Martedì 6 agosto 2019 mi attenderà un evento speciale. A Castelvetro di Modena ci sarà la “prima” del film-documentario Sentieri di democrazia. Castelvetro fra Resistenza e ricostruzione. Sarà una serata da non perdere, poiché sul grande schermo scorreranno immagini e parole cariche di emozioni. Come faccio a saperlo? Te lo racconto subito…

sentieri di democrazia

 

Sentieri di democrazia: un percorso fra storia e memorie

All’inizio del 2016 ho proposto al Comune di Castelvetro di Modena il progetto Sentieri di democrazia. Castelvetro fra Resistenza e ricostruzione. Avevo in mente di ricostruire storicamente l’epoca che ha plasmato la Repubblica italiana e la sua Costituzione.

Negli anni precedenti, mentre ero impegnato nella scrittura del saggio Memorie sepolte. La guerra aerea e le macerie del quotidiano nelle Terre di Castelli, avevo trovato elementi interessanti nell’archivio storico comunale. Volevo però affiancare alle ricostruzioni cronologiche e ai documenti ufficiali un altro tipo di materiale, capace di suscitare l’interesse in un pubblico più vasto rispetto ai soli “addetti ai lavori”.

Animato da questo obiettivo, ho cercato di recuperare le ultime testimonianze dirette degli abitanti più anziani, utilizzando il metodo della storia orale. Ho preparato le interviste nella speranza di coinvolgere più a fondo la comunità di Castelvetro nella nascita di un progetto storico e culturale quanto più possibile condiviso.

Volevo anche recuperare il lato umano della storia. Dalle interviste è infatti possibile ricavare elementi di vissuto che avvicinano il lavoro scientifico della ricerca alla sensibilità del pubblico.

Un momento dell'intervista a Nello Bettelli, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia

Un momento dell’intervista a Nello Bettelli, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia. Foto di Fausto Corsini

Un viaggio tra tante storie di vita

Nella prima fase dei lavori, l’Ufficio cultura del Comune di Castelvetro mi ha messo in contatto con i primi due testimoni. Avevo però bisogno di riprendere le interviste. Quando ho parlato del progetto al fotografo Fausto Corsini, ho visto i suoi occhi illuminarsi. L’idea gli è piaciuta talmente tanto che si è offerto di riprendere i dialoghi con una telecamera fissa e di immortalarli nei suoi scatti fotografici.

Dopo poche settimane l’impegno dell’Amministrazione comunale e dell’Ufficio cultura ci ha permesso di raggiungere altre otto persone. L’abbondanza delle narrazioni individuali mi ha spinto a dedicare parecchio tempo ai colloqui con i testimoni. Ho costruito le domande in modo che i protagonisti raccontassero quanto più liberamente possibile i loro “sentieri di democrazia”.

Un momento dell'intervista a Francesco Vandelli detto "Chicoun", inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia

Un momento dell’intervista a Francesco Vandelli detto “Chicoun”, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia. Foto di Fausto Corsini

Le interviste non hanno tradito le attese. I vecchi partigiani, le bambine di allora, i renitenti alla leva e i contadini hanno raccontato le loro vite tra fascismo, guerra, Resistenza e costruzione della democrazia. Lo hanno fatto con parole semplici, spesso pronunciate in dialetto, ma soprattutto con la forza dei loro sguardi. Mentre mi parlavano, sentivo l’emozione e la difficoltà di una memoria problematica. Mi sembrava di vederli scavare tra le pieghe di un passato mai del tutto raccontato, forse per paura o per una forma di “scaramanzia”. Perché su una cosa erano tutti d’accordo: non deve più tornare una guerra come quella che hanno visto loro.

Un film per le scuole

Nell’ultimo anno il Comune di Castelvetro ha deciso di concludere in bellezza il progetto Sentieri di democrazia. Così, dal lavoro dell’agenzia di comunicazione Intersezione, è nato il film-documentario che vedremo per la prima volta martedì 6 agosto. Il montaggio delle interviste traccia un filo narrativo che unisce le esperienze di vita nella dittatura fascista, le scelte della Seconda guerra mondiale e l’impegno nella ricostruzione postbellica.

Con questa veste Sentieri di democrazia è dunque pronto a entrare nelle scuole di Castelvetro. Il film offrirà un’opportunità di approfondimento sul metodo storico, poiché metterà gli studenti di fronte alle testimonianze dirette di alcuni protagonisti, contestualizzate da alcune mie brevi ricostruzioni di contesto.

Un momento dell'intervista a Dina Iubini, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia

Un momento dell’intervista a Dina Iubini, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia. Foto di Fausto Corsini

Se il progetto ti interessa, ecco qui una piccola anteprima dei contenuti!

La vita ai tempi del fascismo

Negli anni della dittatura fascista, la vita quotidiana di chi lavora nelle campagne di Castelvetro è un’esperienza di povertà e di fatica. La forbice della ricchezza si allarga a vantaggio delle famiglie più potenti. I mezzadri devono firmare contratti che li vincolano alle decisioni dei proprietari terrieri, mentre molti braccianti sono impiegati per meno di 100 giornate all’anno. Per loro non c’è riscatto: la scuola costa troppo. Nessun contadino può pensare di studiare molto più a lungo del corso elementare: molti si fermano ben prima della quinta classe, poiché devono guadagnarsi da vivere.

Anche le misure assistenziali del regime servono soprattutto a congelare i rapporti sociali: le attività dell’Opera nazionale balilla, il Dopolavoro e il sostegno alla maternità placano le proteste degli ultimi, senza mettere in discussione i privilegi dei primi. Per chi non si piega alla volontà di Mussolini, è pronto il pugno di ferro. Gli oppositori politici vengono considerati “sovversivi” e ricevono punizioni di durezza crescente: si va dall’ammonizione al carcere e al confino in località remote.

Un momento dell'intervista a Tolmino, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia

Un momento dell’intervista a Tolmino, inserita nel film-documentario Sentieri di democrazia. Foto di Fausto Corsini

La guerra totale

Quando l’Italia fascista entra nella Seconda guerra mondiale, la situazione precipita. Il fascismo sogna vittorie per la patria in armi, ma ottiene fame e miseria per il popolo. La disfatta militare matura nell’estate del 1943: il 25 luglio Mussolini viene arrestato, poi l’8 settembre arriva il colpo di scena. L’Italia firma un armistizio con l’Impero britannico e gli Stati Uniti. Allora la Germania nazista la invade e resuscita un fascismo ancora più violento: i giovani sono chiamati alle armi per sostenere la guerra di Hitler. Chi si rifiuta, deve nascondersi, altrimenti finisce al muro.

Qualcuno cede; altri scelgono di passare alla clandestinità. Quando alcuni di loro incontrano i vecchi oppositori del regime, capiscono che è arrivato il momento di lottare contro i fascismi. Nasce la Resistenza, una paradossale “guerra contro la guerra”, combattuta spesso casa per casa, chiedendo cibo e riparo alle famiglie contadine. I partigiani lottano contro i nazisti, ma anche contro i fascisti: molti di loro vogliono soprattutto cancellare le ingiustizie che impediscono ai più poveri di vivere liberi.

La democrazia delle idee

Nella primavera del 1945 Castelvetro deve fare i conti con le macerie e con i lutti di una guerra totale. Non si combatte più, ma non c’è neppure il lavoro. La gioia per la pace ritrovata rischia di svanire presto, assalita dai morsi della fame. Come si può trasformare quella rabbia in uno slancio costruttivo? È molto difficile: poco meno di trent’anni prima, alla fine della Grande Guerra, le tensioni sociali avevano aperto la strada al fascismo. Un rischio da evitare a ogni costo, soprattutto per i partigiani.

Così, tanti di loro si avvicinano alla politica. Lo fanno sulla base delle idee e delle amicizie maturate nei mesi della Resistenza. Non conoscono ancora bene la democrazia: a dire il vero, non l’hanno mai vissuta, poiché sono cresciuti nella società fascista. Eppure intuiscono che il futuro dovrà essere per forza diverso dal passato. Non vogliono tornare a “credere, obbedire e combattere”; dopo i pericoli della guerra, si sentono finalmente cittadini, protagonisti del proprio destino. Vogliono contribuire a costruirlo, quell’avvenire che si sono guadagnati attraverso la lotta.

Foto di gruppo al termine dell'intervista a Lina Iubini. Sentieri di democrazia

Foto di gruppo al termine dell’intervista a Lina Iubini. Foto di Fausto Corsini

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