Libri e Natale: un grande classico. Sia che tu sia in cerca di qualche idea regalo, sia che ti servano semplicemente consigli per una lettura che ti faccia compagnia, abbiamo qualche spunto per te. Si tratta di uscite recenti (2022), che abbiamo letto (o stiamo leggendo) personalmente o che abbiamo acquistato in attesa delle vacanze di Natale.

I libri per Natale consigliati da Paola Gemelli

I miei consigli sono tutti legati ad autrici. Le statistiche ci dicono che in Italia (semplificando un po’, ma per rendere l’idea)…

le donne leggono e gli uomini scrivono.

Tra chi legge libri, insomma, la percentuale maggiore è rappresentata dalle donne, mentre tra chi scrive ritroviamo principalmente uomini. Così come, se sono molte le donne che lavorano nella filiera dell’editoria, le posizioni di vertice sono però occupate principalmente dagli uomini. Niente di nuovo, vero? In una situazione simile, ci si potrebbe chiedere quale tipo di cultura si sceglie di veicolare, cosa “passa” insomma. Sia come sia, per questo Natale ho volutamente scelto tre libri scritti da autrici, che in due casi parlano di donne e nel terzo no. Giusto per non dare l’idea (sbagliata, ma diffusa) che le donne possano occuparsi solo di “cose da donne”. Ancora una cosa prima di entrare nel merito dei tre libri: se stai pensando che siano un regalo perfetto per donne non sbagli, ma… vuoi mettere la soddisfazione di allargare la platea e considerarli semplicemente tre buone idee per regali di Natale?

La Resistenza delle donne, di Benedetta Tobagi

Libri per Natale: La Resistenaza delle donne di Benedetta TobagiIl mio segnalibro è fermo a p. 87 di questo volume di 339 pagine. Tra didattica, ricerca storica e progettazione eventi, da quando me lo hanno regalato (grazie Daniel!), non sono riuscita ad avanzare di più. La responsabilità è tutta mia, non del libro, che invece si fa leggere benissimo. Anzi, è proprio ben scritto, con una prosa leggera, comprensibile ed estremamente godevole. Lo prendo in mano sapendo che trascorrerò qualche minuto davvero piacevole. Le 339 pagine, dunque, non devono spaventare nessuno. Ho anzi la netta sensazione che quando arriverò in fondo mi dispiacerà che sia già finito (mi viene un sospetto: non sarà per quello che lo sto leggendo lentamente, centellinandolo?).

Ma veniamo al tema. Il titolo è eloquente: la Resistenza delle donne. Proprio la Resistenza, 1943-45… quella cosa lì che non solo non hanno fatto solo i comunisti, ma hanno fatto persino le donne. Credo in realtà che al giorno d’oggi ormai non ci sia più nessuno che ignora l’impegno femminile nella Resistenza italiana, le sue motivazioni (ci arrivano anche i bambini, quando lo racconto a scuola) e almeno qualcuna delle modalità in cui si è espressa. Eppure non tutto è così noto e circola pure qualche idea sbagliata al riguardo. Il libro della Tobagi non si fonda solo su una ricerca storica originale tra gli archivi (fotografici in tanti casi), ma ha il merito di tirare le somme degli studi fatti sul tema e di restituire un quadro completo di questa esperienza. Le forme della Resistenza femminile, le sue motivazioni e modalità sono state varie, basate su scelte più consapevoli di quel che si crede.  Benedetta Tobagi le esplora e racconta facendo parlare le persone, le storie di vita, persino le fotografie (così rare!). È come se ci facesse toccare con mano questa storia. Il risultato può soddisfare tutti: chi non ne sa nulla, ma anche chi già ne sa qualcosa. Insomma, consigliatissimo.

“Mai più sole” contro la violenza sessuale, di Nadia Maria Filippini

Libri per Natale: Mai più sole contro la violenza sessualeHo consigliato un libro che non ho ancora finito di leggere e ora azzardo di più: non ho ancora letto “Mai più sole” contro la violenza sessuale, di Nadia Maria Filippini (devo finire l’altro, ricordi?). Il fatto è che questa è “una pagina storica del femminismo degli anni Settanta” da conoscere. Il passato ci parla sempre del nostro presente, ma qui il legame con l’attualità non è qualcosa per esperti di dinamiche storiche: è evidente. Ci siamo ancora dentro a questa roba qua, alla necessità di una presenza e di una vigilanza femminista ai processi per stupro.

Il libro ricostruisce un evento ben preciso, a Verona nel 1976: la prima manifestazione femminista a un processo per violenza sessuale, che denunciò la parzialità dei giudici, la vittimizzazione secondaria (cioè il fatto che le donne vittima di stupro finiscano per diventare vittima una seconda volta: nei tribunali, nei percorsi sanitari, nel modo in cui i media le raccontano, nella società e nel giudizio che si esprime sulle loro scelte di vita) e la cultura patriarcale, solidale con lo stupro.

Suona familiare? Eppure siamo prima dell’apertura dei centri antiviolenza, prima della modifica del codice Rocco (secondo il quale la violenza sessuale era un reato contro la morale e non contro la persona) e di tante altre battaglie. In 50 anni tanto è stato fatto su un problema che prima di allora si faticava persino a considerare un problema. Ma non possiamo negare che tanto ancora ci sia da fare. Anche ripartendo da consapevolezze e battaglie che si nutrivano di uno slancio movimentista che forse sarebbe da recuperare.

L’autrice, Nadia Maria Filippini, ha insegnato Storia delle donne all’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è tra le fondatrici della Società italiana delle storiche. Il suo volume si inserisce nella collana editoriale “Storia delle donne e di genere” che nasce proprio dalla collaborazione tra la Società italiana delle storiche e la casa editrice Viella, con lo scopo di arricchire il panorama italiano di testi legati al dibattito storiografico sulle donne e sul genere. Dai un’occhiata perché potresti appassionarti… al genere, appunto!

L’atto atomico della nonviolenza, di Gabriella Falcicchio

Libri per Natale: un volume su Aldo CapitiniLo scorso 17 novembre ho partecipato alla presentazione di questo libro di Gabriella Falcicchio nell’ambito di una bella iniziativa modenese: “L’Antibarbarie”, promossa dal Movimento Nonviolento e da diverse associazioni di Modena che da tempo lavorano insieme per sostenere il dialogo e l’ascolto come strumenti per superare l’odio e la violenza. L’edizione 2022 ha visto anche la collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che aderisce al progetto RuniPace-Rete Università Italiane per la Pace. Così nel mese di novembre è stato organizzato un seminario che prendeva lo spunto dalla figura di Aldo Capitini (noto ai più per essere stato il fondatore, nel 1961, della Marcia Perugia-Assisi) e dal libro L’atto atomico della nonviolenza – relazioni, stili di vita, educazione: Aldo Capitini e la tradizione Nonviolenta. Lo scopo era riflettere insieme di nonviolenza (non sogni ma azioni!) introdotti e guidati da Gabriella Falcicchio e Thomas Casadei di Unimore, referente appunto della Rete delle Università italiane per la Pace. Sono rimasta incantata dall’autrice e mi sono sentita anche molto a casa, ritrovando persone con cui condivido valori.

Gabriella Falcicchio è ricercatrice e docente universitaria e il libro non manca certo di spessore intellettuale. Non immaginatevi però pagine fredde, noiose, cerebrali. È tutto il contrario, perché la nonviolenza è qualcosa che ci interroga profondamente, qualcosa da capire ma anche da sentire. Come siamo stati educati? Come educhiamo? Quali scelte facciamo nella vita? Come ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri? La nonviolenza esiste, parte da noi ed è forse arrivato il momento di recuperare il pensiero di Aldo Capitini, per comprenderlo davvero e farne qualcosa di concreto. Le vacanze di Natale ci offrono l’occasione per prenderci una pausa. Mentre il nostro tempo rallenta, potremmo essere presi dalla sconforto per quello che vediamo attorno a noi: guerre, odio, violenza, disumanità. Ma il cambiamento e la nonviolenza sono realizzabili. La responsabilità è nostra. Credo che questo libro possa aiutarci a cambiare la nostra esistenza e quella di molti altri.

I libri per Natale consigliati da Daniel Degli Esposti

Negli ultimi mesi ho riscoperto il piacere di leggere libri riconducibili a generi letterari diversi. Così, anche la mia lista di consigli per Natale è un mix di saggi storici, romanzi e sguardi sul presente.

UFO 78, del collettivo Wu Ming

Libri per Natale sugli anni 70Comincio dal titolo che mi sta accompagnando proprio in queste ore, UFO 78 del Collettivo Wu Ming. Da quando ho assistito alla presentazione del romanzo, in una bella serata a Marano sul Panaro, ogni giorno attendo con impazienza che arrivi il momento in cui posso immergermi tra le sue pagine.

UFO 78 è tante cose, tenute tutte insieme dallo spessore culturale e dalla capacità narrativa dei Wu Ming. L’indagine sulla misteriosa scomparsa di due scout in Lunigiana è l’innesco di un viaggio “al tramonto degli anni Settanta”, quando l’ufologia divenne un pretesto per evadere da una realtà tormentata. In verità, però, il romanzo è un modo per fare l’esatto contrario della fuga da quel mondo. Leggendo, si entra in quell’anno miliare che fu il 1978 e si riflette sui motivi che hanno chiuso una stagione della storia italiana.

Perché le riforme sociali e la partecipazione di massa alla vita pubblica hanno lasciato spazio al “riflusso” degli anni Ottanta? Come popolo, non abbiamo mai fatto i conti con queste pagine nevralgiche del nostro passato. Con il loro stile nitido e provocatorio, i Wu Ming ci invitano a farli, risvegliando le coscienze da un torpore che continua ad assopirci da decenni.

Generazione Settanta, di Miguel Gotor

Rimanendo in quella fase cruciale della storia italiana, mi sono appena procurato anche l’ultimo saggio dello storico Miguel Gotor. S’intitola Generazione Settanta. Storia del decennio più lungo del secolo breve: 1966-1982. Devo ancora leggerlo, ma non credo proprio che rimarrò deluso. Uno dei più preparati e affermati studiosi delle vicende avvenute in Italia nella seconda metà del Novecento racconta “un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile e quella operaia, e ancora la strategia della tensione, lo stragismo e la lotta armata, la solidarietà nazionale, il movimento del Settantasette e il femminismo fino al tramonto della guerra fredda”. Consiglio questa lettura soprattutto a chi ha vissuto quegli anni e vuole ripercorrerli per “unire i puntini”, trovando le connessioni tra i fatti storici. Io, invece, da studioso millennial, sono sempre felice quando trovo un libro che riunisce gli spunti di tantissime ricerche in un grande quadro di sintesi.

La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo, di Tommaso Speccher

Libri per Natale: La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismoTra le letture che mi danno più soddisfazione ci sono anche quei saggi che “prendono di petto” un luogo comune e lo “smontano”, fornendo gli strumenti per capire meglio la realtà. Proprio per questo, ho apprezzato moltissimo La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo. L’autore, Tommaso Speccher, si occupa da anni della storia tedesca, lavorando per varie istituzioni culturali, tra cui la Topografia del Terrore di Berlino. Come le precedenti uscite della collana Fact Checking di Laterza, questo libro mette “la storia alla prova dei fatti”: Speccher ripercorre il difficilissimo dopoguerra della Germania (divisa prima in quattro parti e poi in due Stati), mettendo in evidenza gli sforzi compiuti per elaborare l’eredità di Hitler, ma anche i limiti e le contraddizioni della denazificazione. Se l’Italia non ha mai fatto i conti col fascismo, anche la Germania è spesso scivolata verso narrazioni vittimistiche, che nel clima della guerra fredda hanno favorito la riabilitazione di parecchi protagonisti della dittatura nazista.

Abolire il carcere

Negli ultimi anni, insieme a Paola Gemelli, mi sono occupato più volte di questioni legate al carcere. La ricerca storica culminata nella scrittura del libro Miseria e manette mi ha stimolato a indagare quali sono le condizioni delle prigioni nell’Italia di oggi. Non è una questione semplice, né un tema popolare, specialmente in un periodo di crisi. Eppure, il livello di sviluppo raggiunto da un popolo si vede soprattutto dal modo in cui tratta le persone più fragili, come i detenuti. Dopo aver letto diversi rapporti sulle condizioni nelle carceri, sono rimasto colpito dalla potenza della “bandella” che accompagna l’ultimo libro di Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone e Federica Resta.
“La verità è che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha idea di che cosa sia una prigione. Per questo la invoca. La detenzione in strutture fatiscenti e spesso sovraffollate deve essere abolita e sostituita da misure alternative più adeguate, efficaci ed economiche, capaci di soddisfare tanto la domanda di giustizia dei cittadini quanto il diritto del condannato al pieno reinserimento sociale al termine della pena, oggi sistematicamente disatteso”. Il libro, pubblicato da Chiarelettere, indica “dieci cose da fare per provare a diventare un Paese civile”: s’intitola Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini. Lo consiglio in particolar modo a chi cerca strumenti e argomenti per contrastare gli effetti negativi dei luoghi comuni.

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