“Italiani brava gente”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa espressione per interpretare le vicende storiche del Novecento? Nel corso dei decenni, molte persone se ne sono servite per eludere le discussioni sulle pagine più dolorose del passato nazionale. Così, molte vicende scomode e disonorevoli sono rimaste sommerse in un oblio fatto di reticenze e complicità. Un esempio? A ottant’anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, tante persone non conoscono il ruolo del fascismo nell’annientamento dei “diversi” e nello sterminio degli ebrei.
Proprio per questo, oggi, è importante riflettere criticamente sul mito degli “italiani brava gente”. Lunedì 27 gennaio 2025 il Centro Culturale Eretica proporrà una serata di discussione e approfondimento a Modena. L’appuntamento è fissato per le ore 21 nella sede di via Nicolò Biondo 266B.
Daniel Degli Esposti analizzerà dal punto di vista storico il ruolo e l’importanza che ha avuto l’Italia nella attuazione della Shoah. Interverrà anche Simonetta Malinverno della comunità Modena sinti. L’iniziativa permetterà di riflettere sulla specificità del razzismo italiano, ma anche sulla tragica complessità dell’universo concentrazionario, ideato per disumanizzare le persone che non si conformavano al modello imposto dai fascismi.
Il mito degli “italiani brava gente” e la realtà dell’oppressione
Il lager fu il culmine di un progetto politico che annichilì i dissidenti politici, le minoranze religiose, i gruppi etnici sinti e rom, le persone omosessuali e quelle con disabilità. Tutto cominciò, però, con fatti meno eclatanti: i pregiudizi, i discorsi d’odio e le leggi discriminatorie crearono le condizioni per l’accettazione sociale dell’annientamento altrui. Osservando la storia, cercheremo di capire i meccanismi umani sfruttati dal fascismo italiano, aprendo riflessioni sulla loro persistenza nei decenni successivi e nel nostro presente.
Il Centro Culturale Eretica sintetizza così gli obiettivi della serata: «Il termine antifascismo nel 2025, dal nostro punto di vista, significa essere in grado di riconoscere e contrastare tutte quelle pratiche che alimentano il decadimento sociale e culturale che caratterizza i giorni nostri».
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