Dall’estate del 2016 organizzo e conduco camminate e pedalate sulla Resistenza nella valle del Samoggia. A Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno la Seconda guerra mondiale è stata vissuta in tanti modi diversi. Tuttavia i cinque municipi sono accomunati dalla presenza di luoghi della memoria. Molti di questi cippi e monumenti ricordano la lotta di liberazione, un’esperienza decisiva per le sorti delle comunità e dei territori.

Fra il 1943 e il 1945 la Resistenza nella valle del Samoggia coinvolge e mobilita una “minoranza di massa”. Le famiglie e gli individui disposti a fare qualcosa contro i fascismi sono infatti parecchi. Le donne aiutano i soldati sbandati e i prigionieri in fuga. Al tempo stesso diversi contadini – anziani e giovani – corrono con loro il rischio di nutrire e nascondere i primi partigiani.

Pedalando nella storia Monumento tholos Crespellano

Il monumento dedicato ai quattro partigiani fucilati dai fascisti il 27 agosto 1944 lungo la via Provinciale

Sul fronte opposto, chi teme l’ira dei nazisti finisce spesso per condannare le azioni della Resistenza. I fascisti non smettono mai di soffiare sul fuoco della paura e del rancore, facendo divampare il clima della guerra civile. Quando cominciano un rastrellamento per stanare i renitenti alla leva, mettono quasi sempre le comunità di fronte a un dilemma: proteggere i “clandestini” rischiando la propria vita o denunciarli per sostenere i responsabili di quella guerra tremenda?

Dal momento che la guerra irrompe sempre più spesso nelle case, quasi tutti si sentono coinvolti, spesso loro malgrado. Il conflitto penetra nelle vite dei singoli e dei gruppi. Si genera così un vissuto largamente condiviso, anche se interpretato diversamente da ciascuno dei protagonisti. Questa condizione diventa un punto di partenza per proporre iniziative storiche tali da aiutare gli individui e le comunità a comprendere meglio il proprio passato in funzione del presente.

I percorsi sulla Resistenza nella valle del Samoggia

Ho cominciato a ideare e a condurre percorsi sulla Resistenza nella valle del Samoggia grazie alle ricerche svolte per la pubblicazione Radici di futuro. Le guerre mondiali nella valle del Samoggia attraverso i luoghi della memoria. Andando alla scoperta dei cippi, delle lapidi e dei monumenti sparsi nel territorio, mi sono reso conto della bellezza dei paesaggi e della possibilità di organizzare itinerari narrativi nei vari municipi.

Nell’estate del 2016 ho realizzato il primo itinerario a Castello di Serravalle. È stata l’occasione per raccontare le storie di alcuni tra gli ostaggi poi impiccati ai Boschi di Ciano (qui trovi un mio approfondimento su questo fatto). Ho inoltre narrato le vicende dei partigiani Giuseppe Bernardi e Antonio Dosi.

Il borgo di Castello di Serravalle

L’11 giugno 2017 ho invece condotto un itinerario in bicicletta tra Crespellano e Calcara. Nella terra natale di Gabriella Degli Esposti ho raccontato il ruolo delle donne e dei contadini nell’organizzazione della Resistenza.

La prima tappa della pedalata sulla storia della Resistenza e delle guerre mondiali a Crespellano.

La prima tappa della pedalata sulla storia della Resistenza e delle guerre mondiali a Crespellano.

La memoria viva e il bisogno di storia

L’interesse per i venti mesi della guerra totale fa pulsare ancora oggi la curiosità di molti. Capita spesso di sentire discorsi che, in un modo o nell’altro, finiscono per tirare in ballo gli eventi del 1943-1945. Tuttavia non è semplice stabilire paragoni tra il passato e il presente. Per farlo, non serve soltanto conoscere in maniera approfondita la storia, ma bisogna anche imparare a leggere come cambiano nel tempo le motivazioni dei comportamenti umani.

Adottare questo approccio non è semplice, ma alcune pratiche favoriscono il formarsi dell’abitudine a “storicizzare” il presente. Una delle più utili e divertenti è la ricostruzione di una storia sul luogo che l’ha vista accadere o che ne porta la memoria. In quel caso il racconto acquisisce una forza nettamente superiore, poiché fa presa su un elemento spaziale concreto. Talvolta è addirittura possibile leggere il passare del tempo nello spazio, attraverso i mutamenti del paesaggio e le persistenze di lungo periodo. In quel modo ci si allena a valutare le continuità e i cambiamenti attraverso il confronto tra il racconto del passato e la dimensione fisica del presente.

Daniel Degli Esposti

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