Sulle montagne d’Emilia ci sono angoli di rocce che ti danno la sensazione di viaggiare sul crinale della storia. Mentre cammini lungo il sentiero, avverti la sensazione lieve, eppure netta, di attraversare il tempo. Troppi eventi si sono arrampicati lungo quei pendii, generando cambiamenti di portata epocale. Quanti mondi, immersi per secoli in un ritmo pre-moderno, si sono visti scaraventare nel vortice del Novecento. Fanano, ad esempio: impoverito dall’emigrazione e segnato dalla Linea Gotica. Difficile trovare una prospettiva migliore, per raccontare l’avvicinamento dell’Appennino al terzo millennio…

Sarà proprio questa la traccia narrativa che seguirò nel pomeriggio di domenica 17 giugno in quel di Fanano. Il mio racconto, intitolato Sul crinale della storia. L’Appennino modenese tra migrazioni e resistenze, chiuderà la terza edizione del trekking, organizzato dalla Delegazione FAI Modena in collaborazione con il FAI Giovani – Modena, il FAI Giovani – Bologna e con il CAI – Sezione di Modena. L’iniziativa ha il patrocinio dei Comuni di Fanano e Montese, nell’ambito del progetto Apperò promosso dal FAI Emilia Romagna per la valorizzazione del territorio appenninico.

Fanano Linea Gotica

L’Appennino nel Novecento: storie di emigrazione

La storia non scorre sempre e ovunque allo stesso ritmo. Basta osservare le vicende dell’Italia centro-settentrionale per scorgere tanti modi diversi di entrare nel Novecento. Mentre le ciminiere delle fabbriche spargono polvere e ricchezza sulla borghesia del nord-ovest, la montagna modenese fa i conti con la miseria.

L’energia del vapore accorcia il mondo? Allora perché non cercare fortuna altrove? Tra i giovani sono sempre più numerosi quelli disposti a rischiare tutto per cambiare aria. Molti di loro finiscono a estrarre carbone nelle miniere di mezzo mondo, altri non resistono all’avventura. Come Felice Pedroni, partito da Trignano per cercare lavoro in Francia e arrivato a scoprire il luccichio dell’oro in un torrente dell’Alaska. Dal 1902 gli Stati Uniti e il mondo lo conoscono come Felix Pedro, l’uomo capace di fondare il primo nucleo della città di Fairbanks. Un avventuriero, un fananese passato alla storia. Un emigrante come migliaia di altri, perduti nel gelo e nel buio. Finiti nell’oblio, perché incapaci di scovare il bagliore giusto.

Fanano emigrazione e Linea Gotica. Felice Pedroni

Felice Pedroni

Quanti ragazzi, poi, partono senza possibilità di tornare tra il 1915 e il 1918. La Grande Guerra li manda verso altre montagne, quelle Alpi di cui forse non hanno mai sentito neppure parlare. Il Regio Esercito li apprezza, perché sanno faticare. Poi li logora, li spreme, li consuma. Li spegne.

Come si esce da quel conflitto? Le genti dell’Appennino non si lanciano nelle passioni politiche, eppure qualcuno avverte i fuochi di un’epoca estrema. Cresce il fascismo, che marcia su Roma. Qualcuno parte per non piegarsi, altri si rimboccano le maniche per non spezzarsi. Ignari di ciò che li attenderà tra il 1943 e il 1945.

Fanano emigrazione e Linea Gotica. Monumento a Felice Pedroni in località Trignano di Fanano.

Monumento a Felice Pedroni in località Trignano di Fanano.

La Seconda guerra mondiale e le cicatrici della Linea Gotica

Dopo l’8 settembre 1943 dove fugge un ragazzo di pianura o di collina che non vuole più combattere? Tanti sperano di risolvere il dilemma imboccando la via della montagna. Eppure non è semplice, perché nessuno è abituato a stare nascosto tra i boschi e le località più isolate. In tanti angoli dell’Appennino la Resistenza non nasce per convinzione, ma per disperazione: anche se non sanno nulla di politica, i giovani capiscono che insieme ci si difende meglio dai rastrellamenti. Solo col tempo si radica l’idea di lottare contro la guerra nazista e fascista.

L’attività dei ribelli, nella zona appenninica della provincia di Modena, in questi ultimi giorni, è particolarmente intensa. Le bande tendono ad ingrossare, rinforzate da nuovi elementi. Oltre alle quotidiane rapine e aggressioni, viene segnalato che una banda forte di circa 100 gregari, formata da toscani e da qualche straniero, opera nella zona di Fanano; una banda composta di 300 uomini circa, si aggira nel territorio di Sestola; una banda formata da oltre 200 ribelli, è dislocata nella zona Olina-torrente Scoltenna […]. Le formazioni ribelli tendono a raggrupparsi sulle montagne modenesi.

(Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana, 19 maggio 1944)

Otto mesi possono essere interminabili, se portano con sé un’altra guerra totale. Alla fine dell’estate 1944 la guerra si ferma tra Fanano e l’Appennino modenese. I nazisti consolidano il sistema difensivo della Linea Gotica, sbarrando la strada agli Alleati. Comincia uno stillicidio di attacchi e gelo, esplosioni e fame, agguati e rastrellamenti. Tante famiglie devono lasciare le case e tutto ciò che hanno, perché quella guerra trasforma ogni cosa in un luogo di battaglia. Passato l’incubo, niente è più come prima. Chi può ricominciare a vivere in quelle condizioni? Solo un fenomeno della vita umana si riprende molto presto: l’emigrazione verso terre meno colpite dalla violenza.

Linea Gotica a Fanano: Il memoriale ai caduti della Seconda guerra mondiale, realizzato al Passo di Croce Arcana

Il memoriale ai caduti della Seconda guerra mondiale, realizzato al Passo di Croce Arcana. Foto di Lorenzo Pavani, CC BY-SA 3.0

Appuntamento domenica 17 giugno a Fanano

La lezione-spettacolo Sul crinale della storia. L’Appennino modenese tra migrazioni e resistenze si terrà domenica 17 giugno alle ore 17 presso le Cantine degli Scolopi a Fanano. L’iniziativa è gratuita, ma i posti sono limitati e ormai prossimi all’esaurimento. Per prenotare, consiglio di contattare al più presto la Segreteria della Delegazione FAI Modena al ‭373 7642601. In alternativa è possibile inviare un’e-mail a modena@delegazionefai.fondoambiente.it.

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