Il 7 ottobre 1943 passa alla storia per la deportazione dei carabinieri di Roma. I nazisti occupano la capitale da poco meno di un mese e nelle due settimane precedenti si sono riorganizzati anche i fascisti. La Repubblica sociale italiana cerca di riprendere il controllo della situazione e di vendicarsi nei confronti di chi ha sostenuto l’armistizio.

Ma come si arriva alla deportazione dei carabinieri di Roma? Che cosa succede in quel 7 ottobre 1943?

La deportazione dei carabinieri di Roma

Il 7 ottobre 1943 gruppi di paracadutisti tedeschi e di SS cominciano a circondare le caserme dei Carabinieri di Roma. I nazisti vogliono catturarli e deportarli in Germania, poiché li ritengono inaffidabili. Non pensano, infatti, che l’Arma sia disposta a esaudire alcuni ordini di Hitler, come la segnalazione e la deportazione degli ebrei.

Anche i fascisti della Repubblica sociale italiana sono felici di sbarazzarsi dei carabinieri. Non hanno infatti dimenticato che sono stati proprio i militari dell’Arma ad arrestare Mussolini. I fedelissimi del Duce non sopportano, inoltre, che molti carabinieri mantengano il giuramento di fedeltà al re. Ai loro occhi, tutto ciò che è riconducibile alla monarchia e agli artefici dell’armistizio con gli anglo-americani è macchiato dall’onta del “tradimento”.

L’assalto dei nazisti sorprende il personale di diverse caserme. Chi può si salva nascondendosi nei dintorni e cercando l’aiuto della popolazione, ma circa 2.000/2.500 carabinieri vengono fatti prigionieri e deportati in Germania. Comincia per loro un periodo molto provante: finiscono infatti nei campi di lavoro, dove vengono sfruttati e devono fare i conti con la fame, ma anche con i pericoli dei bombardamenti aerei. Diversi carabinieri non faranno mai rientro in Italia, poiché non sopravviveranno alla deportazione.

Pietra d'inciampo in memoria della deportazione dei carabinieri di Roma, collocata in via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa 2, nel rione Prati, nei pressi della vecchia sede del Comando legione allievi carabinieri.

Pietra d’inciampo in memoria della deportazione dei carabinieri di Roma, collocata in via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa 2, nel rione Prati, nei pressi della vecchia sede del Comando legione allievi carabinieri

In quello stesso autunno la Repubblica sociale italiana affida il controllo dell’ordine pubblico prima alla Polizia dell’Africa italiana (PAI) e poi alla Guardia nazionale repubblicana, formata dagli agenti della PAI e dai pochi carabinieri che passano dalla parte dei nazi-fascisti.

Conosci la nostra Newsletter?

Per restare aggiornati su tutte le nostre storie e iniziative, è possibile iscriversi alla nostra Newsletter settimanale, in questa pagina.

Spargi la voce!

Conosci una persona interessata? Invia questo contenuto!