Il 4 agosto 2024 è il cinquantesimo anniversario della strage dell’Italicus. Quell’evento traumatico, inserito nella “strategia della tensione”, non si è impresso nella memoria con la stessa forza di altre vicende simili, come le stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Tuttavia, ciò che accadde il 4 agosto 1974 lungo la linea ferroviaria Bologna-Firenze aiuta a comprendere un periodo complesso e tormentato della storia italiana.

Come avvenne la strage dell’Italicus

All’una e sedici minuti del 4 agosto 1974 un boato risuona nella Grande galleria dell’Appennino.

Il treno Italicus Roma-Monaco di Baviera procede rapidamente nel tunnel per recuperare un po’ dei 23 minuti di ritardo che ha accumulato in precedenza. Sul convoglio viaggiano 342 passeggeri, distribuiti in 17 carrozze.

Il macchinista intravede ormai l’uscita di San Benedetto Val di Sambro quando esplode una bomba, piazzata probabilmente sotto un sedile della quinta carrozza. Sarebbe destinata a scoppiare nella stazione di Bologna, ma nonostante gli sforzi per recuperare tempo il treno è ancora in ritardo.

Le lamiere di alcuni vagoni prendono fuoco e diventano una trappola mortale per 12 persone. Tuttavia, il treno procede d’inerzia per qualche centinaio di metri, uscendo dalla galleria. Questo piccolo tragitto contribuisce a salvare molte persone, che altrimenti sarebbero state soffocate dai fumi tossici dell’esplosivo. Alla fine della giornata si contano però 44 feriti, oltre ai 12 morti già citati.

In tutti i processi sul caso Italicus la matrice neofascista dell’attentato emerge in maniera evidente. Le indagini svolte negli anni successivi non hanno tuttavia permesso di identificare personalmente i mandanti e gli esecutori materiali dell’operazione. Manca, pertanto, una verità giudiziaria, anche se le ricostruzioni storiche consentono di ricondurre inequivocabilmente la strage dell’Italicus agli ambienti neofascisti.

Dopo un iniziale moto di sdegno, la memoria di questa tragedia si affievolisce. L’opinione pubblica è, infatti, immersa nelle tensioni degli anni Settanta, che generano profondi cambiamenti nella vita quotidiana di molte persone, ma anche negli equilibri della Repubblica. Oggi il nome Italicus è addirittura diventato un brand commerciale…

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