Ormai ci siamo, il conto alla rovescia per le vacanze di Natale ha più passato che futuro e per studenti e docenti si avvicina la pausa invernale. Anche noi ci prenderemo un po’ di intervallo 🙂 non senza però avere fatto un po’ il punto della situazione!
Parliamo allora di scuola primaria e del progetto “Dai margini alla storia. Cittadini responsabili“ di Arci Modena , in collaborazione con Anpi Modena e le sezioni ANPI di Sassuolo e di Fiorano modenese. Il progetto, partito con un finanziamento della Regione Emilia Romagna, in quest’anno scolastico ci vede impegnati sulle classi quinte di Fiorano e Sassuolo, con il sostegno dei rispettivi Comuni. Vi ricordate? Lo avevamo annunciato a settembre, raccontandovi per filo e per segno obiettivi e metodo della proposta didattica in questo post.
Ebbene, il progetto è partito e ora possiamo raccontarvi qualcosa di più, partendo dal Comune di Fiorano dove abbiamo già incontrato le prime classi. Per essere precisi, ne abbiamo incontrate 3 delle 7 che hanno aderito in totale e pensiamo proprio di poter dire che si tratta di un’esperienza appassionante e coinvolgente, che ci sta portando soddisfazioni.
Incontriamo sempre le classi in due tempi: il primo in aula, muovendoci tra storia e memoria; il secondo in centro storico, seguendo il percorso tracciato dalla mappa che abbiamo realizzato appositamente per i nostri piccoli viaggiatori nel tempo.
Nelle aule di Fiorano
L’incontro con le memorie dei testimoni ha regalato ai bambini due ore di racconti fitti di ricordi personali e aneddoti, che, grazie alla viva presenza dei partigiani, riescono sempre a catturarne l’attenzione e a scatenare domande e curiosità. Siamo partiti da lì, da quando Dante Corti e Livio Piccinini avevano la loro età, negli anni ’30, e, come loro, andavano a scuola (o non ci andavano già più) vivendo però una quotidianità fatta di estrema miseria e di ordinaria assenza di diritti. Cosa veniva insegnato a scuola? Cosa, da bambini, non potevano fare? E cosa dovevano fare? E i loro genitori?
Il ruolo dello storico, in questo frangente, è stato quello di mettere ordine nelle memorie, spiegarle, ordinarle con un racconto fatto di parole semplici, che aiutasse a capire il senso del vissuto, a inserirlo in una cornice più ampia, a legarlo ad un contesto di cui il loro programma scolastico non prevede lo studio.
Ogni tappa di questo racconto a più voci aveva il suo perché: abbiamo cercato di trasmettere la conoscenza della storia legandola all’educazione civica. Se i bambini imparano a leggere il passato, ricavano molti più strumenti per capire i problemi del presente, quasi sempre dovuti a ragioni maturate nel corso del tempo. In questo modo possono diventare cittadini responsabili, in grado di comprendere pienamente il significato e i valori della Costituzione.
Nel centro storico di Fiorano
Durante il secondo incontro Daniel ha condotto i bambini in un’esplorazione guidata del centro storico di Fiorano, con lo scopo di far loro conoscere, da una prospettiva storica, alcuni luoghi della città in cui vivono.
Mappa alla mano, una per ciascuno, sono stati i bambini a indicare al gruppo la tappa successiva. Ad ogni tappa Daniel ha raccontato gli eventi storici legati ad ogni singolo luogo: piazza Menotti, il Santuario, Villa Vigarani Guastalla, Villa Coccapani… legando la ricostruzione storica a una vicenda lì accaduta e collegata a un tema specifico: dittatura, solidarietà, razzismo, scelta, profughi, violenza, bombardamenti.
“La storia serve per diventare curiosi e per imparare ad affrontare i problemi”: quando i bambini chiudono la passeggiata per Fiorano con parole del genere, capisci che stai facendo un mestiere meraviglioso.
L’obiettivo è stato sempre quello di parlare direttamente ai bambini, raccontando loro, ogni volta che è stato possibile, vicende che hanno visto protagonisti altri bambini, con le loro famiglie, anche quando questo ha significato parlare di eventi dai risvolti tragici.
Una tappa in particolare ci ha permesso di parlare della Costituzione: la narrazione legata a villa Guastalla. La storia del proprietario Vittorio e di sua madre Ada, modenesi ed ebrei, ha aiutato a comprendere il peso del razzismo nel Novecento italiano e perché, dopo la Liberazione, si arrivò a scrivere l’articolo 3. Nazisti e fascisti non cominciarono con lo sterminio, ma con la creazione di un nemico “perfetto”, l’ebreo: prima lo discriminarono, poi lo esclusero e infine lo fecero sparire nell’indifferenza generale. Dopo l’occupazione tedesca anche in Emilia i fascisti passarono dalla persecuzione dei diritti all’attacco diretto contro le vite degli ebrei. Vittorio e Ada riuscirono a fuggire in Svizzera appena in tempo: intanto i fascisti requisirono la loro villa, che poi venne occupata dai soldati nazisti e bombardata dagli Alleati.
Ogni incontro si è concluso con un momento di confronto, utile a tirare le somme, a fare considerazioni finali e a salutarsi con la richiesta di un feedback da parte loro, di cui qui sotto trovate un assaggio. A essere sinceri, ogni incontro si è concluso anche con molti abbracci, ma quelli li portiamo nel cuore…
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