Lunedì 10 febbraio 2025 saremo a Fiorano Modenese per la narrazione-spettacolo Dal confine orientale a Modena: storie di profughi. Ripercorreremo insieme uno dei periodi storici più tormentati del Novecento, osservando il rapporto tra la nostra provincia e l’area dell’Alto Adriatico. Il filo conduttore sarà l’esperienza dei profughi, che ha caratterizzato i territori del confine orientale dalla rotta di Caporetto al 1954. I conflitti e le contrapposizioni politiche hanno portato a più riprese uomini, donne e bambini anche in terra modenese.
Perché queste persone si sono stabilite qui? Come hanno vissuto i mesi (o gli anni) del distacco dalla loro terra? Sono riuscite a rientrare? E quali rapporti hanno avuto con i cittadini “indigeni”? Prenderemo le mosse dagli anni della Grande Guerra (quando venne ridefinito il confine orientale del regno d’Italia) e proseguiremo fino a raccontare ciò che accadde tra il 1945 e il 1954, quando gli italiani furono costretti a fare i conti con il progetto politico della Jugoslavia di Tito. In mezzo, ricorderemo l’italianizzazione forzata e le repressioni provocate dal regime fascista.
Una piccola anteprima
La Repubblica italiana riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Quella dell’Alto Adriatico è una storia “lunga” e stratificata, ricca di convivenze e contrapposizioni. Per capirla, è importante osservarla attraverso i decenni, cercando di entrare nella prospettiva delle persone che vissero il susseguirsi degli eventi.
Partiremo dal 1917, quando la rotta di Caporetto sconvolge il confine orientale. Dopo oltre due anni di sostanziale immobilismo, la linea del fronte italo-austriaco passa dall’Isonzo al Piave, retrocedendo di oltre 100 chilometri in poco più di due settimane. Dal Friuli e dal Veneto fuggono verso sud circa 500.000 civili, molti dei quali oltrepassano il Po. Sono i profughi di Caporetto, destinati a vivere con difficoltà gli ultimi dodici mesi di guerra e le traversie del ritorno. Così scrive, nel novembre, il corrispondente da Sassuolo del settimanale «Il Domani».
«Sono migliaia e migliaia di poveri lavoratori che vengono, dove il turbine devastatore della guerra non è ancora passato, tutto distruggendo e demolendo, a cercare la solidarietà fraterna dei cittadini italiani. Sono turbe di bambini scalzi, laceri, scarmigliati, che nel trambusto della fuga si sono smarriti, dispersi, ed oggi vagano nelle piazze in cerca non solo del babbo o della mamma, ma pure del tozzo di pane e del vestitino che li ripari dalla rigidità della stagione».
Il dramma dello sradicamento si ripete anche al termine della Seconda guerra mondiale. A Modena e nel territorio della provincia arrivano persone e famiglie che hanno lasciato i territori dell’Alto Adriatico. Si trasferiscono in Italia per non rinunciare alla cittadinanza italiana. Non solo: diversi di loro temono che la nascente guerra fredda li tenga bloccati in un Paese alleato dell’URSS. Tra chi parte ci sono anche gli oppositori politici di Tito, che non vogliono vivere nella Repubblica popolare federale di Jugoslavia e temono un’epurazione violenta.
Come partecipare alla narrazione-spettacolo Dal confine orientale a Modena
La narrazione spettacolo si terrà lunedì 10 febbraio, con inizio alle 20:45, presso la saletta della Biblioteca BLA di Fiorano modenese (via Silvio Pellico, 9). La partecipazione all’evento è gratuita e non è necessario prenotare.
Le ricerche storiche e la sceneggiatura sono curate da Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti. Al racconto storico, condotto da Daniel, si alterneranno letture attoriali di Cristina Ravazzini, che darà voce a documenti e testimonianze, in parte inedite. La narrazione spettacolo sarà inoltre accompagnata dalla proiezione di immagini storiche e animazioni realizzate da Paola.
La narrazione spettacolo è proposta dal sodalizio professionale Allacciati le storie, con il sostegno del Comune di Fiorano modenese.
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