La storia di Sassuolo nel Novecento è un continuo invito alla curiosità. Se facessimo un viaggio attraverso il tempo, dalla Belle Époque al boom del distretto ceramico, non troveremmo neppure un momento per la noia. Scopriremmo che l’antico crocevia degli scambi tra la valle del Secchia e la pianura modenese condensa in pochi chilometri quadrati tanti nodi della storia italiana ed europea. E ci accorgeremmo anche delle tracce lasciate dai grandi eventi. Seguendo questi segni di memoria, potremmo raccontare la “grande storia” a partire da una prospettiva locale. È una sfida intrigante, quindi… perché non trasformarla in un percorso di approfondimento aperto alla cittadinanza?

Storia contemporanea all’Università popolare sassolese

Negli ultimi tre anni, insieme a Paola Gemelli, ho “attraversato” più volte la storia di Sassuolo nel Novecento. Per inserire racconti di episodi inediti nei nostri eventi di Public History, abbiamo setacciato i faldoni dell’Archivio storico comunale, suddivisi per annate. Ci siamo imbattuti in mappe storiche e documenti scritti a mano; abbiamo riscontrato l’esordio delle macchine da scrivere e la miseria di carta dei tempi di guerra; abbiamo sfogliato documenti riccamente decorati e “veline” di carta sottile. Insomma, abbiamo “accumulato” un bel patrimonio di storie… e adesso è arrivato il momento di proporre una sintesi.

L’occasione arriva grazie all’Università popolare sassolese, desiderosa di inserire nella propria offerta formativa un corso di storia contemporanea. Nasce così l’idea di Sassuolo nel Novecento, un percorso di cinque lezioni serali con cadenza settimanale, in programma a partire da mercoledì 3 aprile.

Esercizi ginnici alla colonia elioterapica di Sassuolo durante il regime fascista. Storia di Sassuolo nel Novecento

Esercizi ginnici alla colonia elioterapica di Sassuolo durante il regime fascista

Sassuolo nel Novecento sarà un’occasione per approfondire la storia della città, mettendo a confronto le vicende della comunità con le dinamiche dello scenario nazionale, europeo e globale. In questo modo la storia locale non apre soltanto la possibilità di conoscere curiosità e aneddoti legati a una realtà specifica, ma consente di osservare su scala ridotta l’impatto dei processi storici. Riflettere sulle specificità sassolesi significa infatti valutarne criticamente le ragioni, senza cadere nell’illusione che siano il frutto di un’identità specifica e immutabile.

Storia di Sassuolo nel Novecento: una piccola anticipazione

Per quali aspetti Sassuolo si distingue da tanti altri paesi della provincia modenese? Cercando una possibile risposta a questa domanda, dobbiamo senza dubbio partire dal lavoro. Fin dall’inizio del Novecento, mentre tanti Comuni appenninici si spopolano per gli effetti dell’emigrazione, il centro nevralgico della fascia pedemontana occidentale diventa un centro produttivo considerevole. Nelle cave si estrae l’argilla, che nei forni delle fabbriche diventa ceramica.

Le ciminiere punteggiano il paesaggio ben prima del “decollo” industriale, ma a partire dal 1915 fumano sempre meno. La Grande Guerra chiude il mercato tedesco e a Sassuolo non arriva più carbone. Nel tempo della mobilitazione generale, non c’è più spazio per le mattonelle. Lungo il Secchia arrivano sempre più soldati; il picco arriva dopo la rotta di Caporetto, generando notevoli problemi di approvvigionamento e di ordine pubblico. Come si esce da un conflitto che segna così nel profondo la società, dal centro alle periferie?

Per cercare le risposte a questa domanda, e per scoprire tante altre storie, ti aspetto a partire da mercoledì 3 aprile al mio corso sulla storia di Sassuolo nel Novecento. Si tratta di 5 incontri con cadenza settimanale, tenuti in 5 mercoledì consecutivi, dalle 20.30 alle 22.00. La quota d’iscrizione al corso è di 33 euro. Per informazioni e iscrizioni, puoi contattare Laura Bizzarri telefonicamente (331.1365812) oppure via e-mail (unipopsassolese@ausermodena.it).

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