Il 1° aprile 1939, dopo quasi tre anni di combattimenti, finisce la guerra civile spagnola. Francisco Franco e i militari ribelli entrano a Madrid e smantellano la Repubblica. Sostenuti da Hitler e Mussolini, i generali ribelli istituiscono una dittatura clerico-fascista, che sopravvive fino al 1975.

Dalla guerra civile spagnola si sviluppano tante contraddizioni che ancora oggi caratterizzano la società e le istituzioni iberiche. La perdurante tensione tra gli indipendentisti della Catalogna e il governo di Madrid costituisce soltanto l’ultimo e più recente esempio delle difficoltà nei rapporti tra il centro e le periferie spagnole. Comprendere le ragioni storiche di questi problemi aiuta a capire meglio gli sviluppi del presente.

Nel corso della guerra civile spagnola, centinaia di volontari europei si mobilitano per sostenere il governo repubblicano. La lotta contro i militari ribelli diventa un modo per battersi contro i fascismi, che inviano schiere di combattenti a sostegno di Franco. Sui terreni di Spagna si riaccende dunque la “guerra civile europea”, iniziata nelle trincee del 1914 e mai del tutto spenta.

Alcuni protagonisti di queste vicende sono donne e uomini della valle del Samoggia. Sono tutti antifascisti, fuggiti all’estero o costretti all’esilio per la propria contrarietà al regime. Tredici di loro prendono le armi nella guerra civile spagnola, mentre altri otto sostengono in vari modi la Repubblica.

Mezzo di trasporto requisito dagli anarchici catalani a Barcellona durante l'insurrezione dell'estate 1936, conseguente all'iniziale sconfitta dei militari ribelli in città. Foto via Wikimedia commons - Guerra civile spagnola

Mezzo di trasporto requisito dagli anarchici catalani a Barcellona durante l’insurrezione dell’estate 1936, conseguente all’iniziale sconfitta dei militari ribelli in città. Foto via Wikimedia commons

Una ricerca storica sull’antifascismo nella guerra civile spagnola

Nell’ultimo anno, con l’aiuto di Doriano Depietri, ho ricostruito le loro vicende biografiche per raccontare la “grande storia” partendo dal basso. Per raccontare i frutti di queste ricerche, ho curato la mostra Oggi in Spagna. Domani in Valsamoggia. L’antifascismo e la guerra civile spagnola nelle vite dei protagonisti di Valsamoggia, allestita dal 24 aprile al 30 giugno presso la Rocca dei Bentivoglio di Bazzano.

Per comprendere le motivazioni che hanno spinto 21 antifascisti della valle del Samoggia a sostenere la Repubblica nella guerra civile spagnola, ho ricostruito le loro storie di vita. I documenti su di loro non mancano, poiché il regime fascista ha sempre controllato ossessivamente gli oppositori politici.

Siamo partiti dall’Archivio di Stato di Bologna, prendendo in esame le carte della Questura. Il fondo del Casellario politico provinciale conserva i fascicoli di Genunzio Casagrandi, Celso Persici, Emilio Predieri, Cesare Lenzarini, Giovanni Baesi, Antonio Fiorini, Mario Cremonini e Leonildo Magni.

Abbiamo poi proseguito le ricerche presso l’Istituto Parri di Bologna, scoprendo le vicende di Luigi Barani, Antonio Tabarroni e Antonio Giovannini. Tuttavia è stato determinante il viaggio romano all’Archivio centrale dello Stato. Tra i fascicoli del Casellario politico centrale abbiamo trovato ulteriori documenti sui protagonisti già “presenti” nel fondo della Questura bolognese. Oltre a questi, abbiamo recuperato i fascicoli dei fratelli Gino e Maria Balestri, di Mario Filippi, Olga Fortunati, Armando Malaguti, Giovanni Marzoli, Otello Maselli, Marino Nannetti, Riccardo Ognibene e Antonio Simoni.

Soldati dell'esercito repubblicano intenti a scrivere lettere in un momento di pausa dei combattimenti. Foto via Wikimedia commons - guerra civile spagnola

Soldati dell’esercito repubblicano intenti a scrivere lettere in un momento di pausa dei combattimenti. Foto via Wikimedia commons

Ma che cos’è il Casellario politico centrale?

Il Casellario politico centrale viene istituito nel maggio 1894 dal capo del Governo italiano Francesco Crispi. È un ufficio della Direzione generale della pubblica sicurezza, che fa capo al Ministero dell’Interno. I funzionari ricevono l’incarico di aggiornare sistematicamente l’anagrafe dei cosiddetti “sovversivi”. Crispi è un leader autoritario e non tollera le manifestazioni di dissenso. I militanti socialisti, gli anarchici, gli organizzatori delle leghe operaie e bracciantili finiscono sotto la lente d’ingrandimento della pubblica sicurezza.

Nel Casellario politico centrale vengono schedati coloro che sono sorpresi mentre partecipano a scioperi o manifestazioni, distribuiscono giornali o materiali di propaganda ed esprimono idee rivoluzionarie. In molti casi la vigilanza si estende anche agli oziosi e ai vagabondi, considerati “diversi” dal modello sociale dominante e pertanto sospetti di inoculare nella società una devianza pericolosa.

Dopo le “leggi fascistissime”, completate nel novembre 1926, la dittatura di Mussolini ambisce apertamente al totalitarismo. La Direzione generale di pubblica sicurezza potenzia sensibilmente il Casellario politico centrale per sorvegliare e punire gli oppositori politici. I fascicoli personali accolgono rapporti della pubblica sicurezza e segnalazioni di “confidenti”, lettere intercettate e foto segnaletiche.

Dopo la Liberazione, il Casellario politico centrale diventa uno dei simboli della “continuità dello Stato”. Resta infatti in funzione anche dopo la nascita della Repubblica Italiana. Viene aggiornato fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento, anche se in modo meno ossessivo rispetto all’epoca fascista.

La mostra Oggi in Spagna. Domani in Valsamoggia

La mostra Oggi in Spagna. Domani in Valsamoggia. L’antifascismo e la guerra civile spagnola nelle vite dei protagonisti di Valsamoggia è un viaggio tra le biografie dei protagonisti e i molteplici scenari del conflitto iberico.

Le storie di vita dei 21 antifascisti originari della valle del Samoggia sono corredate da immagini e documenti storici. I pannelli biografici sono accompagnati da una selezione di fotografie storiche della guerra civile spagnola, tratte dal fondo archivistico dell’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti in Spagna (AICVAS) e gentilmente concesse dall’Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri Emilia-Romagna di Bologna. Completa il percorso una selezione di volantini antifascisti originali, appartenenti al fondo del professor Luciano Casali, conservato presso l’archivio della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna.

L’inaugurazione della mostra è prevista per mercoledì 24 aprile 2019 alle ore 20:30 presso la Rocca dei Bentivoglio. Oggi in Spagna. Domani in Valsamoggia sarà visitabile fino al 30 giugno negli orari di apertura della Rocca.

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