Il 10 aprile 1945, sull’Appennino modenese, muore il partigiano Mario Allegretti, comandante della Brigata Santa Giulia. Nella sua vita di studente e volontario della libertà si vede il peso delle scelte che il tempo di guerra ha imposto a una generazione di giovani intorno ai vent’anni.

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Mario Allegretti nasce a Vignola nel settembre del 1919. Figlio di una famiglia borghese, nel passaggio tra il “Biennio rosso” e l’ascesa del fascismo si trasferisce a Modena. Divenuto uomo, segue le orme del fratello maggiore Franco e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Nell’Emilia fascista sono pochi i ragazzi che hanno il privilegio di studiare fino all’Università. Mario non spreca il suo tempo e si laurea brillantemente, ma appena si affaccia al mondo del lavoro, una cartolina gli impone di partire per il fronte.

Divenuto Ufficiale di Complemento del 33° Reggimento Carristi, si trasferisce a Parma, dove si trova di fronte al primo bivio della sua vita di combattente.

La Resistenza di Mario Allegretti

L’8 settembre 1943, quando le truppe naziste occupano la città, Mario fugge sull’Appennino e riprende contatto con il fratello, animatore di “Giustizia e libertà”. Sfuggito alla detenzione nelle carceri della Repubblica sociale italiana, si nasconde sul Monte Santa Giulia. Inizia così un’intensa militanza partigiana, caratterizzata dall’impegno in difesa della zona libera di Montefiorino. Durante la ritirata dell’agosto 1944 mette in evidenza doti strategiche nel combattimento di Ospitaletto, prima di fare ritorno nell’alta valle del Secchia.

Dal gennaio 1945, alla testa della 34° Brigata “Santa Giulia”, presidia l’alta valle del Secchia. Nella neve di quell’inverno resiste con fatica a un massiccio rastrellamento nazista. Poi, insieme alla primavera, arriva il momento di aumentare l’intensità degli scontri. Mentre gli Alleati riavviano le operazioni militari sulla Linea Gotica, le formazioni partigiane modenesi preparano l’insurrezione generale. Nell’alta valle del Secchia i movimenti della Resistenza devono distrarre forze naziste dal fronte. Sono operazioni pericolose, compiute spesso in condizioni difficili.

Nella notte fra il 9 e il 10 aprile a Rivalta di Saltino Mario Allegretti comanda un attacco a una postazione tedesca. Avvicinandosi all’obiettivo si espone al fuoco e rimane falciato. I compagni recuperano la salma in tarda serata, poi gli dedicano la formazione. A guerra finita la sua memoria è onorata da una medaglia d’oro al valor militare.

Abbiamo raccontato la storia di Mario Allegretti anche nei luoghi che lo videro protagonista e ne abbiamo fatto un video che puoi vedere qui sotto.

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