È in arrivo un nuovo appuntamento con la storia per scoprire il rapporto tra sport e femminismo. Si tratta del racconto-spettacolo Donne in campo. Lo sport e le lotte per la conquista dei diritti, con narrazioni storiche di Daniel Degli Esposti e letture di Federico Benuzzi.

L’evento è in programma giovedì 10 marzo alle ore 20:30 presso la Casa della Cultura “Italo Calvino” a Calderara di Reno (via Roma 29). La serata è promossa dalla Biblioteca comunale di Calderara di Reno in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca.

Il racconto-spettacolo ripercorre le vicende di alcune atlete che negli ultimi cent’anni hanno utilizzato i palcoscenici sportivi per dare spazio e visibilità alle battaglie per la parità di genere e alle ragioni del femminismo.

Donne in campo: sport e femminismo - locandina dell'evento

Sport e femminismo: un “assaggio” del racconto-spettacolo

Lo sport moderno nasce alla fine dell’Ottocento in un mondo costruito a immagine e somiglianza dei maschi bianchi. Le prime Olimpiadi moderne, organizzate ad Atene nel 1896, sono una rassegna per soli uomini. Eppure una donna, Stamàta Revithi, vuole cimentarsi nella maratona. Le regole le impediscono di gareggiare nella prova olimpica, ma lei corre lo stesso, da sola, completando il percorso in 5 ore.

Per oltre trent’anni il barone Pierre de Coubertin fa di tutto per escludere le donne dal movimento olimpico. La sua determinazione riflette le convinzioni della classe dirigente, che non vuole mettere in discussione i ruoli di genere. Lo sport è un’attività fisica praticata in pubblico, quindi è tutta maschile. Chi la pensa diversamente rimane fuori dai giochi, ma può aprirsi una strada con l’impegno personale. È il caso delle donne che nel 1918 creano la Féderation Feminine Sportive de France, avviando il lungo viaggio dei Giochi olimpici femminili.

Le diffidenze delle intellettuali femministe e l’impegno delle atlete

Passano i decenni e le idee femministe continuano a manifestarsi, anche se per lunghi periodi rimangono sotto traccia e sembrano quasi disperdersi. Sul finire degli anni Sessanta emerge un movimento di contestazione giovanile, che riaccende le lotte per i diritti delle donne.

Sport e femminismo non sembrano, però, trovare alcun tipo di sintonia. Le intellettuali militanti rifiutano categoricamente il confronto con la pratica dell’agonismo, ritenendola troppo segnata dal potere maschile. Non mancano tuttavia le atlete determinate a portare sui campi e in pista le lotte per la conquista dei diritti.

Il racconto spettacolo Donne in campo farà emergere i ricordi e i racconti delle donne che hanno inserito fra gli obiettivi della propria carriera sportiva la conquista di nuovi diritti per tutte. Nel corso del Novecento lo sport si è infatti affermato come fenomeno culturale di massa, inserito nel contesto sociale del proprio tempo e capace a propria volta di influenzare la mentalità collettiva.

Per proseguire questo viaggio nella storia tra sport e femminismo, l’appuntamento è fissato per giovedì 10 marzo alle ore 20:30 presso la Casa della Cultura Italo Calvino a Calderara di Reno.

Giovani donne ungheresi giocano a basket nell'Ungheria del 1972. FOTO: FORTEPAN / Urbán Tamás, CC-BY-SA 3.0

Giovani donne ungheresi giocano a basket nell’Ungheria del 1972. FOTO: FORTEPAN / Urbán Tamás, CC-BY-SA 3.0

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