Ci sono tanti libri sulla Shoah e non è facile scegliere cosa suggerire. Abbiamo provato a comporre una prima lista, non esaustiva, di libri che ci sembrano adatti a tutti. Sono letture molto coinvolgenti, perché ripercorrono le memorie di persone che hanno vissuto sulla propria pelle le discriminazioni razziali e (in molti casi) la deportazione nei lager. Si tratta di novelle, diari, testimonianze letterarie, riflessioni sul proprio vissuto e romanzi ispirati alle vicende autobiografiche degli autori.

Tutti i libri che ti presentiamo di seguito sono acquistabili anche online, ai link indicati. Come sempre, i consigli sono firmati così sai a chi attribuirli.

L’amico ritrovato di Fred Uhlman

È particolarmente facile consigliare questo testo, perché ha molti pregi. L’amico ritrovato è una novella, un romanzo in forma ridotta che si legge velocemente. Nel suo “piccolo”, però, condensa moltissimo e soddisfa gli appassionati di storia come gli appassionati di letteratura, grazie all’intreccio tra la storia di vita – vera – e la “grande” Storia. La vicenda è raccontata in prima persona dal giovane protagonista e risulta particolarmente coinvolgente: pur essendo fortemente intimista, il testo non risulta mai noioso né mancano i colpi di scena.

Adatto anche ai più giovani (dai 12 anni), L’amico ritrovato si gode allo stesso modo da adulti. Tutti, in fondo, siamo passati dalle tribolazioni dell’adolescenza e non è difficile immedesimarsi nel protagonista. In molti meno, invece, abbiamo vissuto la discriminazione razziale. Tra i meriti di questo piccolo grande libro c’è sicuramente quello di farcela conoscere da un punto di vista “quotidiano” e indimenticabile.

Paola 

Il Diario di Anna Frank

Anna Frank nel 1940

Ho consigliato questo libro anche nel post con i suggerimenti per i ragazzi. Ricordavo bene le emozioni che il Diario di Anna Frank aveva scatenato nella Paola dodicenne e confermo che si tratta di una lettura adattissima agli adolescenti. Credo però che questo libro vada riletto anche da adulti e per più di una ragione. La prima è che credo sia un esercizio utile rileggere la propria adolescenza (perché la ritroverai è certo, anche se ti sembra impossibile) e, magari, interrogarsi come genitori. La seconda è che, se ami la storia, sarà per te interessante ritrovare nel Diario quei riferimenti storici che magari già conosci, ma vissuti “dall’interno”. Fanno un altro effetto, è certo.

Paola 

Se questo è un uomo di Primo Levi

Libri sulla Shoah: il giovane Primo Levi

Il giovane Primo Levi

Tra i libri sulla Shoah, Se questo è un uomo spicca sia per la notorietà, sia per la potenza.

Primo Levi racconta le memorie della deportazione ad Auschwitz con la lucidità e la razionalità analitica di uno scienziato. Da chimico, abituato a osservare con attenzione ciò che accade nelle attività del laboratorio, è suo malgrado coinvolto in uno dei più tremendi esperimenti umani del Novecento.

Nel campo di lavoro di Auschwitz III – Monowitz, associato alla fabbrica Buna, Levi partecipa nel ruolo della vittima a un calcolato processo di annullamento e annientamento umano. Dai ricordi di quell’esperienza nasce un racconto che illumina la complessità del lager attraverso le vicende di singoli personaggi e la ricostruzione di episodi emblematici.

Levi analizza ciascun aspetto della sua memoria con il rigore e il distacco del chimico, ma al tempo stesso risveglia continuamente l’empatia umana di chi legge. La sua prosa, lirica e insieme scientifica, consegna alla letteratura una testimonianza imprescindibile per entrare nei pensieri di un sopravvissuto alla Shoah.

Non possiamo infatti capire fino in fondo un’esperienza incomprensibile, ma possiamo e dobbiamo interrogarci sul perché tutto ciò sia avvenuto. Anche in questo senso, leggere Se questo è un uomo ci insegna ad aprire gli occhi.

Daniel

La memoria rende liberi di Liliana Segre

Liliana Segre nel 1948 - Libri sulla Shoah

Liliana Segre nel 1948

Liliana Segre è ormai un’icona del nostro tempo. Nel libro La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah ripercorre la sua storia di vita, che ricalca i percorsi di tanti sopravvissuti. Dopo il ritorno da Auschwitz soffoca l’urgenza di parlare e di raccontare, perché nessuno l’ascolta. Seguono anni di silenzio, necessari a elaborare i lutti familiari e tracciare un percorso nuovo. Il matrimonio, la nascita dei figli e la nuova vita non riempiono tuttavia quel vuoto che il lager le ha lasciato dentro.

Da dove arriva, quindi, la forza di colmarlo con la testimonianza e con l’impegno pubblico contro ogni discriminazione? La risposta a questa domanda è il filo rosso del libro, che prende le mosse dall’infanzia e arriva ai giorni nostri, attraversando passo dopo passo i mesi terribili della deportazione. Il racconto di Liliana Segre mostra spesso la lunga rielaborazione dei ricordi più lontani, compresi quelli di Auschwitz.

Tra i libri sulla Shoah segnalati in questo post, La memoria rende liberi è sicuramente quello meno “letterario”, ma si legge d’un fiato, anche perché ogni pagina rivela la passione e l’impegno civile di una grande testimone.

Daniel

La tregua di Primo Levi

Quando si parla della Shoah, ci si ferma quasi sempre alle esperienze drammatiche dei campi di concentramento e di sterminio. La liberazione dei lager – e quella di Auschwitz in particolare – sembra dunque chiudere i conti con quello che è stato ripetutamente definito il «Male assoluto». Ma è davvero così? Che succede ai prigionieri dei campi dopo l’arrivo dei liberatori? Come tornare nel mondo, dopo aver vissuto più o meno a lungo in un limbo al di là dei confini dell’umano?

Queste domande sono al centro de La tregua, uno dei libri di Primo Levi più importanti e meglio riusciti. Pubblicato nel 1963, costituisce il seguito di Se questo è un uomo. Prende infatti le mosse dalla liberazione del campo di Auschwitz III – Monowitz per raccontare il lungo viaggio che ha riportato l’autore nella sua Torino.

È un percorso accidentato e tormentato. Divenuto ormai scrittore, Levi ripercorre le proprie memorie con l’obiettivo di distillare da ogni episodio nuove considerazioni sulla natura umana.

La tregua racconta una memoria complessa in modo lirico e al tempo stesso meditato, che insegna a osservare le vicende storiche con occhi più attenti e consapevoli.

Daniel

I sommersi e i salvati di Primo Levi

Primo Levi (a destra) insieme a Philip Roth nel 1986

Primo Levi (a destra) insieme a Philip Roth nel 1986

I sommersi e i salvati esce nel 1986. Sono passati più di 40 anni dalla liberazione di Auschwitz e 39 dalla prima edizione di Se questo è un uomo. La memoria della Shoah si trova a fare i conti con gli anni Ottanta, caratterizzato dal disincanto e dal disimpegno.

Di fronte al sorgere dei discorsi negazionisti, Primo Levi consegna al mondo un ideale testamento, nel quale ci ricorda con urgenza che quell’orrore «è accaduto», quindi «può accadere di nuovo». Tra i libri sulla Shoah scritti dai testimoni, I sommersi e i salvati si distingue per la capacità di rompere la divisione tradizionale tra “buoni” e “cattivi”. Levi parla infatti della “zona grigia”, nella quale possono entrare sia le vittime sia i carnefici.

I “salvati” del Lager non erano i migliori, i predestinati al bene, i latori di un messaggio: quanto io avevo visto e vissuto dimostrava l’esatto contrario. Sopravvivevano di preferenza i peggiori, gli egoisti, i violenti, gli insensibili, i collaboratori della “zona grigia”, le spie. Non era una regola certa (non c’erano, né ci sono nelle cose umane, regole certe), ma era pure una regola. Mi sentivo sì innocente, ma intruppato tra i salvati, e perciò alla ricerca permanente di una giustificazione, davanti agli occhi miei e degli altri. Sopravvivevano i peggiori, cioè i più adatti; i migliori sono morti tutti.

I sommersi e i salvati è l’ultimo libro di Primo Levi, che viene trovato morto nella sua casa di Torino l’11 aprile 1987.

Daniel

La notte di Elie Wiesel

Buchenwald, 1945. Wiesel è nella seconda fila a partire dal basso, il settimo da sinistra.

Questo è un libro che non abbiamo ancora letto. Te lo consigliamo perché ci incuriosisce e lo abbiamo messo in nota. Come si cresce in un campo di concentramento? Come se ne esce, dopo esserci entrati a 12 anni? La fede aiuta o la si perde? Dov’è Dio dopo Auschwitz? La notte è il romanzo autobiografico di Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986.

Anche in questo caso si tratta di una testimonianza diretta della Shoah. Questo dà un valore particolare al racconto, che offre una prospettiva interna all’universo concentrazionario, contribuendo a rivelarne l’impatto suo deportati. Il punto di vista è infatti quello dell’autore stesso, un bambino profondamente credente, costretto a fare i conti con un’esperienza sconvolgente. Nel lager, Wiesel perde il padre e la fede. Di fronte alla scomparsa di Dio, anche l’umanità sembra sgretolarsi, ma la guerra finisce e la vita continua. Cosa resta dell’uomo dopo quel baratro?

La notte è quindi un romanzo che, raccontandoci una storia di vita, promette di chiamarci in causa.

Paola e Daniel

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