Ci sono date che lasciano un segno. Non solo quelle della grande storia, o quelle che ognuno si porta nel cuore. Parlo di giorni in cui si sente che un sogno è diventato un percorso. Momenti come quelli che ho vissuto il 12 gennaio 2018: una giornata da ricordare per tutta la Valsamoggia, perché il rifugio antiaereo di Bazzano è diventato un luogo di pace e di conoscenza. Nel nome di Mario Anderlini.

Prima che l’evento avesse inizio, ho raccontato in questo post l’attesa di (ri)scoprire le storie di un luogo e di un uomo che hanno segnato il Novecento di Bazzano. Nel rifugio antiaereo hanno tremato, dormito e sperato centinaia di bazzanesi. Sotto gli occhi di Mario Anderlini sono passate generazioni di antifascisti, lavoratori, cittadini comuni e familiari. Mettere insieme tutte queste vicende significa ripercorrere la storia di una comunità. E per quest’operazione non c’è sede migliore di una scuola, né mezzo più efficace di una radio libera.

Immagina un’aula scolastica in un rifugio antiaereo…

“Se portassimo le classi al rifugio antiaereo per un racconto sulla guerra, tu ci saresti?”

Me la ricordo nitidamente, quella domanda. Doriano Depietri, colonna dell’ANPI bazzanese, me l’ha posta alla fine dello spettacolo Tempo di guerra, al municipio di Crespellano. E mi ha convinto già prima di finire la frase con l’intonazione del punto interrogativo.

Il rifugio antiaereo di Bazzano nei momenti che hanno preceduto l'intitolazione a Mario Anderlini.

Il rifugio antiaereo di Bazzano nei momenti che hanno preceduto l’intitolazione a Mario Anderlini.

Ormai tre anni fa ho raccontato nel saggio Memorie sepolte i bombardamenti e la vita quotidiana nella provincia modenese. Quella ricerca mi ha insegnato che un rifugio antiaereo è un luogo particolarmente adatto a rivelare come si sopravviveva nel “tempo di guerra”. Lavorando poi a Radici di futuro, insieme alle ANPI di Valsamoggia ho capito che a Bazzano, nella galleria costruita sotto la ripa della Rocca, s’intrecciano storie e memorie da (ri)scoprire.

Quando Doriano mi ha rivelato che avremmo aperto il rifugio a un anno esatto dalla morte di Mario Anderlini, mi sono reso conto che avrei partecipato a una giornata speciale. E immagino che le scuole di Bazzano abbiano pensato la stessa cosa. Perché per l’evento del 12 gennaio 2018 al rifugio antiaereo si sono prenotate sei classi.

Non la solita lezione di storia!

L'interno del rifugio antiaereo Mario Anderlini

L’interno del rifugio antiaereo Mario Anderlini

Il mattino ci regala un po’ di sole e tanta attesa. Quando varco la soglia della galleria, mi sembra di entrare in un altro tempo. Non mi accorgo quasi di quanto freddo faccia, sotto quella volta di mattoni che nascondono il cemento. Si vede il respiro, ma soprattutto sembra che si sentano i sospiri di 73 anni prima. Un luogo del genere è perfetto per applicare i principi della Public History alla didattica: la ricerca dell’anno passato ci ha messo a disposizione i contenuti, ora il rifugio antiaereo ci fa immergere nello spazio della storia.

Doriano, i volontari dell’ANPI e il Comune di Valsamoggia hanno predisposto al meglio l’ambiente. Accogliamo i ragazzi, aspettiamo che prendano posto e via con la prima sorpresa. Si spengono le luci e parte un file audio che riproduce il rumore della sirena antiaerea, il volo dei bombardieri, i fischi degli ordigni e le esplosioni.

I ragazzi hanno gli occhi sbarrati per l’attenzione. Adesso raccontare la storia del luogo e della comunità è molto più facile, perché la curiosità di quegli sguardi accende l’entusiasmo. Il ghiaccio si rompe subito: in quell’atmosfera i nessi temporali e causali – “pallini” di ogni professore – fluiscono con naturalezza.

Classi delle scuole secondarie bazzanesi al rifugio antiaereo Mario Anderlini

Classi delle scuole secondarie bazzanesi al rifugio antiaereo Mario Anderlini

Storia e memoria di un luogo unico

Parlare del rifugio antiaereo bazzanese mi fa sempre un certo effetto, perché quel luogo racconta tutto il (non) senso delle guerre fasciste. Già nel 1935, quando Mussolini invade l’Etiopia, le autorità discutono sulla costruzione di ripari per il popolo. Qualcuno teme ritorsioni britanniche o francesi, ma la paura si spegne presto. Neppure l’intervento nel secondo conflitto mondiale dà concretezza ai progetti per la protezione delle comunità. Si sprecano i proclami e le carte della burocrazia, però i lavori non partono.

Per aprire il cantiere del rifugio antiaereo, devono arrivare i primi bombardamenti. Non sono sufficienti quelli che tra il luglio e il settembre 1943 devastano Bologna. Le autorità si decidono solo nel giugno 1944, dopo i primi attacchi sul territorio di Bazzano, che conta le 5.000 anime dei residenti più 2.300 sfollati a causa della guerra. I lavori partono a luglio tra la paura delle bombe e i problemi economici. Un prestito del Monte di Bologna permette di realizzare una parte del progetto originario. A ritmi forzati gli operai scavano e rinforzano una galleria a “L” sotto la ripa della Rocca. Il rifugio antiaereo è pronto già prima di fine anno.

Classi delle scuole secondarie bazzanesi al rifugio antiaereo Mario Anderlini

Classi delle scuole secondarie bazzanesi all’interno del rifugio antiaereo Mario Anderlini

Lì i bazzanesi e gli sfollati trascorrono prima i periodi d’allarme e poi quelli degli attacchi. Molte delle 22 incursioni sul territorio avvengono nei primi quattro mesi del 1945, gli ultimi della guerra. Tra il 26 febbraio e il 6 marzo i bombardieri centrano gran parte delle strutture produttive. Tra il 12 e il 20 aprile colpiscono più volte il centro abitato. Dal giugno 1944 esplosioni e crolli uccidono 23 persone e distruggono o danneggiano quattro case su cinque. Quanti morti sarebbero stati estratti dalle macerie, se non ci fosse stato il rifugio antiaereo?

Domande tra il passato e il presente

Alla fine dell’intervento ho la sensazione di aver accompagnato i ragazzi in un viaggio attraverso il tempo. Mi accorgo che sentono vicini gli eventi che Mario Anderlini ha vissuto quando era un giovane uomo. Quando escono dal rifugio antiaereo, hanno bisogno di liberarsi da emozioni e tensioni. Davvero quelle vicende sono accadute tra le strade e le piazze del paese? Quanto può l’uomo spingersi avanti nella violenza? Come facciamo, noi, a restarne fuori?

Classi delle scuole secondarie bazzanesi al rifugio antiaereo Mario Anderlini

Classi delle scuole secondarie bazzanesi al rifugio antiaereo Mario Anderlini

Domande che nascono dall’Oggi e si rivolgono al mondo di ieri. Interrogativi a cui la storia risponde sollecitando la curiosità, invitando all’indagine e coltivando nuovi desideri di ricerca. Si respira quest’aria, mentre i rappresentanti delle istituzioni e le associazioni animano l’intitolazione ufficiale del rifugio antiaereo a Mario Anderlini. Nella voce di Doriano sento l’emozione di chi lavora per portare avanti il sogno di un amico che non c’è più. E sa che, almeno per quel giorno, ha compiuto alla grande la sua missione: perché studenti, insegnanti e cittadini non dimenticheranno facilmente quel mattino d’inverno.

L'intitolazione del rifugio antiaereo di Bazzano a Mario Anderlini

Autorità in posa per l’intitolazione del rifugio antiaereo di Bazzano a Mario Anderlini

Momenti speciali, che Mille Colline ripercorre in un bel post e in un video denso di emozioni. Lo trovate su YouTube, ma perché non condividerlo anche qui?

Poi il gran finale… sulle Frequenze Partigiane

Le emozioni non finiscono con la cerimonia. L’appuntamento si rinnova per le 18:30, quando Radio Frequenza Appennino porta al rifugio antiaereo di Bazzano una puntata di Frequenze Partigiane. Musica, pensieri e parole: un’altra sfida di Public History! Racconto come al mattino la storia del rifugio, calandola nel contesto sociale di una comunità che ha saputo coltivare la Resistenza dal basso. Pietro Ospitali completa il quadro tratteggiando le linee essenziali della storia locale, mentre Federica Trenti dà voce alle parole di Mario Anderlini. Ad Alice De Toma, nipote di Mario, spetta il compito di farci entrare nel mondo di suo nonno con aneddoti e vicende familiari.

Il mio riassunto della puntata è troppo sintetico? Niente paura, l’ho fatto apposta per lasciarti la voglia di ascoltarvela per intero! Cliccando qui, potrai trovare il podcast di Mario Anderlini: il partigiano che visse due volte. Qui sotto invece un po’ di foto che Paola Gemelli ha scattato durante il live della puntata.

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