Il 26 ottobre siamo stati invitati, in quanto professionisti esperti di Digital History e di Public History, a intervenire nell’ambito del Laboratorio in Digital History dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” tenuto dal professor Enrico Acciai. Abbiamo così “incontrato” (a distanza!) gli studenti del curriculum Public History. Divulgazione e didattica della storia all’interno del corso di Laurea magistrale in Scienze della Storia e del Documento.

Non solo la ricerca storica, ma anche la Public History e l’alta divulgazione storica sono infatti il nostro mestiere da tempo, tanto che avevamo già tenuto più volte seminari a livello universitario (ne abbiamo parlato qui) per trasmettere le conoscenze acquisite in diversi anni di esperienza professionale.

La Digital History

Oggi si parla molto di Digital History o Storia digitale e anche di Digital Public History. Da tempo gli storici si sono resi conto che gli strumenti digitali possono aiutarli nel loro mestiere, sia nella fase di ricerca che in quella di restituzione al pubblico degli esiti di tali studi.

Negli ultimi mesi, le restrizioni legate alle normative anti-Covid hanno costretto gli storici a ricorrere agli strumenti digitali anche quando non era previsto: didattica, convegni ed eventi di Public History sono stati spesso convertiti in didattica a distanza, conferenze in streaming, video ecc… secondo i casi.

Tuttavia, la Digital History non è la semplice trasposizione nel mondo digitale di quanto prima si faceva in presenza. O, almeno, noi pensiamo che non dovrebbe esserlo. Sarebbe infatti un peccato limitarsi a trasferire il proprio lavoro in un ambiente digitale, quando si potrebbe generarlo in un ambiente digitale.

Il digitale non ci permette solo di consultare archivi che prima non avremmo potuto fisicamente raggiungere (se non al prezzo di molto tempo e molti costi), né solo di farlo più velocemente (ad esempio attraverso una maschera di ricerca), ma ci permette di allargare la ricerca con nuove domande, che prima sarebbe stato impossibile fare.

Daniel Degli Esposti durante il suo intervento al laboratorio in Digital History.

Daniel Degli Esposti durante il suo intervento al laboratorio in Digital History.

Un cambio di prospettiva

Le tecnologie digitali ci offrono strumenti che ci invitano a cambiare la nostra prospettiva e il nostro modo di lavorare. Il digitale consente di costruire discorsi pubblici di alta divulgazione storica e attività didattica che prima non era possibile realizzare.

Non si tratta di abbandonare – o di smettere di acquisire – le competenze che tradizionalmente caratterizzano il professionista della storia, ma di aggiungere competenze nuove e di lasciare che queste orientino il nostro modo di lavorare. Gli strumenti digitali hanno, anche, i loro difetti, come da più parti si evidenzia. Tanto più, vanno approcciati con occhi diversi. Lo diciamo ancora: secondo noi non si tratta di “adattare” modalità precedenti, ma di acquisire competenze avanzate – non solo digitali – per sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia.

Il fatto è che, oggi, viviamo in una “cultura digitale”: come potrebbe lo storico starne fuori, tanto più se Public Historian? Significherebbe giocarsi la possibilità di essere presenti e intervenire nel discorso pubblico, che è proprio uno degli obiettivi della Public History. Oggi, insomma, il digitale non può davvero essere un’opzione. Il vero Public Historian dev’essere digital.

Paola Gemelli nel corso dell'intervento al laboratorio in Digital History.

Paola Gemelli nel corso dell’intervento al laboratorio in Digital History.

Il nostro intervento al laboratorio in Digital History

Agli studenti del laboratorio in Digital History abbiamo raccontato alcune nostre esperienze professionali, “pescando” da diversi ambiti: progetti partecipati, didattica, divulgazione sul web… I frequentanti del corso, però, avevano curiosità anche su altri aspetti della Public History e, soprattutto, avevano il desiderio di capire come se ne possa fare una professione.

Conosciamo lo smarrimento di chi, avvicinandosi al termine degli studi, si interroga sul proprio futuro professionale e si chiede quali passi compiere, a quali porte bussare e, anche, se non sia il caso di studiare ancora un po’. Siamo per la formazione continua, ritenendo che sia necessario un continuo aggiornamento, tanto più per un digital historian. Tuttavia la nostra esperienza ci porta anche a dire che sperimentarci sul campo ci ha permesso di affinare tecniche, competenze e strumenti di lavoro. Speriamo di aver portato agli studenti qualche elemento utile per orientarsi e anche un po’ di coraggio che non guasta mai!

Il più bel commento ricevuto? “Ci avete aperto un mondo”. Grazie 🙂

Per saperne di più sulla Digital History

Chi avesse voglia di approfondire il tema della Digital History, potrebbe dedicare un po’ del suo tempo alla lettura del recente La storia in digitale. Teorie e metodologie di Deborah Paci.

Per saperne di più sulla nostra attività…

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Gli studenti che avessero ancora curiosità sulla nostra professione possono contattarci scrivendo a info@allacciatilestorie.it

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