“Dopo la guerra fu una novità. Si scoprì che si poteva ballare, cantare. A Borgo Venezia alla colonia si ballava cinque sere a settimana. Io andavo a vedere, perché non avevo mai visto una cosa del genere. Si cominciò a vedere tutta questa gente, l’argine del Secchia pieno di ragazzi e ragazze che si incontravano. La vita.”

Avevo dimenticato questi ricordi che Marisa Ferri mi ha regalato nell’ormai lontano 2006, finché un pomeriggio, sfogliando le carte dell’archivio storico del Comune di Sassuolo, mi sono imbattuta proprio nella licenza di ballo pubblico per l’ex colonia elioterapica! Nel 1947, però, non si ballava solo lungo il Secchia, ma anche in centro, alla Casa del Popolo, nella frazione di San Michele e in una trattoria a Pontenuovo, all’aperto. Un ballo estivo si trovava anche in viale XX settembre: si chiamava “1° maggio”.

Mi piacerebbe raccontarvi che ci è venuta così l’idea di una pedalata da farsi proprio il 1° maggio, per raccontare di donne e uomini a Sassuolo nel dopoguerra, ma non sarei sincera, è solo una felice coincidenza. La verità è che nella mia professione di storica mi sono occupata spessissimo di lavoro, indagando anche la realtà sassolese, e questo territorio, per i segni che conserva, si presta benissimo a una narrazione itinerante. Solo che questa volta non la si poteva proprio tenere tutta in una zona ristretta e così le due ruote ci verranno in soccorso per un pomeriggio alla scoperta della Sassuolo del secondo dopoguerra!

In primo piano il fiume Secchia con il ponte della Veggia e la ciclabile, sullo sfondo Sassuolo – photo Luigi Ottani

Il 1° maggio a Sassuolo: fame e lavoro

Marisa Ferri, all’epoca molto giovane, vive il clima del dopoguerra come una rinascita e non ha torto, ma al termine del secondo conflitto mondiale anche Sassuolo affronta le difficoltà della ricostruzione: le industrie ceramiche riprendono a pieno ritmo la loro attività, ma gli scenari politici e i rapporti sociali sono cambiati e mettono in crisi i vecchi equilibri, nei luoghi di produzione come nelle famiglie.

Dipendenti della ceramica Marca Corona in posa (secondo dopoguerra)

Quali i nuovi rapporti tra “padroni” e lavoratori? Come le donne provano a occuparsi e affermarsi professionalmente al di fuori delle mura domestiche? Come conciliano i tempi del lavoro fuori casa con gli impegni di madri e mogli? Quali elementi di continuità legislativa, economica, sociale e culturale sopravvivono al passato, riproponendosi nel contesto della ricostruzione materiale e democratica, nonostante l’entrata in vigore della Costituzione? Quali le lotte per il lavoro e i diritti?

Nel pomeriggio del 1° maggio io e Daniel Degli Esposti proveremo a rispondere a tutte queste domande muovendoci come si muovevano la gran parte delle donne e degli uomini in quegli anni: in bicicletta, appunto.

Piccoli ciclisti crescono… in piazza piccola!

Una storia in 6 tappe

Da quando abbiamo cominciato a parlare di questa nuova proposta per la città in cui viviamo, è nata una gran curiosità per le tappe del nostro itinerario. Eccole svelate qui di seguito.

Partiremo alle ore 16 da piazza Garibaldi, piazza piccola insomma. Qui faremo anche la prima narrazione, con un’introduzione di contesto che ci permetterà di calarci meglio nei panni degli uomini e delle donne di allora. Le tappe successive toccheranno due stabilimenti ceramici – la Marazzi e la Marca Corona (quella di allora, non quella di oggi!) – le officine Ballarini a Pontenuovo per arrivare poi al quartiere operaio di Borgo Venezia, dove faremo le ultime due narrazioni (eh sì, Borgo Venezia ha tanto da raccontare!) e concluderemo verso le ore 18.30 al circolo Arci Alete Pagliani.

Il laboratorio di maglieria Angela Taglini in via Marzabotto in una foto del secondo dopoguerra

Lungo il percorso emergeranno i temi che caratterizzano il lavoro delle donne e degli uomini nel secondo dopoguerra: i conflitti e le discriminazioni politiche nelle fabbriche, l’esperienza di lotta sindacale e rappresentanza politica, la militanza femminile e il valore emancipatorio del lavoro nelle conquiste dei diritti sociali e civili, lo spirito imprenditoriale di donne e uomini che avviarono grandi e piccole attività.

Il tutto ci impegnerà per dure ore e mezzo, ma non pedaleremo così tanto come può sembrare: faremo solo 8 km, con 6 tappe e a una velocità decisamente da crociera. Per chi proprio non se la sentisse di affrontare il percorso in bicicletta, alla partenza consegneremo la mappa del percorso con l’indicazione per parcheggiare in prossimità della tappa. Ci auguriamo però davvero che il più possibile venga colto lo spirito dell’iniziativa, che è anche quello di godersi una giornata all’aria aperta, con ritmi diversi.

Il percorso è praticamente tutto in pianura, si svolgerà il più possibile in zona ztl o su ciclabili, compresa la ciclabile più amata dai sassolesi, ovvero quella lungo il fiume Secchia. All’arrivo il circolo Arci Alete Pagliani offrirà un rinfrescante aperitivo finale agli intervenuti.

L’iniziativa è sostenuta da Cgil, Cisl e Uil, con il patrocinio del comune di Sassuolo e la partecipazione di Arci Modena e Anpi, sezione di Sassuolo. Qui sotto puoi vedere e scaricare la mappa del percorso!

 

1 maggio sassuolo

 

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