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Valentina Guidetti “Nadia”, l’eroina di Pasqua

Il 1° aprile del 1945, giorno di Pasqua, Valentina Guidetti si trova presso Toano insieme ai suoi compagni di lotta. Sono accerchiati dal nemico a Cà Marastoni e lei si offre volontaria per andare a chiedere rinforzi. Attraversa una zona violentemente battuta dai colpi dei tedeschi, tuttavia giunge incolume a destinazione con il messaggio dei compagni in pericolo. Riceve istruzioni dal Comando del VII Battaglione. Le sconsigliano di tornare indietro, ma lei decide di provare a farlo, per riferire immediatamente le missive del comando.

Purtroppo al rientro è meno fortunata che all’andata: viene catturata dai tedeschi. Viene quindi interrogata, picchiata, torturata. Resiste, non dice nulla, per non tradire i compagni. Finisce così per essere uccisa, a colpi di pugnale.

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Una vita difficile

Valentina non aveva avuto una vita facile. Orfana della mamma, era cresciuta con una famiglia amica dopo che il padre era dovuto emigrare per lavoro. A 14 anni si era trasferita dall’Appennino reggiano a Genova, per andare a servizio e poter così sostenere sé stessa e i fratelli.

Rientrata a Toano, dopo l’8 settembre presta il proprio aiuto prima ai militari italiani sbandati e poi ai primi partigiani che cominciano a operare nella sua zona. Una prima scelta coraggiosa, per la quale mette a rischio la propria vita. Per chi aiuta i soldati, c’è il rischio della fucilazione. Eppure molte donne come lei fanno questa scelta. Nel reggiano, d’altra parte, il fascismo non aveva trovato nel mondo femminile una grande accoglienza.

L’impegno nella Resistenza

Nel tempo Valentina Guidetti finisce per “arruolarsi”: nel dicembre del 1944 è con le formazioni della Toscana, poi con i partigiani reggiani. Diventa staffetta del Distaccamento Orlandini della 26^ Brigata Garibaldi. Il suo nome di battaglia è Nadia.

Si distingue per un notevole senso di responsabilità, che forse le viene dall’essere dovuta crescere in fretta, e la capacità di svolgere i vari compiti di collegamento che le vengono affidati. Avrebbe potuto restarsene a casa, non c’era per lei nessuna chiamata alle armi da cui fuggire, ma come altre donne sceglie la libertà. È a pieno titolo una volontaria della libertà!

Dopo che il suo corpo viene ritrovato dai compagni, in mezzo ai rovi, le viene dedicato il Distaccamento Orlandini, ribattezzato con il nome “Valentina Guidetti”. Valentina/”Nadia” non ha potuto vivere quella libertà che ci ha regalato.

La memoria di Valentina Guidetti

Nel 1981, nella valle di Toano, è stato inaugurato alla sua memoria un monumento alla Resistenza, che si trova sulla strada per Cerrè Marabino (nella foto di copertina di questo post). Premiata con la Medaglia d’Argento, Valentina Guidetti, nome di battaglia Nadia, viene definita “l’eroina di Pasqua”.

Per saperne di più

Per approfondire la storia delle donne nella Resistenza, consigliamo la lettura di alcuni libri, disponibili per l’acquisto online:

  • La Resistenza taciuta. Dodici vite di partigiane piemontesi, a cura di Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina
  • Donne guerra politica. Esperienze e memorie della Resistenza, a cura di Dianella Gagliani, Elda Guerra, Laura Mariani e Fiorenza Tarozzi
  • La Resistenza in Italia. Storia e critica, di Santo Peli
  • L’Agnese va a morire, romanzo di Renata Viganò
  • Diario partigiano, di Ada Prospero Gobetti

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