Giovedì 20 febbraio 2025, a Modena, è in programma l’incontro Vengono tutti qui? Le migrazioni nella storia d’Italia. Daniel Degli Esposti adotterà un approccio storico per provare a rispondere a questa domanda. Rifletteremo sulla storia delle migrazioni in Italia tra l’Ottocento e la contemporaneità, mettendo in luce la persistenza nel tempo di alcuni atteggiamenti umani.
Perché l’Italia è stata un Paese di emigranti? Come venivano accolte le persone che cercavano lavoro e fortuna altrove? Quali conseguenze generava questo flusso in uscita sulla società italiana? Come cambiano le dinamiche migratorie nella seconda metà degli anni Cinquanta, quando si apre una fase di rapido sviluppo economico? E, infine, è vero che le migrazioni in entrata rischiano di compromettere la tenuta (o la sopravvivenza) di una società?
L’incontro inizia alle ore 18:30 presso la Sala Villaggio Giardino (via Marie Curie 22/B, Modena) e si inserisce nel ciclo Bugie di razza. Razzismo e migrazioni tra storia e presente. In quattro appuntamenti, potrai scoprire perché sono nati e come si sono sviluppati nel tempo alcuni discorsi d’odio, spesso collegati o ricondotti agli arrivi di persone “straniere”. Se l’argomento ti interessa, trovi le modalità di partecipazione proseguendo la lettura dell’articolo.
Storia delle migrazioni in Italia: una piccola anteprima tra Ottocento e Novecento
Dall’Unità d’Italia agli anni del “miracolo economico” donne e uomini, vecchi e bambini, avventurieri e disperati, famiglie al completo e singoli individui lasciano l’Italia per cercare fortuna altrove. Francia e Belgio, Germania e Svizzera, Stati Uniti e Argentina diventano le terre della loro speranza. Le valigie di cartone, le persone e le idee si ammucchiano sui treni e sui piroscafi. Tuttavia, molti emigranti non spezzano i legami con i loro cari rimasti a casa. Inviano loro notizie e denaro, tenendo aperta la possibilità di un ritorno.
Le comunità degli Stati che accolgono gli emigranti italiani non sono sempre aperte e tolleranti nei loro confronti. I pregiudizi si annidano in tutti i settori della vita quotidiana. I più diffusi riguardano l’amore per la pasta e l’essenza girovaga che traspaiono dall’aspetto degli italiani. Molti di loro non riescono mai a uscire dai bassifondi e sono costretti a vivere di espedienti. Intanto, i media sfruttano gli echi della cronaca per ingigantire l’attitudine al coltello e per strumentalizzare gli atti di violenza commessi dagli italiani. L’odio innesca situazioni estreme e le comunità più esasperate si segnalano per gravi episodi di intolleranza e linciaggi.
Poi, nella seconda metà del Novecento, le vicende migratorie mutano insieme alla società italiana. Lo sviluppo economico stimola gli spostamenti interni dalle “zone depresse” alle aree più produttive del Paese. Anche la globalizzazione accelera ulteriormente, rendendo molto più rapidi gli scambi di denaro, merci e persone. I Paesi europei diventano mete di flussi migratori in entrata e le società diventano sempre più complesse. Non mancano le reazioni di rifiuto e molti, seguendo la propaganda xenofoba, si chiedono perché «vengono tutti qui». È davvero così? Perché questi argomenti attecchiscono così tanto? Ne parleremo giovedì 20 febbraio.
Come partecipare
I posti per l’incontro Vengono tutti qui? Le migrazioni nella storia d’Italia sono limitati. Per partecipare, è necessario iscriversi e pagare una quota di partecipazione (10€), da versare all’ingresso in sala. Qui sotto trovi il modulo per la prenotazione.
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