Sabato 23 aprile 2022 viaggeremo nella storia di Carpi: camminando nelle vie del centro storico racconteremo gli anni tra il 1940 e il 1945, per scoprire e ricordare come la città reagì al fascismo e all’occupazione nazista. L’iniziativa si tiene in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione.

La Resistenza nella storia di Carpi

La Resistenza è una pagina importante nella storia di Carpi e affonda le radici nei sentimenti antifascisti, molto diffusi nelle campagne della pianura. La dittatura di Mussolini non cancellò le idee socialiste e non riuscì ad estirpare le reti clandestine del Partito comunista d’Italia. Anche tra i cattolici, sotto traccia, restò vivo un pensiero che contestava le violenze del regime e la diffusione del razzismo, indissolubilmente legato all’ideologia fascista.

Quando l’Italia entrò nella Seconda guerra mondiale al fianco della Germania, maturarono le condizioni affinché il dissenso si facesse largo nella società. Le partenze dei soldati, la fame e gli stenti della vita quotidiana indussero molte persone a prendere le distanze dal fascismo. Nell’estate del 1943, lo sbarco delle forze anglo-americane in Sicilia segnò un punto di svolta: il 25 luglio Mussolini venne sfiduciato e la dittatura fascista crollò. Carpi espresse fin da subito una grande gioia per la fine del regime, chiedendo a gran voce la pace.

Gli eventi assunsero tuttavia una piega diversa. Nella sera dell’8 settembre, dopo l’annuncio dell’armistizio con gli anglo-americani, le truppe tedesche occuparono l’Italia centro-settentrionale. Arrivarono anche a Carpi, dove presero il controllo del territorio e si misero sulle tracce dei militari italiani sbandati, che però trovarono aiuto e sostegno nella popolazione. Cominciò così, mediante la solidarietà spontanea delle donne e delle famiglie contadine, un periodo di Resistenza, che assunse tante forme diverse.

storia di Carpi: trekking urbano dall'antifascismo alla Liberazione

Una zona partigiana

Tra l’autunno e l’inverno del 1943, gli antifascisti di Carpi si mobilitarono per organizzare la lotta contro l’occupazione nazista. Proprio in quei mesi, i fascisti della Repubblica sociale italiana cominciarono a chiamare alle armi i giovani in età di leva, per sostenere in vari modi la guerra tedesca. Molti ragazzi non si presentarono, scegliendo di opporsi al nazismo e al fascismo: vivendo in clandestinità, presero contatto con l’organizzazione della Resistenza e diventarono partigiani.

La lotta di Liberazione si espandeva, ma aveva bisogno di muoversi in un ambiente favorevole. Anche per questo, fin dall’inizio, gli organizzatori della Resistenza cercarono di stabilire un legame forte con la popolazione contadina delle campagne. Gli antifascisti convinsero i lavoratori della terra che battersi contro i tedeschi e i fascisti significava contrastare anche il peso dei “padroni”, che avevano sfruttato la dittatura per imporre condizioni di lavoro e di affitto sempre più dure. In tutta la pianura, dove mancavano nascondigli naturali, l’appoggio delle famiglie contadine si rivelò ben presto decisivo per la salvezza dei partigiani e per il successo della Resistenza.

Nella primavera del 1945, quando furono maturi i tempi per l’insurrezione generale, la lotta partigiana arrivò a coinvolgere una parte consistente della popolazione. Racconteremo il perché, insieme ad alcune storie di antifascismo e Resistenza in città, durante il trekking storico Carpi resiste.

Dettagli e iscrizioni

La partenza del trekking urbano è fissata alle ore 15 in piazza Martiri, davanti al teatro. La passeggiata, compresi i momenti di sosta con narrazioni storiche, avrà una durata di circa due ore.

L’evento ha la collaborazione di Anpi ed è gratuito, grazie al sostegno di Coop Alleanza 3.0. I posti sono limitati ed è necessaria la prenotazione compilando il modulo qui sotto.

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