Nel 2016 sono entrata a far parte – con studiosi della storia dei movimenti e giovani ricercatori universitari –  del Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta a Modena, ovvero di un progetto di ricerca collettiva che intendeva indagare il caso locale, allo scopo di arricchire il quadro interpretativo sulla cosiddetta stagione dei movimenti. Si trattò infatti di un’esperienza troppo multiforme per ridurla alle sole dinamiche che caratterizzarono le grandi città italiane.

Una ricerca collettiva: il laboratorio sugli anni Settanta a Modena

Ogni ricerca storica parte da una o più domanda. Anche questa, pertanto, ne poneva diverse, relative ad esempio alla periodizzazione, al profilo e al ruolo degli attori coinvolti, alle interazioni tra movimenti, sfera sociale, livello politico-istituzionale. Per quanto riguarda la periodizzazione, quando il coordinatore Alberto Molinari mi ha proposto di entrare nel gruppo, era già stato deciso che ci si sarebbe mossi in una prospettiva lunga, che avrebbe preso le mosse da alcuni studi locali sugli anni Sessanta per arrivare verso gli anni Ottanta, il lungo ‘68 insomma. La “faccenda” appariva decisamente interessante!

Per quanto mi riguarda, il “mandato” era quello di ricostruire la realtà dei gruppi femministi modenesi, scrivendo un saggio che dialogasse con quello già assegnato a Natascia Corsini sull’esperienza dell’Udi e con quello dedicato a Lotta femminista, su cui stavano lavorando Deborah Ardilli e Marcella Farioli. Esisteva già uno studio su Modena, pubblicato nel saggio del 1990 di Paola Nava “Pratiche politiche e percorsi di vita: il caso del femminismo a Modena” (in Centro di documentazione delle donne di Bologna, a cura di, Il movimento delle donne in Emilia-Romagna: alcune vicende tra storia e memoria (1970-1980), Bologna, Analisi), ma al di là di quello c’era un serio problema legato alle fonti: quelle scritte consistono principalmente in documenti rivolti all’esterno, mentre sull’attività interna e organizzativa ci resta poco, eccezione fatta per l’Intercategoriale donne. Per alcuni gruppi, la scarsità di documentazione prodotta rendeva davvero difficile ricostruirne l’attività e l’evoluzione nel tempo. Nonostante questi limiti, grazie all’intreccio con le fonti orali, sono riuscita a delineare un quadro soddisfacente del profilo complessivo e delle specifiche esperienze del movimento femminista nella realtà modenese.

Il chiostro della Biblioteca italiana delle donne a Bologna, dove ho passato qualche giornata per la mia ricerca.

Il libro: Modena e la stagione dei movimenti

E così, dopo un lavoro di ricerca in archivi locali, diverse letture, l’ascolto attento di parecchie interviste e qualche piacevole incontro con i miei compagni di avventura, nella primavera del 2018 ho terminato il lavoro di ricostruzione e scrittura e nell’autunno il volume è stato pubblicato!

Così lo scaffale delle mie pubblicazioni si arricchisce di un nuovo tassello. A voltarsi indietro, è stato davvero un lavoro impegnativo, che ha richiesto un costante confronto nell’ambito del Laboratorio degli anni Settanta a Modena. Pur nel rispetto degli approcci legati alle diverse formazioni e al taglio scelto da ciascuno (che ricchezza di prospettive, d’altra parte, no?), occorreva coordinarsi per realizzare un volume coerente dal punto di vista metodologico e delle linee interpretative di fondo.

È però stato anche un lavoro che mi ha toccato molto a livello personale. Perché in fondo io negli anni Settanta ci sono nata, sono proprio, letteralmente, figlia degli anni Settanta: cosa ha significato per me, cosa mi porto dietro, in che clima e con quale visione sono venuta al mondo? Ogni viaggio nella storia è per me sempre anche un viaggio nella mia storia, mi interroga a livello personale. In questo caso ancora di più.

Gli anni Settanta, però, non parlano solo a me, ma sicuramente hanno tanto da dire anche a molti di voi. Se sei tra coloro che si sentono chiamati un causa o la curiosità è il tuo mestiere, allora puoi comprare il libro, Modena e la stagione dei movimenti. Politica, lotta e militanza negli anni Settanta (eventualmente puoi contattarmi per acquistarlo).

La presentazione: appuntamento il 20 ottobre 2018

Modena e la stagione dei movimenti. Politica, lotta e militanza negli anni Settanta, a cura di Alberto Molinari contiene saggi di Natascia Corsini, Paola Gemelli, Deborah Ardilli, Marcella Farioli, Francesco Tinelli, Giuseppina Vitale, Alberto Molinari, Matteo Montaguti e Claudia Capelli.
Il volume è stato pubblicato da Editrice Socialmente grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

La presentazione si terrà sabato 20 ottobre 2018 alle ore 17.30 presso la Sala convegni Residenza universitaria San Filippo Neri, in via Sant’Orsola 52 (laterale Corso Vittorio Emanuele) a Modena. Per l’occasione è stato chiamato Ettore Tazzioli, direttore di TeleRadioCittà, che dialogherà con Alberto Molinari, coordinatore del Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta a Modena e curatore del volume, e con Lorenzo Bertucelli, professore associato di Storia contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Con le parole dell’invito alla presentazione, ecco una breve anteprima:

“Tra il ’68 e gli anni Settanta i movimenti sociali e politici si moltiplicano e diversificano, maturano nuovi soggetti, pratiche e linguaggi che investono la società italiana nel suo complesso e nelle sue varie articolazioni. Il conflitto si esprime in un inedito protagonismo collettivo e alimenta un lungo e denso ciclo mobilitazioni, diventando la cifra della stagione dei movimenti.
Frutto di un lavoro laboratoriale, i saggi contenuti nel volume intendono restituire la complessità e la ricchezza di quella stagione, vista attraverso un caso locale.
La ricostruzione si sofferma sui rapporti tra movimenti e istituzioni in una città rossa e analizza diverse soggettività, culture e forme dell’impegno politico che caratterizzarono la realtà modenese inserendosi in modo peculiare nel contesto nazionale: l’esperienza dell’UDI e dei gruppi femministi, le dinamiche sindacali e le lotte del movimento operaio, l’area del dissenso cattolico, l’universo giovanile (il lungo ‘68 del movimento studentesco, il ruolo della Fgci, il ’77), le principali articolazioni della nuova sinistra.”

Allora, ci vediamo il 20 ottobre?

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