imparato il mestiere? E quando Maranello ha cominciato a diventare meta di un tale pellegrinaggio di visitatori? E oggi, oggi che ha poco più di 17.000 abitanti, come vive un tale afflusso? Com’è cambiata la città, cos’è rimasto dei campi, che cos’è quella città nella città che è la cittadella Ferrari?

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La tappa davanti al Museo Ferrari Maranello

Un trekking, tante voci!

Sono alcune delle domande a cui abbiamo cercato di rispondere, soddisfacendo la curiosità dei partecipanti al nostro trekking urbano che a Maranello sono venuti da varie zone della provincia modenese, ma anche dall’estero, dalla lontana Svezia. Eh sì, questa volta la nostra narrazione si è fatta bilingue, per non escludere nessuno! Tappa dopo tappa, Daniel ha tradotto il nostro racconto in inglese, per permettere anche ad Andreas di provare a comprendere un po’ di più la città della Ferrari.

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Lungo via Abetone Inferiore verso l’ingresso storico della fabbrica Ferrari

Un racconto in due lingue, quindi, ma anche un grande racconto corale, perché non ci siamo avvalsi solo dei nostri studi e delle nostre ricerche d’archivio, ma anche di tante testimonianze raccolte negli anni tra Fiorano e Maranello: meccanici, impiegati, amministratori pubblici ai quali abbiamo affiancato la voce di Enzo Ferrari, con letture dalla sua autobiografia. Ho portato anche la mia testimonianza, perché anch’io ho la “mia” Maranello, vissuta in 8 anni di coordinamento dell’ufficio turistico.

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La scuola voluta da Enzo Ferrari! Da sinistra: Danilo Baldi, Giuseppe Pinelli, Enzo Ferrari e Amos Franchini, come segnalato dalle signore Adele Baldi e Anna Rita Franchini Materozzi, che ringraziamo.

Dalla storia di Maranello alle strade del futuro

Ferrari and the City è stato un viaggio nella storia di Maranello (e anche un po’ delle vicine Modena e Fiorano), nella quale però abbiamo finito per leggere la storia d’Italia della seconda metà del Novecento: la seconda guerra mondiale, l’industrializzazione, i conflitti sociali, fino all’attualità e agli interrogativi che pone il presente. In termini di sostenibilità, ad esempio. Ed ecco che, a metà percorso, l’incontro con Il Celerifero ci ha permesso di aprire una porta sul futuro!

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Il Celerifero, foto di Laura Roversi

Come ci ha spiegato Lorenzo Michetti, Il Celerifero è un velocipede elettro-muscolare a tre ruote ispirato ai tradizionali sidecar, costruito artigianalmente e progettato per soddisfare le esigenze della nuova mobilità urbana ad emissioni zero. Una startup ideata da un gruppo di giovanissimi sviluppatori – studenti ed ex-studenti della Scuola IIS A. Ferrari di Maranello, giovani professionisti e imprenditori del territorio – che guardano al domani della Motor Valley d’Italia.

Il tempo di un giretto di prova e la nostra camminata è ripartita per le ultime tre tappe in programma che passo dopo passo ci hanno portato davanti alla Galleria del vento e agli anni 2000. E’ venuto così il tempo dei saluti: qualcuno è rientrato verso casa, altri si sono tuffati nella Notte Rossa… noi abbiamo festeggiato questa nostra piccola vittoria con un aperitivo, rosso naturalmente.

Ringraziando tutti i partecipanti, l’associazione Lumen che ha organizzato l’iniziativa, il Comune di Maranello che l’ha sostenuta e la biblioteca Mabic che l’ha inserita nel programma culturale della Notte Rossa, vi lasciamo a qualche foto ancora della nostra camminata.

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Foto di Laura Roversi

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