Dal giugno 2016 all’aprile 2019, ho lavorato al progetto #cittadine. I segni nelle comunità e sulle città. Si trattava di un’attività di ricerca/azione sugli anni 1946-1948, che intendeva indagare come le comunità locali si organizzarono per uscire dalla guerra e progettare il futuro democratico. “L’obiettivo specifico – si legge infatti nel progetto – è quello di andare ad approfondire i primi anni della Ricostruzione nella provincia modenese, attraverso la novità della presenza femminile nella sfera pubblica, sia economica che politica, novità mai messa a fuoco negli studi di storia locale”.

Ci si è mossi quindi in due direzioni: da un lato attivando diversi studiosi, tra cui la sottoscritta, su un lavoro di ricerca storica; dall’altro con iniziative ed eventi di restituzione al pubblico dei risultati della ricerca, che mi hanno in gran parte coinvolta direttamente.

2016: un avvio a passo di danza

Nel corso del primo anno di attività ci si è concentrati in particolare sul tema del diritto di voto alle donne. È stato quindi realizzato uno spettacolo di danza dal titolo #cittadine! Alla conquista del voto. Realizzato all’interno del progetto nazionale Leggere per ballare e con la mia drammaturgia, ha debuttato a Modena proprio nell’autunno 2016. In questo caso, il pubblico di riferimento erano gli studenti delle scuole superiori e i ragazzi e le ragazze delle scuole di danza, nonché le loro famiglie, che abbiamo coinvolto in un progetto didattico riproposto anche nell’anno scolastico 2017/2018, in questa seconda annualità allargato alle province di Reggio Emilia e Ravenna.

La scena finale dello spettacolo di danza "#cittadine! Alla conquista del voto" realizzato nell'ambito di #cittadine. I segni nelle comunità e sulle città.

La scena finale dello spettacolo di danza “#cittadine! Alla conquista del voto”.

2017: al lavoro!

Nel 2017 ci siamo invece dedicati al tema del lavoro e dell’impegno della comunità modenese nella Ricostruzione democratica anche attraverso la novità della presenza delle donne nella sfera pubblica, sociale ed economica. “L’intento – spiegava il progetto – è quello di indagare e riflettere su quanto è stato fatto nei primi anni del dopoguerra per riportare alla vita le comunità locali dopo le macerie e le distruzioni ereditate dalla guerra in un clima di forte disoccupazione. Come la solidarietà e la convinzione che tutto si potesse cambiare e rifondare ha unito la collettività in un’opera di rinascita e Ricostruzione morale e materiale”.

In questo secondo anno, le modalità di restituzione al pubblico del lavoro di ricerca si sono moltiplicate. Per quanto mi riguarda, ho lavorato prima di tutto alla costruzione di percorsi digitali capaci di rendere visibili le storie e le biografie di uomini e donne modenesi che, a vario titolo, hanno animato la storia e la scena pubblica di Modena nel ‘900.

Percorsi digitali e calendario civile

Le biografie delle donne appartenute ai Gruppi di Difesa della Donna modenesi, da me realizzate, non sono ancora state pubblicate nel database Modena900. Già in occasione del 25 aprile 2017, invece, ho presentato al pubblico l’itinerario sui GDD fruibile sull’applicazione Resistenza mAPPe Modena. Per la presentazione ho scelto di realizzare una camminata con narrazione storica (leggi di più qui e vedi le foto qui), che ha avuto un certo successo.

Un momento della camminata del 25 aprile 2017 realizzata nell'ambito di #cittadine. I segni nelle comunità e sulle città.

“Qui Ibes Pioli arriva dopo il volantinaggio in centro storico e si siede su una di queste panchine…”

Sono stata protagonista anche delle successive date del calendario civile, con momenti di restituzione dell’attività di ricerca: insieme a Daniel Degli Esposti ho condotto una pedalata tra Resistenza e dopoguerra in occasione del Primo maggio (qui l’evento e qui il racconto di com’è andata) e con gli attori di Ert ho invece realizzato la camminata storica del 2 giugno 2017, dalla Monarchia alla Repubblica (ecco l’annuncio dell’evento e il resoconto successivo). Il pubblico ha risposto molto bene a tutti questi eventi, partecipando in gran numero. Così abbiamo pensato che, adattandoli, avrebbero potuto incontrare anche il favore delle scuole.

#Cittadine va a scuola

Per l’anno scolastico 2017/2018, abbiamo quindi pensato e proposto percorsi itineranti cittadini per le classi della scuola secondaria di primo e secondo grado di Modena. L’obiettivo era quello di promuovere la conoscenza della società dagli inizi del ‘900 fino ai primi anni della Ricostruzione, attraverso i luoghi modenesi segnati dal lavoro e dalla presenza femminile, quali testimonianze delle tappe più significative dei cambiamenti culturali e sociali che hanno accompagnato donne e uomini nel passaggio da sudditi a cittadini. L’attività ha riscontrato un certo gradimento, tanto da essere riproposta anche nei due anni scolastici successivi, ovvero il 2018/2019 e il 2019/2020. Non ce lo aspettavamo e questo è uno dei post dedicati alla didattica, che ho dovuto via via aggiornare!

Non si è trattato per me solo di camminare. Infatti nell’anno 2017/2018 ho prestato la mia professionalità al progetto #cittadine anche per un secondo percorso didattico rivolto alle scuole superiori: “Nei loro panni”. Il laboratorio multimediale – ideato da Anna Pattuzzi e Valentina Arena – prevedeva un laboratorio didattico di ricerca storica su fonti primarie e divulgazione dei risultati del lavoro attraverso un evento pubblico, una performance artistica. L’obiettivo era quello di indagare la storia dei rapporti tra i generi e della sessualità, all’alba della Repubblica italiana (1945-1958), con un focus sul tema prostituzione. Ne ho tracciato un bilancio qui.

Laboratorio di ricerca storica "Nei loro panni" con Paola Gemelli all'Istituto Spallanzani di Castelfranco (MO). Realizzato nell'ambito di #cittadine. I segni nelle comunità e sulle città.

Laboratorio di ricerca storica “Nei loro panni” con Paola Gemelli all’Istituto Spallanzani di Castelfranco (MO).

La comunicazione

Nell’ambito del progetto ho curato anche un sito web, che aveva lo scopo di documentare e promuovere le attività. Con l’esclusione di una sola sezione, l’intero sito è stato affidato a me e lo trovate qui: Segni nella città. Tra le mie competenze annovero infatti anche quelle di giornalista e web content manager e writer, per cui è stato naturale pensare a me. Ho gestito e aggiornato il sito dall’inizio alla fine del progetto.

2019: libera ogni gioia!

Per valorizzare la ricchezza dei materiali emersi durante la ricerca storica portata avanti nel triennio e con lo scopo di raggiungere il più ampio pubblico possibile, abbiamo lavorato anche a prodotti di Public History con la caratteristica di poter restare nel tempo. Oltre ai database già citati, abbiamo realizzato anche una pubblicazione cartacea divulgativa dedicata agli anni 1945-1948 e dal titolo Libera ogni gioia, il cui autore è il ricercatore storico Giovanni Taurasi. Nell’ambito del libro, ho curato alcune schede di approfondimento. Per arrivare alla pubblicazione del volume, è stato necessario prorogare il progetto di qualche mese fino alla primavera del 2019, quando ho concluso anche le attività didattiche.

#cittadine. I segni nelle comunità e sulle città mi ha impegnata per tre anni su vari fronti, dalla ricerca, alla didattica, alle restituzioni per il grande pubblico. Non starebbe a me dirlo, ma in effetti tutte le attività che mi hanno vista impegnata hanno riscosso un notevole successo in termini di partecipazione e gradimento. Penso anche che abbiano contribuito a far conoscere un po’ di più la storia delle donne, raggiungendo l’obiettivo che il progetto si prefiggeva.

Paola Gemelli

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