Il 20 settembre 1870 passa alla storia come il giorno della breccia di Porta Pia. In quel mattino il generale Raffaele Cadorna ordina all’artiglieria del Regio esercito di aprire il fuoco sulle mura di Roma. La città è ancora la capitale dello Stato pontificio, ma le forze armate italiane sono ormai determinate a conquistarla.

Non è, però, una missione scontata. Al Quirinale c’è ancora papa Pio IX, che vuole conservare il potere temporale a tutti i costi. Negli anni precedenti ha sempre avuto il sostegno militare di Napoleone III, il leader del Secondo impero francese, il cui aiuto è stato fondamentale per i Savoia nella Seconda guerra d’indipendenza. Nel 1870 scoppia però la guerra franco-prussiana: le truppe d’Oltralpe devono pertanto lasciare la penisola e il pontefice si ritrova privato del loro sostegno.

La breccia di Porta Pia

Anche per questo, il 20 settembre 1870, le truppe italiane cominciano le manovre per la presa della città. Gli attacchi avvengono in diversi settori delle mura, ma quello più significativo e simbolico consiste nella breccia di Porta Pia.

Il giovane ufficiale Edmondo De Amicis descrive così il varco aperto dagli artiglieri: «la porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra; di materassi fumanti, di berretti di Zuavi, d’armi, di travi, di sassi. Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti».

I soldati pontifici, in gran parte zuavi, si arrendono e Pio IX si ritira all’interno delle mura leonine. Il pontefice si rifiuta però di riconoscere lo Stato italiano. I Savoia occupano intanto il Quirinale e il 3 febbraio 1871 Roma diventa la capitale del regno d’Italia.

Pio IX non smette tuttavia di contrapporsi al nuovo scenario politico della penisola, vietando ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana con il “Non expedit”. Prosegue così la “questione romana”, che si protrarrà fino ai Patti lateranensi tra la Chiesa e il regime fascista.

Conosci la nostra Newsletter?

Per restare aggiornati su tutte le nostre storie e iniziative, è possibile iscriversi alla nostra Newsletter settimanale, in questa pagina.

Spargi la voce!

Conosci una persona interessata? Invia questo contenuto!