Giovedì 27 febbraio 2025, a Modena, è in programma l’incontro Vogliono fare una “sostituzione etnica”? Istruzioni storiche per non cascare nella trappola della “re-migrazione”. Daniel Degli Esposti adotterà un approccio storico per affrontare questa domanda, riflettendo sulle distorsioni e sui pericoli della propaganda xenofoba.

L’incontro inizia alle ore 18:30 presso la Sala Villaggio Giardino (via Marie Curie 22/B, Modena) ed è l’ultimo appuntamento del ciclo Bugie di razza. Razzismo e migrazioni tra storia e presente. Il percorso ha ricostruito perché sono nati e come si sono sviluppati nel tempo alcuni discorsi d’odio, spesso collegati o ricondotti agli arrivi di persone “straniere”. Se l’argomento ti interessa, trovi le modalità di partecipazione proseguendo la lettura dell’articolo.

Una piccola anteprima: origini dei discorsi su sostituzione etnica e re-migrazione

A partire dal 2008 gli effetti della crisi economica globale generano una trasformazione politica significativa. Il collasso del sistema finanziario provoca, infatti, il simultaneo declino del liberalismo conservatore e della socialdemocrazia.

Mentre la vecchia classe operaia si confronta con i problemi del sistema pensionistico, appesantito da un lungo utilizzo clientelare, la popolazione attiva vive in un mercato del lavoro profondamente diverso da quello novecentesco. Il proletariato industriale lascia infatti il posto a una molteplicità di individui slegati e “atomizzati”, pertanto incapaci di proporsi come portatori di interessi collettivi.

In questi frangenti le forze politiche progressiste non riescono a concepire soluzioni efficaci per far sentire la propria vicinanza ai settori più svantaggiati della popolazione; mentre quote crescenti di laureati si avvicinano ai partiti democratici, condividendo la loro attenzione ai diritti civili, le fasce meno scolarizzate si lasciano attrarre sempre più spesso dalle proposte politiche populiste.

È l’estrema destra a cogliere con maggiore prontezza ed efficacia le opportunità generate da questo nuovo scenario. Si afferma, infatti, una nuova generazione di leader, che conquista quasi interamente il campo politico tradizionalmente assegnato ai conservatori. La cultura liberale viene messa in discussione da un pensiero molto più radicale ed escludente, fortemente attrattivo per tutti coloro che si sentono penalizzati dal nuovo ordine sociale.

Il successo dei sovranismi

L’estrema destra reinterpreta il nazionalismo in chiave difensiva, per rispondere alle paure generate da uno scenario economico-sociale sempre più incerto. Dal momento che i promotori di queste posizioni si dichiarano paladini della sovranità nazionale contro i “poteri forti” delle istituzioni europee o globali, i politologi coniano il termine “sovranismo” per classificare la loro proposta politica.

I sovranisti esaltano la “difesa dei confini” dalle (presunte) minacce esterne e puntano sull’omogeneità culturale degli appartenenti alla comunità nazionale. Per raggiungere quest’ultimo scopo, strumentalizzano gli aspetti divisivi ed escludenti della tradizione, costruendo un concetto ostile dell’identità.

La radicalizzazione assume sempre più spesso connotati violenti e aggressivi, fino a diventare una minaccia strutturale per le società. Il “nativismo” e il suprematismo bianco sono, infatti, alla base di diverse stragi, commesse in vari Paesi occidentali da terroristi legati agli ambienti dell’esaltazione identitaria e fomentati da varie fantasie di complotto.

L’obiettivo profondo delle politiche sovraniste non è, tuttavia, la difesa degli interessi di chi sta in basso nella scala sociale nazionale. Alimentando la guerra tra i poveri “interni” ed “esterni”, i partiti dell’estrema destra concentrano le attenzioni delle masse su minacce inesistenti, rese tuttavia credibili da un fortissimo impegno propagandistico. I popoli si convincono, pertanto, di lottare contro coloro che soffocano le loro possibilità di sviluppo, mentre agiscono contro nemici costruiti ad arte, lasciando prosperare intoccati e indisturbati gli interessi delle classi dirigenti.

Come partecipare

I posti per l’incontro Vogliono fare una “sostituzione etnica”? Istruzioni storiche per non cascare nella trappola della “re-migrazione” sono limitati. Per partecipare, è necessario iscriversi e pagare una quota di partecipazione (10€), da versare all’ingresso in sala. Qui sotto trovi il modulo per la prenotazione.

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