Negli ultimi anni, lavorando a vari progetti di Public History, mi sono trovato più volte di fronte a biografie e storie di vita. A condurmi nell’esplorazione di questi “mondi” è stata un’esigenza strutturale. Dal momento che la Public History si propone di ricostruire la storia insieme al pubblico, condividendo con loro il metodo storico, avevo bisogno di partire da elementi capaci di attrarre l’attenzione dei “non addetti ai lavori”. Solo così avrei potuto ricavare fonti ed elementi per generare un processo di conoscenza aperto e coinvolgente.

Le ricerche hanno spaziato dalle memorie familiari della Prima guerra mondiale ai racconti personali della Resistenza, dalla ricostruzione del secondo dopoguerra alle esperienze delle militanti nei movimenti femminili degli anni Settanta. Biografie e storie di vita mi hanno permesso di osservare gli eventi e i processi storici da una prospettiva diversa da quelle che avevo adottato all’università. Ed è stata una bella esperienza. Oltre a conferenze-spettacolo sugli anni Settanta, ho raccontato una parte delle ricerche sulla Prima guerra mondiale nel libro Le casse ritrovate. Scritture, immagini ed esperienze della Grande Guerra “dal basso”. E l’altra parte del lavoro sul 1914-1918 è diventata un progetto di Public History ancora più articolato…

Medardo Venturelli e Albina Maria Borelli, contadini di Marano sul Panaro. Ho ricostruito le loro storie di vita grazie a testimonianze e documenti familiari, contestualizzandole nelle vicende del Novecento emiliano. La ricerca è stata pubblicata nel libro “Le casse ritrovate”. Foto concessa da Fausto Corsini

Biografie e storie di vita nella Public History: dalla teoria alla pratica

Quante volte, negli anni dell’università, avevo riflettuto sulle potenzialità e sui pericoli di queste fonti, così “calde” e “umane”. Sentivo già allora il bisogno di applicare le indicazioni della teoria allo studio di casi pratici. Non sapevo che, entrando in contatto con gli artefici del “passato”, avrei scoperto e capito tante cose. Sul metodo storico e sulla possibilità di utilizzarlo per leggere meglio il presente.

Avendo gli uomini come oggetto di studio, se gli uomini non ci comprendono, come non aver il senso di aver compiuto solo a metà la nostra missione?
(Marc Bloch)

Il primo approccio con biografie e storie di vita non è stato facile, ma poi il disorientamento è diventato uno stimolo ad approfondire metodi e pratiche di storia applicata. Proprio di questo rifletterò alla Festa di Clionet, giunta ormai alla quinta edizione e strutturata come un seminario conviviale.

Appuntamento sabato 26 maggio a Forlì per la festa di Clionet

Nel cartellone di Biografie, percorsi e networks nell’età contemporanea. Un approccio transnazionale tra ricerca, didattica e Public History analizzerò il lavoro che ho svolto per curare la mostra 1914-1918 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia, su incarico della Fondazione Rocca dei Bentivoglio.

1914-1918 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia - contadini nella Prima guerra mondiale - biografie e storie di vita

Ti ho incuriosito e vuoi qualche anticipazione? Un blog non è la sede più adatta per approfondire lungamente questioni di metodo, però dal racconto delle mie esperienze puoi ricavare stimoli e suggestioni. In attesa del seminario ti segnalo il post che ho dedicato alla costruzione di 1914-1918 Volti e parole. E, se il primo ti è piaciuto, eccone un altro, che racconta la cena a tema Grande Guerra, collegata alla mostra.

Vuoi partecipare alla Festa di Clionet? Ecco qui il programma!

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