Giochi di potere è una narrazione-spettacolo sulla storia dello sport nelle società del Novecento italiano, europeo e globale. Il percorso narrativo prende le mosse dai Campionati mondiali di calcio del 1934, mettendo in evidenza l’importanza di quel torneo per la propaganda fascista.

Si prosegue poi con il sogno dell’Olimpiada Popular, organizzata nell’estate del 1936 a Barcellona dalle forze politiche antifasciste, determinate a contrastare i Giochi di Hitler. Un evento tanto coraggioso quanto sfortunato, dal momento che la ribellione dei militari franchisti lo fa saltare a poche ore dall’inizio. Poche settimane dopo, le Olimpiadi di Berlino 1936 contribuiscono a creare un’immagine idealizzata e distorta della Germania nazista, ma generano anche il mito dello sprinter afroamericano Jesse Owens, vincitore di quattro medaglie d’oro.

Storia dello sport - L'Olympiastadion di Berlino durante i Giochi del 1936.

L’Olympiastadion di Berlino durante i Giochi del 1936. Bundesarchiv, B 145 Bild-P017073 / Frankl, A. / CC-BY-SA 3.0

Il viaggio nella storia dello sport prosegue poi rapidamente attraverso la Seconda guerra mondiale e le difficoltà della ricostruzione postbellica. La parte conclusiva della narrazione è dedicata ai cambiamenti iniziati sul finire degli anni Sessanta. La contestazione giovanile apre infatti un periodo di fermenti e conflitti anche sui campi di gara. Tra le Olimpiadi di Città del Messico 1968 e quelle di Los Angeles 1984 lo sport e le società vivono un’epoca di slanci, contraddizioni e cambiamenti. Osservare questi processi con uno sguardo storico ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche globali del mondo di oggi.

Storia dello sport e giochi di potere: un assaggio della narrazione-spettacolo

Storia dello sport - Tommie Smith e John Carlos alzano il pugno nero sul podio del 200m a Città del Messico

Tommie Smith e John Carlos alzano il pugno nero sul podio del 200m a Città del Messico

Berkeley, California, 1967. Gli studenti statunitensi protestano contro il sistema universitario. Le loro voci s’intrecciano presto alle rivendicazioni degli afroamericani, che lottano per affermare fino in fondo i diritti civili. Harry Edwards – un giovane professore di sociologia, cresciuto sui campi dell’atletica e del football – chiama a raccolta gli atleti neri d’America per convincerli a boicottare i Giochi olimpici di Città del Messico 1968.

Pochi mesi dopo, viene ucciso Martin Luther King. Quando i giovani parigini danno vita al Maggio francese, il Sessantotto si diffonde in tutto il mondo, anche a Città del Messico. Gli studenti protestano, ma il governo dà l’ordine di soffocare le manifestazioni.

Nella piazza delle Tre Culture il desiderio di pace sociale in vista delle Olimpiadi apre la strada a una strage. Un paio di settimane dopo, sul podio dei 200 metri piani, Tommie Smith e John Carlos alzano al cielo i guanti neri e il Comitato Olimpico Internazionale li caccia dai Giochi.

Si aprono così le porte di un’epoca che farà marciare i grandi eventi e le stelle dei campi sempre più a braccetto del sistema capitalistico globale. Il viaggio dello sport nel Secolo Breve si snoda dal Brasile di Pelé e della dittatura militare del generale Médici all’Italia “mondiale” del 1982, ancora segnata dagli strascichi dell’eversione P2.

E non è tutto: basti pensare al blitz dei palestinesi di Settembre Nero a Monaco 1972, al Mondiale dei desaparecidos (Argentina 1978), ai boicottaggi olimpici incrociati di Mosca 1980 e Los Angeles 1984. Perché, dopo il 1968, quello che accade sui campi non è solo un gioco, ma diventa una tessera del mosaico culturale postmoderno.

Esigenze tecniche

  • In scena: narratore e un lettore
  • Durata: 75 minuti
  • Il microfono e l’amplificazione sono necessari in una sala di grandi dimensioni.
  • È auspicabile, ma non strettamente necessario, disporre di un proiettore con schermo per variare l’immagine di scena nel corso della narrazione.

Contatti

Se questa narrazione-spettacolo sulla storia dello sport nella società ti interessa, contattami per accordi sulla data e sulle modalità di realizzazione.

Daniel Degli Esposti

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