Stai cercando idee per libri di storia da regalare a Natale? Allora sei nel posto giusto!
Regalare un libro non è semplice come si potrebbe pensare. Il trucco per scegliere quello giusto è interrogarsi per bene sul destinatario del regalo. Preferisce la saggistica o la narrativa? Si tratta di un adulto o di un ragazzo? Privilegia un qualche periodo storico in particolare? Una volta risposto a queste domande, non resta che consultare la lista giusta, tra queste che ti proponiamo:
Se il destinatario del regalo ama molto leggere, possiederà però già tantissimi volumi. Perché allora non fare una scelta originale? Se il tuo forte lettore ama viaggiare nel tempo, ecco che allora uno dei nostri libri di storia locale può essere la scelta giusta. 🙂
I nostri libri di storia sono costruiti sulla base di ricerche originali. Permettono quindi di scoprire vicende inedite, legate a luoghi specifici, ma riconducibili a scenari più ampi.
Trovi tutti i nostri libri in questa pagina, sia le pubblicazioni scientifiche, sia quelle divulgative. Se però ti interessa una guida ragionata alle novità, ecco un elenco a prova di shopping, anche online.
Libri di storia da regalare a Natale
Clicca sulla singola voce per andare direttamente alla scheda che ti interessa o scorri tutta la pagina per non perderti nulla!
- Miseria e manette. Il carcere mandamentale di Sassuolo (1861-1968)
- Mario Ricci “Armando” dal mito alla storia
- Oggi in Spagna, domani in Valsamoggia. L’antifascismo e la Guerra civile spagnola nelle vite dei protagonisti di Valsamoggia
- Lottare per scegliere. Antifascismo, Resistenza e ricostruzione a Spilamberto
- Le casse ritrovate. Scritture e immagini della Grande Guerra dal basso
Un mondo allo specchio
Gli aspetti sociali e umani della vicenda carceraria sassolese rivivono nel libro Miseria e manette. Il carcere mandamentale di Sassuolo (1861-1968), di Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti, pubblicato da Incontri editrice nella primavera 2019.
Questo è un libro che, secondo noi, può stimolare molte riflessioni sul nostro presente. Attraverso le ricerche in archivio, siamo venuti a conoscenza di una realtà che ci ha posto molti interrogativi, ad esempio sulla validità del carcere come risposta ad alcuni problemi della società.
Dietro le sbarre del carcere mandamentale sassolese finivano soprattutto “ladri di galline”, persone comuni, quasi sempre lavoratori poveri, nati tra il Secchia e il torrente Fossa. Tra l’Unità d’Italia e il boom economico del secondo dopoguerra diverse persone rubavano per mangiare. Lavorare non bastava: la “forbice” tra i ricchi e i poveri era troppo ampia perché gli “ultimi” riuscissero a colmare il gap dell’ingiustizia soltanto con un’attività “onesta”.
Le carceri erano luoghi affollati e malsani, dove bisognava affrontare una vita di veri e propri stenti. Eppure tanti, una volta usciti, finivano per tornare “dentro” poco dopo, poiché non erano stati rieducati in nessun modo. Le carceri servivano, insomma, a “sorvegliare e punire”, come disse Michel Foucault. Ma, allora come oggi, castigare i colpevoli non significava affatto prevenire nuovi crimini.
Attraverso le sbarre del carcere è stato possibile guardare anche alla storia italiana, ritrovando nodi importanti per il nostro Novecento, come quelle relativi alle condizioni delle classi subalterne o la questione femminile. Nel libro abbiamo ad esempio ricostruito anche la storia dei custodi che si sono succeduti nel carcere di Sassuolo e che sono stati ben 10. Vengono tutti dalle classi più povere e le loro condizioni di vita finiscono per non essere così diverse da quelle dei detenuti.
Per molto tempo inoltre si fa riferimento a un solo guardiano, che è sempre maschio. Andando però a guardare bene nei documenti, si scopre una realtà diversa. Fin dal 1865 si pone il problema della custodia delle donne e fin da allora la si affida alle mogli, il cui lavoro però è poco riconosciuto e mal pagato.
Come si vede da questi pochi esempi, il carcere sassolese ci parla di noi, della nostra società, dei nostri pregiudizi, delle nostre ingiustizie.
L’uomo del “secolo breve”
Le vicende biografiche di Mario Ricci, il comandante partigiano “Armando”, sembrano fatte apposta per costruirci intorno un racconto sulla storia del Novecento emiliano, italiano ed europeo. Abbiamo riassunto la vita di questo protagonista del “secolo breve” qui.
A trent’anni dalla scomparsa di “Armando”, il Comitato provinciale modenese dell’ANPI e la sezione di Pavullo nel Frignano hanno realizzato un ricco programma di iniziative.
Daniel Degli Esposti ha curato la mostra Mario Ricci “Armando” dal mito alla storia, il cui catalogo è stato pubblicato da Almayer. Il volume è acquistabile presso l’editore, seguendo le istruzioni pubblicate sul sito web oppure mediante un contatto via e-mail.
Donne e uomini contro il fascismo dalla Spagna all’Italia
Nella scorsa primavera Daniel Degli Esposti ha curato la mostra Oggi in Spagna, domani in Valsamoggia. L’antifascismo e la Guerra civile spagnola nelle vite dei protagonisti di Valsamoggia. È stato un modo per riscoprire storie di persone costrette a lasciare l’Italia per motivi politici al tempo della dittatura fascista. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio e dalle sezioni ANPI di Valsamoggia con il patrocinio del Comune e il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
Tra il 1936 e il 1939 migliaia di miliziani lottarono per contrastare il golpe di Francisco Franco. I loro sforzi coinvolsero a vario titolo 21 donne e uomini, originari della valle del Samoggia. Tutti loro diedero un contributo alla causa dei miliziani, conservando al tempo stesso la speranza di contribuire all’abbattimento del fascismo italiano.
In occasione della mostra è stato pubblicato un numero della collana Appunti per Valsamoggia. Il volume è tuttora acquistabile presso la Fondazione Rocca dei Bentivoglio. I testi sono corredati da immagini e documenti storici. Una selezione di fotografie storiche della guerra civile spagnola, concesse dall’Istituto Parri Emilia-Romagna, mostra i volti di molti protagonisti. Sono inoltre presenti le riproduzioni di alcuni volantini antifascisti, appartenenti al fondo del professor Luciano Casali, conservato presso l’archivio della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna.
La conquista della democrazia a Spilamberto
Nel saggio storico Lottare per scegliere. Antifascismo, Resistenza e ricostruzione a Spilamberto, pubblicato nella primavera 2018, Daniel Degli Esposti ripercorre in chiave storica oltre 30 anni di storia. Emergono così le esperienze vissute dalla popolazione di Spilamberto e dalle comunità della valle del Panaro. Vicende complesse e sfaccettate, inserite nel flusso di una guerra civile europea durata un trentennio. Il conflitto affonda infatti le radici nell’estate 1914 e giunge alla resa dei conti tra l’8 settembre 1943 e il 22 aprile 1945.
Anche nel modenese la lotta di liberazione è parte viva di una guerra totale. Senza capire gli orizzonti della Resistenza, non è possibile comprendere le prospettive della ricostruzione. Gli slanci e i problemi della società democratica sono infatti legati alle complesse vicende della Resistenza.
Lottare per scegliere. Antifascismo, Resistenza e ricostruzione a Spilamberto è in vendita presso la sezione ANPI di Spilamberto. Vuoi saperne di più? Leggi il post di presentazione del saggio su Allacciati le storie.
Medardo Venturelli e Vaifro Agnoli: due uomini nella Grande Guerra
Il progetto Le casse ritrovate nasce nell’estate del 2015 da un’idea di Fausto Corsini, proprietario di fondi inediti di foto e lettere dal fronte della Prima guerra mondiale.
Daniel Degli Esposti e Gregorio Pezzato hanno dunque raccontato la Prima guerra mondiale attraverso due storie personali inedite. Si tratta delle vicende di Medardo Venturelli e Vaifro Agnoli, riscoperte quasi per caso “dal basso” e presentate sinteticamente in questo post.
All’inizio del 2018 questo lavoro è diventato un libro: Le casse ritrovate. Scritture, immagini ed esperienze della Grande Guerra “dal basso”.
Il volume è acquistabile presso l’associazione FotoArt (c/o Francesco De Marco fotografo, Via Giuseppe Parini, 7A, 41014 Castelvetro di Modena – MO) oppure nella sede del Gruppo Mezaluna-Mario Menabue (via J. Cantelli 3, Vignola – MO).
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