Mercoledì 15 maggio 2024 ci incontriamo a Modena per una serata di approfondimento storico e di informazione su una questione che lacera il nostro presente. L’iniziativa s’intitola Nakba: 76 anni di occupazione israeliana delle terre palestinesi. A 76 anni esatti dall’inizio della prima guerra arabo-israeliana, Daniel Degli Esposti racconterà la storia della nakba, la «catastrofe» del popolo palestinese. L’intervento sarà l’occasione per ricostruire ciò che accadde nei mesi precedenti e nel periodo successivo alla Dichiarazione d’indipendenza dello Stato d’Israele, quando oltre 700.000 palestinesi dovettero lasciare la propria terra per trovare rifugio altrove.
Nel corso della serata, coordinata da Mauro Cavani del Comitato Modena incontra Jenin, sarà inoltre proiettato il documentario Palestina in fiamme, di Monica Maurer, presentato da Mirca Garuti dell’associazione Per non dimenticare Odv. Sarà infine visitabile la mostra d’arte di disegni Sai cosa faranno stasera a Gaza, di Antonia Zanotti e Filippo Sala.
Come partecipare
L’appuntamento è per mercoledì 15 maggio alle ore 20:30 presso Lo Spazio Nuovo, in viale IV novembre 40B, a Modena. La partecipazione all’evento è gratuita e non è necessario prenotare. L’iniziativa è promossa da Comitato Modena incontra Jenin, Per non dimenticare Odv, Alkemia Aps, Associazione per la Pace Modena, Pax Christi Punto Pace Modena, Overseas Onlus, Casa per la Pace Modena OdV, Donne in nero Modena, Gruppo Bisabr e Modena per la Palestina, con il patrocinio del Comune di Modena.
Una piccola anticipazione: il Medio Oriente nel secondo dopoguerra
Al termine della Seconda guerra mondiale la Siria, il Libano e la Transgiordania raggiungono la piena indipendenza, affrancandosi dal controllo coloniale della Francia e del Regno Unito. Rimane, invece, tesa e problematica la situazione della Palestina. La regione è abitata da circa un milione e mezzo di arabi e da circa 550.000 ebrei: alcuni tra questi ultimi sono fuggiti dalle persecuzioni razziali dei fascismi europei, mentre altri erano arrivati nel corso dei decenni per realizzare le idee del sionismo.
Alcuni gruppi sionisti si propongono di rilanciare un nazionalismo oltranzista e messianico, che pretende di controllare non solo il territorio palestinese, ma anche la Giordania e la penisola del Sinai. I loro leader rafforzano le organizzazioni combattenti per organizzare attentati, mettendo pressione sulle autorità britanniche: nel 1946 l’attacco terroristico all’hotel King David di Gerusalemme provoca 91 morti, generando una fortissima impressione nell’opinione pubblica britannica.
Nel frattempo, gli arabi palestinesi interpretano l’arrivo di nuovi immigrati ebrei come una minaccia per la loro sopravvivenza. Così, alcuni gruppi organizzano una guerriglia antisionista e antibritannica mediante l’attività di bande armate. Nel 1947 la situazione in Palestina diventa allarmante e il Regno Unito si rivolge all’ONU. Si cerca, pertanto, di ristabilire la pace conciliando i due popoli: emerge la proposta di suddividere il territorio in due Stati (uno ebraico e l’altro arabo) e lasciando Gerusalemme sotto il controllo delle Nazioni Unite.
Gli Stati della Lega araba (Egitto, Iraq, Siria, Transgiordania e Arabia Saudita) si oppongono, giudicando la presenza degli ebrei in Palestina come un’iniziativa coloniale. Tuttavia, il 14 maggio 1948, il leader sionista David Ben Gurion proclama la nascita dello Stato d’Israele, di cui sia gli Stati Uniti sia l’URSS riconoscono immediatamente la sovranità.
La prima guerra arabo-israeliana e il contesto storico della nakba
Nella notte successiva alla proclamazione dello Stato d’Israele, le forze armate della Lega araba entrano in Palestina. Il 15 maggio 1948 inizia, dunque, la prima guerra arabo-israeliana. Lo Stato ebraico la interpreta come una guerra d’indipendenza e può contare sugli aiuti dei Paesi occidentali; avendo accumulato un’organizzazione militare e armamenti superiori a quelli della Lega araba, nel 1949 Israele estende il proprio territorio oltre i confini assegnati dalle Nazioni Unite. Altre parti dello Stato palestinese passano invece sotto il controllo dell’Egitto e della Transgiordania, ribattezzata Giordania.
Alla fine delle operazioni militari, oltre 700.000 arabi palestinesi si trovano in luoghi diversi da quelli in cui sono nati e cresciuti. Sono, infatti, stati costretti ad abbandonare le loro terre e hanno cercato rifugio nei campi profughi dei Paesi vicini. Molti di loro si sono trovati di fronte a pregiudizi, incomprensioni e porte chiuse. Ai loro occhi la sconfitta del 1948-1949 e l’allontanamento dalla propria terra diventano la nakba (“catastrofe”). Nel frattempo i palestinesi rimasti nei territori controllati da Israele diventano cittadini dello Stato ebraico, ma non otterranno mai condizioni di effettiva parità con gli ebrei.
Se vuoi approfondire le vicende della nakba, ti aspettiamo il 15 maggio a Modena!
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