Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 estende le misure restrittive per contrastare la diffusione del Coronavirus fino al 3 aprile. Seguiranno aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook e nelle prossime newsletter. Ci scusiamo per l’imprevisto e auspichiamo una pronta ripresa delle attività non appena l’emergenza sarà conclusa.

Si avvicina la primavera e riprendono i corsi per adulti dell’Università popolare sassolese. Dopo la bella esperienza dell’insegnamento La forza della paura. Storia del terrorismo tra la fine dell’Ottocento e il XXI secolo, nel secondo semestre proporrò un percorso sulla storia del cristianesimo nell’età contemporanea.

Il corso, intitolato, L’ulivo e la spada. Pace e guerra nella storia del cristianesimo, partirà da una domanda di fondo. Da un punto di vista storico è possibile affermare che gli insegnamenti del Vangelo e il magistero della Chiesa cattolica favoriscano l’affermazione della pace? Alcuni anni fa, ho cercato risposte a questo interrogativo in una delle mie ricerche storiche. Il frutto di quel lavoro sarà l’oggetto del corso.

Storia del cristianesimo. Il Concilio Vaticano II in una foto di Lothar Wolleh [CC-BY-SA 3.0]

Pace e guerra nella storia del cristianesimo

Le generazioni cresciute a partire dagli anni Sessanta hanno ascoltato a più riprese gli appelli di pace delle autorità religiose cristiane. Dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965) si è infatti largamente diffusa l’opinione che il Vangelo alimenti la concordia e la fraternità tra gli esseri umani. Il cristianesimo si presenta dunque come una “religione di pace”, pronta ad andare incontro agli “ultimi” e a dialogare con l’Altro, in un’Europa sempre più “secolarizzata”, ovvero distante dalle professioni di fede.

Nelle società occidentali non mancano, tuttavia, gruppi di cristiani determinati a stabilire una netta distinzione tra i “credenti” e gli “infedeli”. Secondo tale idea, riconducibile allo “spirito di crociata”, la fede è il fondamento di un’identità culturale esclusiva, che interpreta le altre religioni come minacce alla propria esistenza. Da ciò deriva la determinazione a “difendere” con forza le tradizioni della propria comunità, escludendo tutti coloro che non ne abbracciano la fede. Questo atteggiamento è quindi molto lontano dai sentimenti pacifisti, spesso ricondotti al messaggio cristiano.

Da queste brevi considerazioni emerge dunque una tendenza, che esaminerò in maniera dettagliata all’interno del corso: la religione cristiana ha alternativamente portato in mano “l’ulivo” della pace e “la spada” dei conflitti.

Le rovine della chiesa di Casaglia nel 2015 - trekking storico Monte Sole

Le rovine della chiesa di Casaglia, emblema della strage di Monte Sole (settembre-ottobre 1944), in una foto del 2015

La struttura del corso di storia del cristianesimo “L’ulivo e la spada”

Le misure restrittive per contrastare la diffusione del Coronavirus, estese fino al 3 aprile, impongono una sospensione del corso. Seguiranno aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook e nelle prossime newsletter. Ci scusiamo per l’imprevisto e auspichiamo una pronta ripresa delle attività non appena l’emergenza sarà conclusa.

Le lezioni, dalla durata di 1 ora e 30 minuti, si terranno a Sassuolo presso l’IIS Elsa Morante in via Selmi 19. Gli incontri verteranno sui seguenti temi:

  1. «Dalle persecuzioni all’ortodossia: il cristianesimo come strumento di potere».
  2. «Chiesa e modernità: il caso italiano dal Risorgimento ai Patti lateranensi».
  3. «La Chiesa, i fascismi e i dilemmi della Seconda guerra mondiale».
  4. «Le nuove “crociate” e i “segni dei tempi”: la Chiesa da Pio XII al Concilio Vaticano II».
  5. «Un’epoca di contraddizioni: dal Concilio Vaticano II al presente».

Per partecipare ai corsi è richiesta l’iscrizione ed è obbligatoria la tessera dell’AUSER (13€). Il costo complessivo per le 5 lezioni è di 33€ più la tessera.

Per informazioni e iscrizioni, contattare Laura Bizzarri:

  • cellulare: 331 1365812;
  • e-mail: unipopsassolese@ausermodena.it.

Una piccola anteprima: i Patti lateranensi

Nella seconda metà degli anni Venti il regime fascista si avvicina sempre di più alla Chiesa cattolica. L’anticomunismo di papa Pio XI favorisce i contatti con un governo che esclude dalla legalità le Sinistre. Anche se il fascismo nasce ateo e anticlericale, la convergenza di interessi politici lo spinge ad aprire le porte ai cattolici conservatori. Il primo passo è la riforma scolastica di Giovanni Gentile, che introduce l’insegnamento della religione come materia obbligatoria. Il cammino prosegue con l’obbligo di collocare il crocifisso nei locali pubblici e raggiunge il culmine con i Patti lateranensi, sottoscritti l’11 febbraio 1929.

Il Vaticano riconosce per la prima volta il regno d’Italia e garantisce al pontefice la sovranità sulla Santa Sede. La Chiesa riceve inoltre un forte indennizzo per le sottrazioni territoriali. Il regime fascista proclama il cattolicesimo come religione ufficiale dello Stato, riconosce la validità civile dei matrimoni religiosi ed equipara le scuole private di ispirazione cattolica a quelle statali.

Il Concordato con la Chiesa cattolica precede di pochi mesi il primo plebiscito, in occasione del quale gli italiani approvano la lista di deputati già predisposta dal Gran consiglio del fascismo. Il regime svuota dunque in maniera definitiva le pratiche e le istituzioni democratiche, ma raggiunge il picco massimo del consenso, poiché si guadagna anche il completo favore del mondo cattolico conservatore.

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